Venerdì 5 ottobre, pomeriggio, Sala BESPERIENZE, CONFRONTO, DIBATTITOCLAUDIO AGOSTINIServizio di Salute Mentale, TrentoBene. Diamo inizio alle danze cercando di rispettare i tempi degli interventi.Dieci, dodici minuti a testa in modo che ci sia poi lo spazio per approfondire e perdibattere. Questo è anche il senso di questo convegno, di questo incontro.EMILIA LAUGELLICentro Diurno Riabilitativo, Schio, VicenzaBuongiorno. Io sono Emilia Laugelli, sono una psicologa psicoterapeuta responsabiledi un Centro diurno riabilitativo che ormai ha 18 anni di vita.Il centro diurno svolge quotidianamente i laboratori tipici di una strutturadiurna. Ultimamente, però, abbiamo voluto costruire delle cose nuove insieme coni pazienti, utilizzando anche delle professionalità esterne che non hanno avuto percorsidi studio rispetto alla salute mentale, ma che, con la loro “freschezza”, hannoportato un contributo così importante che poi ne vedremo il risultato. Abbiamo iniziatol’anno scorso con un percorso teatrale ed un laboratorio di musica e voce eper l’anno 2001, invece, abbiamo voluto unire l’esperienza teatrale e l’esperienzadi musica e canto. Si è aggiunta una professionalità nuova, una regista più un fotografo,insieme con i pazienti abbiamo creato un CD rom che, per l’occasione, abbiamotrasformato in videocassetta.Questo CD rom contiene tre brani musicali più una poesia. I testi delle canzonie della poesia sono stati creati interamente dai pazienti guidati da due educatrici. Ilprofessore di musica è riuscito, con la sua bravura, a mettere in musica le parole; laregista con il fotografo ci hanno aiutato nella cura delle immagini ed è venuto fuoriun prodotto molto interessante.Parallelamente al gruppo dei pazienti che lavorava sui testi, due di questi nostriospiti hanno fatto un percorso individuale: uno rispetto al teatro ed uno rispettoal laboratorio di musica e voce. Per cui, per sei mesi, un paziente è stato affiancatodal professore di musica ed un paziente è stato affiancato da un attore regista. Iluoghi di questa espressione sono stati dei luoghi esterni al Centro diurno e questidue pazienti sono riusciti a crescere con una professionalità nuova. Questi due pa-137
zienti si sono incontrati con il gruppo che aveva messo insieme le parole e insieme,poi, abbiamo elaborato questo testo.Spero di essere riuscita a spiegare il percorso che era un po’ complicato, perchéabbiamo fatto più tappe e poi alla fine ci siamo uniti in un unico punto di arrivo,in un unico obiettivo che è stato il CD rom che adesso vi presento. Per cui partiamocon una canzone. Ripeto, i testi sono del gruppo dei pazienti del Centro diurno,la musica del musicista prof. Panozzo e le immagini della regista e del fotografo.Segue la proiezione della videocassettaVolevo dire, in conclusione, che è stata un’esperienza bellissima perché i ragazzihanno lavorato sui testi e le professionalità esterne hanno lavorato sulle musichee sulle immagini. Insieme è nato veramente un bel gruppo, si è consolidatoquello interno, ma soprattutto abbiamo stretto amicizia con queste persone che sonovenute da fuori e che per la prima volta si incontravano con la malattia mentale.FRANCESCA PRESTINICentro Diurno Tronchetto, PaviaFaccio parte del Centro Diurno Tronchetto di Pavia e sono qui come portavocedell’associazione Aiutiamoci. Il mio intervento è in due parti e il titolo è ‘Punto dipartenza’. Questa cosa l’ho scritta stanotte alle tre. Sono ospite di Maria che gentilmentemi ha ospitato insieme a Santina ed Elisabetta. Ho voluto scrivere questedue righe ricollegandomi alla bella esperienza che ho avuto ieri mentre mi trovavoin compagnia di numerose persone tutte con il medesimo interesse: il giornalino. Inquesta occasione ho espresso un mio punto di vista per quanto riguarda i vari centriDiurni.Collegandomi all’esperienza avuta nel mio Centro Diurno, cito quanto segue.Se fossimo in due e avessimo entrambi una lira e ce la volessimo scambiare, citroveremmo entrambi con una lira, ma se invece che una lira avessimo entrambiun’idea e ce la scambiassimo? Ecco che ci troveremmo con due idee ciascuno. Proseguendoe soffermandomi su l’unione fa la forza, perché non unire il nostro medesimosforzo e anziché un piccolo giornalino, tanti piccoli giornalini non formiamoun grande giornale? All’inizio sarà dura, ma potremmo farcela. Non penso ad unquotidiano, che richiederebbe molto impegno, ma qualcosa di simile.Comunque, il seme è stato gettato in un terreno fertilissimo, ma incolto e sta anoi far sì che questa piccola pianticella possa crescere più o meno lentamente e cheporti i suoi frutti, tuttora sconosciuti.138
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