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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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zienti si sono incontrati con il gruppo che aveva messo insieme le parole e insieme,poi, abbiamo elaborato questo testo.Spero di essere riuscita a spiegare il percorso che era un po’ complicato, perchéabbiamo fatto più tappe e poi alla fine ci siamo uniti in un unico punto di arrivo,in un unico obiettivo che è stato il CD rom che adesso vi presento. Per cui partiamocon una canzone. Ripeto, i testi sono del gruppo dei pazienti del Centro diurno,la musica del musicista prof. Panozzo e le immagini della regista e del fotografo.Segue la proiezione della videocassettaVolevo dire, in conclusione, che è stata un’esperienza bellissima perché i ragazzihanno lavorato sui testi e le professionalità esterne hanno lavorato sulle musichee sulle immagini. Insieme è nato veramente un bel gruppo, si è consolidatoquello interno, ma soprattutto abbiamo stretto amicizia con queste persone che sonovenute da fuori e che per la prima volta si incontravano con la malattia mentale.FRANCESCA PRESTINICentro Diurno Tronchetto, PaviaFaccio parte del Centro Diurno Tronchetto di Pavia e sono qui come portavocedell’associazione Aiutiamoci. Il mio intervento è in due parti e il titolo è ‘Punto dipartenza’. Questa cosa l’ho scritta stanotte alle tre. Sono ospite di Maria che gentilmentemi ha ospitato insieme a Santina ed Elisabetta. Ho voluto scrivere questedue righe ricollegandomi alla bella esperienza che ho avuto ieri mentre mi trovavoin compagnia di numerose persone tutte con il medesimo interesse: il giornalino. Inquesta occasione ho espresso un mio punto di vista per quanto riguarda i vari centriDiurni.Collegandomi all’esperienza avuta nel mio Centro Diurno, cito quanto segue.Se fossimo in due e avessimo entrambi una lira e ce la volessimo scambiare, citroveremmo entrambi con una lira, ma se invece che una lira avessimo entrambiun’idea e ce la scambiassimo? Ecco che ci troveremmo con due idee ciascuno. Proseguendoe soffermandomi su l’unione fa la forza, perché non unire il nostro medesimosforzo e anziché un piccolo giornalino, tanti piccoli giornalini non formiamoun grande giornale? All’inizio sarà dura, ma potremmo farcela. Non penso ad unquotidiano, che richiederebbe molto impegno, ma qualcosa di simile.Comunque, il seme è stato gettato in un terreno fertilissimo, ma incolto e sta anoi far sì che questa piccola pianticella possa crescere più o meno lentamente e cheporti i suoi frutti, tuttora sconosciuti.138

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