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LE PAROLE RITROVATE

Convegno nazionale di Trento 2001 - Le Parole Ritrovate

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empowerment e specchi di libera cittadinanza, mai succubi di modelli sociali chefagocitano le esistenze più fragili, ed appiattiscono le diversità, massificando i singoliin robottini eterodiretti. Non vogliamo essere uguali, belli alla moda, consenzienti,bravi produttori e soprattutto ottimi consumatori. Vogliamo essere noi stessicon il mare di contraddizioni che abbiamo, usiamo i giornali per dirlo.Dice spesso un neo redattore di Ostut: “la città è impazzita”, direi che il mondoè impazzito. Solo nelle buone pratiche di integrazione, rispetto alle diversità,capacità di mediazione, riconoscimento di cittadinanza, applicate nei buoni servizidi salute mentale e specialmente nei gruppi di self-help può esistere un futuro menofolle di quello a cui i grandi normodotati del mondo ci stanno destinando. È tempoche ai folli sia dato il compito di testimoniare la possibilità di uno scenario di civiltà,di integrazione e di lucidità che manca a questi giorni incerti, anche attraverso lascrittura.MARTA ZACCARDI“Zabaione di pensieri”, RomaSulla parola “coordinamento” ci sarebbero molte cose da dire, ma credo che sene parlerà più tardi, nel dibattito. Sicuramente abbiamo bisogno di una segreteria,non so se abbiamo bisogno di un coordinamento, che è una cosa diversa. Per questomi sono tirata indietro quando Romano mi ha chiesto di intervenire sul “coordinamento”.Presenterò invece un’iniziativa, alla quale ho fatto cenno già l’anno scorso ealla quale hanno aderito in molti. Si tratta di un archivio delle nostre riviste. Primadi coordinarci, secondo me, ci dobbiamo censire, forse anche a questo possono essereutili le schede preparate a Martina Franca.Esiste un “Archivio delle Riviste degli Utenti dei Servizi di Salute Mentale”.Romano mi ha fatto notare che nel nome c’erano troppi “di”, ma a me sembra importanteevidenziarli tutti, perché si tratta proprio di riviste degli utenti dei servizi.Nei servizi di salute mentale esistono infatti anche altre riviste realizzate solo daoperatori (e esistono anche pseudoriviste degli utenti, fatte in realtà da operatori,ma quelle le collezioniamo lo stesso).All’inizio i nostri periodici cominciarono ad essere raccolti dal Dipartimentodi Salute Mentale della ASL Roma A: molti di voi ci hanno inviato copie del propriogiornalino, ed alcuni sono riusciti anche a fare un lavoro di ricostruzione storicadella propria rivista a partire dal numero zero. Abbiamo cercato di raccogliereanche i periodici curati dai degenti dei vecchi ospedali psichiatrici, perché la storiadelle nostre riviste non nasce dai nostri numeri zero, ma ha un’origine più antica.L’anno scorso, se vi ricordate, abbiamo parlato de “Il picchio”, che venivastampato nel manicomio di Gorizia, e abbiamo visto anche come le riviste dei variospedali psichiatrici fossero in contatto le une con le altre e come i degenti si recasseroin visita da un manicomio all’altro. In seguito invece c’è stato un lungo perio-54

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