Giovedì 4 ottobre, pomeriggio, sala BINCONTRO DEL<strong>LE</strong> REDAZIONI DEI GIORNALICHE SI OCCUPANO DI SALUTE MENTA<strong>LE</strong>ROMANO TURRI“Liberalamente”, TrentoBuongiorno e ben ritrovati in questa sala che ci ospitò anche lo scorso anno inoccasione del nostro primo incontro. Questo è il nostro terzo incontro diquest’anno, dopo quelli di Livorno (7 febbraio) e Roma (16 maggio) e mi fa piacerevedere che ci sono sempre nuove redazioni. Questo testimonia l’importanza delnostro coordinamento.A questo punto, avrei dovuto dare la parola al nostro primario dott. Renzo DeStefani per porgere un saluto a tutti voi. Purtroppo, causa il nostro ritardonell’iniziare i lavori è stato chiamato a dirigere i lavori del Convegno “Le paroleritrovate” che si svolge nella sala a pian terreno. Mi ha incaricato, quindi, di porgerea tutti voi i suoi saluti e l’augurio di un proficuo lavoro.Vorrei iniziare questa mia breve relazione ricordando ciò che ci disse lo scrittoreLorenzo Pavolini in occasione della presentazione di “Zabaione di pensieri”.Chi di noi - ed eravamo in molti - era presente all’ultimo nostro coordinamento,che si è tenuto a Roma il 16 maggio di quest’anno, si ricorderà di questo scrittore.Egli ci diceva che “L’incontro con altre persone che hanno la stessa passione,prima avveniva soprattutto nei caffè - ma la lista può essere molto lunga - dove lepersone che si interessavano di letteratura trovavano il modo di condividere questaesperienza anche al di là ed anche prima del momento della pubblicazione.Proprio nel momento in cui si incontravano costruivano i loro racconti ed organizzavanoquello che era il loro pensiero intorno alla cultura. Questo è venuto a mancaremoltissimo in questi ultimi decenni e il luogo delle riviste ha continuato invecea costituire l’unica possibilità di questo punto d’incontro e di possibilità di trasformarela letteratura in un’avventura che si fa insieme. Quindi, le riviste sonofondamentalmente una cosa fatta da persone, mentre la letteratura - i libri - sonouna cosa che si fa da soli. Gli autori sono sempre da soli di fronte al loro lavoro,mentre la rivista è qualcosa che dà una possibilità soprattutto di dialogo, di confrontoo, comunque, per molte persone, è quasi una occasione unica di incontro edi dialogo con altre persone”.Pavolini - giustamente - mette in risalto l’incontro, il confronto ed il dialogoche viene ad esistere nel momento in cui noi ed i nostri utenti costruiamo la nostrarivista. Io, però, aggiungerei che la rivista è soprattutto un’attività svolta dagli utenti.Anzi, oserei dire una delle più importanti, in quanto “fare una rivista” è49
un’attività stimolante. È un momento in cui l’utente, magari con l’aiuto degli operatorie delle operatrici, inizia a fare qualcosa, inizia ad uscire da quel guscio che iochiamo “la non voglia”, la voglia di fare niente che, come sappiamo, viene prodottadal disagio della malattia.Ma è ancora qualcosa di più. Le nostre riviste possono diventare anche un veicolodi auto aiuto in forma scritta. Qui da noi - lo abbiamo detto e scritto altre volte- il nostro Liberalamente ci dà la possibilità di mettere insieme due attività: quellache noi chiamiamo “Gruppo di scrittura del giornalino”, dove gli utenti scrivono iloro articoli, le loro esperienze, le loro emozioni, ecc. L’altra, che noi chiamiamo“Gruppo di lettura” dove viene letto e commentato un articolo stampato su Liberalamenteo anche sulle vostre riviste che ci mandate.Ne consegue che, se nel gruppo giornalino un utente descrive, ad esempio, ilsuo “star male”, nel gruppo lettura, dopo aver commentato l’articolo, si cerca di dareuna risposta con consigli che nascono da esperienze vissute dagli utenti delgruppo, esperienza che poi viene pubblicata nel mese seguente. L’incontro, il confronto,il dialogo con altre persone, il fare qualcosa insieme, l’auto aiuto ci descrivonoampiamente l’utilità di una rivista in una struttura psichiatrica, sia essa uncentro diurno o una comunità.Lorenzo Pavolini, però, non si limitò a descriverci l’utilità di una rivista cosìcome vi ho appena illustrato, ma andò oltre descrivendoci l’utilità del nostro coordinamento,definendolo un livello ancora più alto. Egli, infatti, affermava: “Sonorimasto stupito prima di tutto dal numero, ma anche dalla ricchezza, delle testatedi riviste, anche riguardo all’esperienza di questo incontro. È un numero veramentemolto alto e penso che sia anche molto importante questo livello di secondo gradodi vita collettiva ed il fatto che, coloro che fanno delle riviste, si possano incontrare.Diventa praticamente un lavoro, che è quello stesso che viene fatto da ognirivista, fino a portarlo a un grado e ad un livello ancora più alto”.Ed anche qui mi permetto di aggiungere qualcosa a ciò che ci disse Pavolini. Ilnostro coordinamento è un gruppo e, come tutti i gruppi, mette insieme le esperienzee le risorse dei singoli per il bene comune. Il nostro coordinamento, però, è ancheun gruppo che si ramifica in tutto il territorio nazionale e le esperienze e le risorseche vengono messe in comunione sono molto più eterogenee di quelle deisingoli che vivono in una stessa comunità. Ed è chiaro che sono anche più fruttifere.Proprio per questo il nostro coordinamento può combattere - e forse sconfiggere- il pregiudizio che ruota attorno alla malattia mentale, specialmente quello cheviene costantemente alimentato dai quotidiani locali o nazionali, i quali amano“sbattere il mostro in prima pagina”, molte volte senza tener conto neppure del rispettodella privacy dei nostri utenti.Da alcuni mesi ci siamo dati un Foglio informativo. Io continuo a chiamarlocosì, anche se è una brutta parola, perché quattro paginette non formano un “giornale”.Il suo nome - lo sapete benissimo - è “La Dalia”. Questo è un veicolo chemantiene costantemente unito il nostro “voler essere gruppo” anche al di là delle 3-4 volte che ci incontriamo durante l’anno.La Dalia potrebbe essere il mezzo per combattere il “voler sbattere il mostroin prima pagina”. Come? È sufficiente che gli utenti di quella città ci spediscanol’articolo apparso sul loro quotidiano che sarà pubblicato su La Dalia e spedito a50
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