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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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<strong>della</strong> penalizzazione attuata dal fronte laicista a danno degli autori colpevoli di aver<br />

resistito a tempo debito alla <strong>filosofia</strong> che oggi mostra i suoi miserevoli frutti.<br />

Una storiografia anacronistica e paradossale continua, imperterrita, a cancellare<br />

dagli elenchi <strong>della</strong> dignità filosofica tutti gli autori giudicati colpevoli di aver<br />

abbandonato la via dell’irrealismo moderno (cartesiano) e dell’utopia (rousseauianamarxiana)<br />

per la via <strong>della</strong> metafisica.<br />

Ora la metafisica è l’unica via percorribile dalla ragione, secondo il detto<br />

indeclinabile di Parmenide, il padre <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong>: “Di necessità segue che esiste il<br />

dire e l’intuire l’essere – l’essere, infatti, è mentre il nulla non è – a queste<br />

proposizioni ti comando di riflettere. Perciò dalla via di ricerca, da quella ove<br />

uomini che nulla sanno si sbandano: uomini con due teste! Costoro sono sbalestrati<br />

sordi del pari e ciechi, sgomenti, gente incapace di giudizio: da essi essere e non<br />

essere sono supposti come un’identità e come una non identità e per essi di tutto vi è<br />

una strada che si rivolge in senso contrario” 25 .<br />

I libri scolastici, che il magistero a due teste (vuote) impone agli studenti dei licei<br />

d’oggi, suggeriscono ostinatamente percorsi filosofici inclinati alla farneticazione<br />

nichilistica.<br />

Il successo del pensiero debole e <strong>della</strong> storiografia detta evenemenziale 26 , si può<br />

giustificare solo in funzione di percorsi editoriali coribantici, tracciati, come Marcel<br />

De Corte osava denunciare negli anni Settanta, per oltraggiare l’evidenza e per<br />

trasformare la scena culturale “in un immenso asilo psichiatrico, dove l’intellettuale<br />

delirante inocula la sua follia agli uomini in buona salute, affascinati dalla sua<br />

facondia e dai suoi sofismi” 27 .<br />

Su questi percorsi prospera i domatori del fatto storico. Decine (in certe opere<br />

fluviali, centinaia) di pagine sono dedicate ai grandi dell’illuminismo. Silenzio<br />

tassativo sui pensatori cattolici, che li confutarono con argomenti dei quali oggi<br />

possiamo finalmente misurare l’efficacia e la ragionevolezza 28 . Fiumi d’inchiostro<br />

25 La traduzione del frammento parmenideo è di Mario Untersteiner. E’ evidente che Herbert Marcuse,<br />

accusatore del “fascista” Aristotele, colpevole di aver formulato il principio di non contraddizione, non<br />

si è reso conto che il “fascismo” inizia da Parmenide, cioè dalla fondazione <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> propriamente<br />

detta.<br />

26 De Corte insinua scherzosamente che il neologismo evemenziale rinvia a demenziale. Non scherzava<br />

invece Roberto Calasso quando, proponendo una lettura del nietzschiano “Ecce homo” aggiornata al<br />

Sessantotto, esaltava la demenza come sommo risultato <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong>. Purtroppo al fascino <strong>della</strong><br />

demenza non si sottrassero i teologi (nietzschiani) <strong>della</strong> morte di Dio. Michele Federico Sciacca citava<br />

al proposito il testo di un deragliato, che si dichiarava disposto a tutto pur di adeguarsi al pensiero<br />

trionfante: “che la fede vada completamente perduta, che si debba abbracciare un nichilismo che<br />

distrugge la vita e perfino scegliere la strada <strong>della</strong> pazzia, <strong>della</strong> disumanizzazione”. Cfr.: “Gli arieti<br />

contro la verticale”, Marzorati, Milano 1972, pag. 69.<br />

27 “Virtù e libertà dello storico”, in: Aa. Vv., <strong>“La</strong> libertà dello storico tra storia e politica”, op. cit., pag.<br />

14. Le tragiche vicende di Friedrich Nietzsche, Louis Althusser e Gilles Deleuze sono gli emblemi<br />

<strong>della</strong> trasformazione del pensiero moderno in insalata di parole.<br />

28 Si pensi all’abate Guy Gauchat, autore, nel 1768, di un “Accord du Christianisme avec la raison”,<br />

che anticipa un tema del Vaticano I, e ad Antonino Valsecchi, che nel 1776 pubblicò un saggio (<strong>“La</strong><br />

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