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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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V - La promozione del tomismo<br />

da parte del magistero pontificio<br />

Gregorio XVI morì il 1 giugno 1846, mentre l’Europa era già preda <strong>della</strong> rovinosa<br />

effervescenza scatenata dagli ideologi liberali. Il 14 giugno, il collegio dei cardinali,<br />

inseguito dalle impazienze e dalle suggestioni diffuse dall’abate filosofante<br />

Vincenzo Gioberti (“Del Primato morale e civile degli italiani”, 1843) e dal libellista<br />

Massimo d’Azeglio (“Degli ultimi casi di Romagna”, 1846), si radunò in conclave, e<br />

dette inizio all’elezione del nuovo papa senza attendere l’arrivo dei cardinali<br />

stranieri. Dopo soli quattro scrutini fu eletto il cardinale Giovanni Maria Mastai<br />

Ferretti 212 , che ottenne 36 voti contro gli undici del cardinale Luigi Lambruschini<br />

213 . Il nuovo papa si era formato sotto la saggia guida del canonico Giuseppe Maria<br />

Graziosi, docente di teologia nel Collegio Romano poi Seminario Romano, e noto e<br />

stimato universalmente per la incrollabile fedeltà al pensiero di san Tommaso<br />

d’Aquino 214 . Di conseguenza il primo atto del suo magistero, l’enciclica “Qui<br />

212 Giovanni Maria Mastai-Ferretti nacque a Sinigallia il 13 maggio 1792 da una famiglia <strong>della</strong> piccola<br />

nobiltà, che erastimata per il fervore religioso e per l’amor di patria. Per la sua cagionevole salute (nella<br />

prima adolescenza fu vittima di crisi che suggerirono una diagnosi di epilessia, in seguito smentita<br />

dallo stato di buona salute del giovane) dovette interrompere gli studi iniziati nel collegio di Volterra e<br />

rinunciare alla carriera militare. Nel 1816, pur dichiarandosi alieno alla carriera prelatizia, maturò la<br />

decisione di abbracciare la vita ecclesiastica. Ordinato sacerdote il 10 aprile 1819, trascorse i primi anni<br />

consacrandosi all’assistenza degli orfani. Nel 1823 fu nominato uditore del delegato pontificio in Cile e<br />

al ritorno in Italia ebbe l’incarico di dirigere l’ospizio di san Michele. Nel 1827 Leone XII lo nominò<br />

arcivescovo di Spoleto e nel 1832 fu promosso all’importante archidiocesi di Cesena. Lo storico Roger<br />

Aubert giudica del tutto infondata la leggenda che vuole il futuro Pio IX infatuato dalle idee liberali:<br />

“Sembra certo che Mastai non abbia mai personalmente abbracciato il programma neoguelfo, e, per il<br />

resto, il suo preteso liberalismo si riduceva, da una parte, a una bontà d’animo, che lo portava a<br />

ritenere preferibile disarmare lo spirito rivoluzionario con la dolcezza, piuttosto di tentare di domarlo<br />

con la forza, soprattutto quando il sovrano riveste carattere sacerdotale, e, d’altra parte, a un sincero<br />

desiderio di affrontare gli abusi dell’amministrazione pontificia e d’introdurre certe riforme, purché, si<br />

capisce, esse non servissero di pretesto a dare al popolo una parte effettiva al governo, cosa che gli<br />

pareva inconciliabile con il carattere religioso di questo” cfr. “Storia <strong>della</strong> Chiesa”, vol. XXI/1, SAIE,<br />

Torino 1970, pag. 31. Cfr. anche i saggi di Paolo Possenti, “Pio IX”, pubblicazione a cura<br />

dell’Associazione industriali del legno, Senigallia 2001 e di Roberto De Mattei, “Pio IX”, Piemme,<br />

Casale Monferrato 2001.<br />

213 Luigi Lambruschini, barnabita, (Sestri Levante 1776 – Roma 1854) arcivescovo di Genova nel 1819<br />

(dove dimostrò eccezionali doti di carattere in occasione dei torbidi liberali del 1821), nel 1827 fu<br />

nominato da Leone XII nunzio a Parigi dove regnava Carlo X. A seguito <strong>della</strong> rivoluzione di luglio<br />

assunse una posizione critica nei confronti <strong>della</strong> nuova casa regnante. Richiamato in Italia da Gregorio<br />

XVI presiedette la Congregazione degli studi. A Roma conobbe il canonico Vincenzo Buzzetti, del<br />

quale apprezzò l’opera filosofica. Nel 1836, infine, fu nominato segretario di Stato. Negli ultimi anni di<br />

vita sostenne risolutamente la necessità di proclamare il dogma dell’Immacolata Concezione.<br />

214 <strong>Antonio</strong> Piolanti cita un passo dell’elogio funebre del gesuita Gioacchino Ventura, che a proposito<br />

dell’impostazione culturale del canonico Graziosi scrive: “Non si stancava di encomiare il libro più<br />

stupendo che abbia prodotto il genio dell’uomo (giacché la Bibbia è dettatura dello Spirito di Dio), il<br />

libro ultimo segno dove la ragione può giungere, pria di essere elevata alla Visione, il libro, repertorio<br />

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