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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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conservando il pregiudizio antitomistico dei moderni, professava una religione del cuore,<br />

una fede sincera, che gli vietava la condivisione del culto superstizioso tributato al principio<br />

d’immanenza. L’ultimo Gentile, infatti, indirizzava alla fede professata dell’italianissimo<br />

Vico, fede che si può opporre tranquillamente all’umanesimo integrale di Maritain.<br />

Nell’opera di Gentile la coscienza italiana esce (sia pure con stenti e contorsioni) dalla<br />

“triplice” nebbia dell’età umbertina e stabilisce le differenze sostanziali che corrono tra il<br />

cattolico Vico e l’ateo Hegel.<br />

Si può affermare legittimamente che, grazie all’influsso vichiano, Gentile, “più umile, più<br />

umano e più obiettivo nel riconoscere le fonti cattoliche del pensiero vichiano” 183 , mentre<br />

riformava l’idealismo di Hegel, vibrava il primo colpo allo schema teutonico di Spaventa<br />

aprendo un nuovo e diverso orizzonte alla <strong>filosofia</strong> italiana. Non senza ragione Gianni<br />

Baget Bozzo, nella relazione svolta nel corso del primo convegno <strong>della</strong> Fondazione Del<br />

Noce, ha riconosciuto che “l’esito cattolico di molta scuola gentiliana mi fa pensare che la<br />

mia convinzione che vi fosse una dimensione mistica in Gentile non può essere del tutto<br />

disattesa”.<br />

Il sentire cattolico e italiano di Gentile, in qualche modo, aprì quella strada che sarà<br />

percorsa dal pensiero cattolico (da Sciacca e dalla sua vasta scuola, in special modo) in<br />

cammino dalla dissoluzione hegeliana (Nietzsche) al ricominciamento cattolico (Rosmini).<br />

Gentile, a differenza di Croce, che nell’opera vichiana vide soltanto l’espressione di un<br />

rigido soggettivismo, concepì una versione tutta italiana <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> idealistica e la<br />

utilizzò per contrastare l’illuminismo e il positivismo, proprio nell’orizzonte<br />

dell’immanenza. Di qui l’interesse e l’apprezzamento <strong>della</strong> scuola cattolica per l’attualismo,<br />

interesse che prima si manifestò negli impavidi articoli pubblicati da Pietro Mignosi nella<br />

rivista palermitana <strong>“La</strong> Tradizione”, in seguito nei magistrali saggi di Francesco Olgiati,<br />

Emilio Chiocchetti, Francesco Amerio. La lunga e cordiale udienza che Pio XII concesse a<br />

Gentile nella tragica primavera del 1943, è in qualche modo il coronamento di un dialogo<br />

costruttivo, sviluppato nell’arco di un faticoso ventennio.<br />

Immanentismo religioso, la definizione che si potrebbe applicare alla <strong>filosofia</strong> gentiliana,<br />

ha la struttura formale dell’ossimoro. Come De Tejada ha rilevato, l’interpretazione<br />

gentiliana di Vico sminuisce l’intensità del dualismo Creatore-creatura, dualismo che sta<br />

alla base <strong>della</strong> scienza nuova. Ma nonostante la forzatura evidente, l’interpretazione di<br />

Gentile, a differenza di quella di Croce, non esclude la via d’uscita dall’ateismo moderno.<br />

Del Noce scrive infatti: “Il Risorgimento è per Gentile richiamo a una tradizione che<br />

l’Illuminismo aveva corroso. Quale tradizione? Quando parleremo del particolare<br />

cattolicesimo di Gentile, vedremo come paradossalmente si possa dire tradizione<br />

cattolica”.<br />

Pertanto Del Noce riconoscerà che il “Risorgimento è inteso da lui [da Gentile] come<br />

rinnovata religiosità e sotto questo rapporto connesso con Restaurazione; ma nel senso di<br />

una vera Restaurazione, Restaurazione del divino, che deve presto rompere con la<br />

Restaurazione degli ordinamenti politici anteriori alla rivoluzione francese, quale<br />

l’intendeva la Santa Alleanza, riducendo i valori religiosi a strumenti pragmatici: rompere,<br />

perché la <strong>restaurazione</strong> risorgimentale era caratterizzata dal primato del religioso, e la<br />

<strong>restaurazione</strong> reazionaria dal primato del politico”.<br />

183 Cfr.: Frasncisco Elias de Tejada, <strong>“La</strong> teologia vichiana <strong>della</strong> storia”, in Aa. Vv., “Vico maestro <strong>della</strong><br />

tradizione”, Palermo 1976, pag. 15.<br />

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