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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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da Nietzsche e da Heidegger - possono e devono essere cercate nell’opera e nel dramma<br />

cristiano di Gentile. La vita eroica di Gentile rivela, infatti, il rovescio sconosciuto <strong>della</strong><br />

medaglia fideistica, cioè la sua inclinazione ad agire come opposizione al razionalismo<br />

piuttosto che come antitesi alla metafisica di san Tommaso.<br />

Non a caso, dopo il Gentile del 1942, l’immanentismo diventa terreno impraticabile per la<br />

ragione. La <strong>filosofia</strong> di Gentile rappresenta le colonne d’Ercole del razionalismo; oltre<br />

Gentile il moderno ha incontrato le acque abissali e torbide del nichilismo.<br />

Le tesi dell’immanentismo, che avevano imperversato sulla scena filosofica di due<br />

secoli, si sono improvvisamente capovolte nelle tesi dell’irrazionalismo e del fideismo ateo.<br />

In questa luce non stupisce la prevalenza dell’altra e definitiva riforma <strong>della</strong> dialettica<br />

hegeliana, quella porno-tanatofila, elaborata da Alexandre Kojève e da Georges Bataille.<br />

<br />

Dalle lezioni di Michelet, Acri aveva conosciuto l’indirizzo <strong>della</strong> via da percorre per<br />

riabilitare il platonismo cristiano attraverso una critica serrata, svolta all’interno del sistema<br />

hegeliano.<br />

In questo programma di ricerca sono anticipate sia le linee <strong>della</strong> riforma <strong>della</strong> dialettica<br />

hegeliana compiuta da Giovanni Gentile (nel 1913, l’anno <strong>della</strong> morte di Francesco Acri) 21 ,<br />

sia le linee di quella dissidenza dall’attualismo che sta all’origine <strong>della</strong> fascinosa avventura<br />

dello spiritualismo cristiano 22 .<br />

Concepita nella luce <strong>della</strong> lezione platonizzante di Michelet, l’obiezione che Acri, rivolge<br />

agli hegeliani chiarisce, infatti, il motivo <strong>della</strong> riforma intrapresa da Gentile per eliminare<br />

dal sistema di Hegel, i residui del platonismo e <strong>della</strong> teologia: “Dicono gli hegeliani che il<br />

pensiero si fissa nell’essere non come essere ma come essere pensato, che il pensare si<br />

astrae da sé e si ripone nel pensato dove – appunto perché in un pensato – si estingue ma<br />

non si annulla, poi si riaccende e si distingue dall’essere pensato. Ma come può il pensare<br />

estinguersi nell’essere pensato, se pensato è correlativo a pensare? Se si estingue il<br />

pensare, si estingue necessariamente anche il pensato che è suo termine. Hegel dice che<br />

l’essenza del pensiero consiste nella distinzione del pensare e dell’essere nella unità dello<br />

stesso pensiero; dunque il pensare non può estinguersi nell’essere senza che l’essere perda<br />

la sua nota di pensato, cioè di distinto dal pensare” 23 .<br />

Giovanni Gentile aveva indicato il punto debole dell’immanentismo hegeliano,<br />

anchilosato dalla pretesa di muovere (dialetticamente) le idee platoniche. Della logica<br />

hegeliana, pertanto, egli rivelava la natura di movimento apparente delle idee platoniche,<br />

cioè l’esclusione del divenire reale del pensiero pensante.<br />

Per uscire dal circolo vizioso disegnato da Hegel, Gentile aveva affermato che l’oggetto<br />

del pensiero è lo stesso atto del pensiero pensante: il pensato è il pensiero pensante che si<br />

auto-oggettiva. Ma in questa soluzione al problema <strong>della</strong> riforma <strong>della</strong> dialettica hegeliana,<br />

21 Per un approccio obiettivo alla riforma <strong>della</strong> dialettica hegeliana cfr. la voce “Gentile”, redatta da Michele<br />

Federico Sciacca per l’Enciclopedia cattolica, la voce “Gentile” redatta da Vito Bellezza per l’Enciclopedia<br />

cattolica di Gallarate, i saggi di Augusto Del Noce, “Il suicidio <strong>della</strong> rivoluzione”, Rusconi, Milano 1983 e<br />

“Giovanni Gentile”, il Mulino, Bologna 1991; i saggi di Maria Adelaide Raschini, che sono raccolti nel volume<br />

postumo intitolato “Gentile e il neoidealismo”, op. cit..<br />

22 Sullo spiritualismo cristiano cfr.: Felice Battaglia, <strong>“La</strong> lezione spiritualistica di Giovanni Gentile”, in<br />

“Giornale di Metafisica”, 1955 pag. 2-24, e Armando Carlini, “Quel che debbo al Gentile”, id., id., pag. 25-34.<br />

23 Citato da Giuseppe Muzio, cfr. l’introduzione a “Della cognizione secondo san Tommaso”, op. cit., pag. 10.<br />

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