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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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esempio, quelli compiuti sulla linea Brentano-Husserl-Stein, che, in varia misura, hanno<br />

propiziato l’approdo del movimento neotomista alla condizione oggettivamente privilegiata,<br />

che autorizza l’ottimismo espresso nella “Fides et ratio”.<br />

Lo studioso, che tenta la rievocazione <strong>della</strong> rinascita filosofica in campo cattolico, non<br />

può dimenticare che la storia <strong>della</strong> <strong>restaurazione</strong> ha inizio dall’umiliante depressione del<br />

primo Ottocento, quando nei seminari non era infrequente la sequela di autori poco<br />

affidabili, come Renato Descartes, Nicolas Malebranche, Étienne Condillac e Pasquale<br />

Galluppi.<br />

Il doveroso e cauto apprezzamento di Husserl, che aveva inaugurato una nuova stagione<br />

filosofica revocando in dubbio le tesi scettiche degli illuministi 83 , peraltro è in sintonia con<br />

lo spirito oggettivo e con la carità intellettuale, che improntano esemplarmente l’intera opera<br />

di Edith Stein 84 , senza tradursi nell’adesione incauta alle tesi <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> husserliana.<br />

Edith Stein, che in gioventù aveva subito senza riserve il fascino del pensiero di Husserl,<br />

come ella confessa con splendida auto ironia 85 , in età matura contemplò i procedimenti<br />

tortuosi e ambigui, le incomprensibili meditazioni cartesiane, le formule verbose del vecchio<br />

maestro, avvicinandosi all’opinione di coloro che accostavano la fenomenologia al rovinoso<br />

criticismo di Kant e all’idealismo: “Già nelle Idee si trova una frase sospetta: se<br />

cancelliamo la coscienza cancelliamo il mondo. Negli ultimi anni questa convinzione<br />

fondamentale ha avuto un ruolo sempre più importante per Husserl. In effetti c’è un<br />

avvicinamento a Kant e una radicale differenza nei confronti <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> cattolica, la<br />

quale è certa dell’autonomia dell’essere del mondo” 86 .<br />

Poco più avanti, quasi a porre l’accento sulla difficoltà di decifrare l’ultima intenzione<br />

husserliana e, in ultima analisi, di formulare un esatto giudizio conclusivo, Edith Stein si<br />

corregge, e precisa che “Husserl ha sempre sottolineato che la fenomenologia non è e non<br />

sfocia nell’idealismo” 87 .<br />

Rimane dunque sospesa nell’incertezza la risoluta affermazione di Angela Ales Bello, la<br />

quale sostiene che Husserl attua un compiuto superamento nei confronti del criticismo<br />

kantiano e dell’idealismo, avviandosi risolutamente verso una fenomenologia realistica 88 .<br />

83 Al riguardo di Husserl scrive Hanna-Barbara Gerl: “Tramite la fenomenologia era riportata nella <strong>filosofia</strong> una<br />

nuova forma d’interrogazione con nuova inflessione che prometteva in particolare all’inizio un nuovo indirizzo<br />

fondamentale di pensiero oltre l’illuminismo, indirizzo che metteva in discussione esso stesso in senso scettico le<br />

abituali posizioni scettiche”. Cfr. “Edith Stein Vita – Filosofia Mistica”, op. cit. pag. 152.<br />

84 Edith Stein non depose la sua imperturbabile equanimità neppure di fronte ai persecutori nazisti. Nel<br />

frammento autobiografico “Storia di una famiglia ebrea”, ultimato nel 1939, scrive infatti che i nazisti hanno<br />

fatto degli ebrei “una spaventosa caricatura” ma non esclude che “essa sia stata disegnata con sincera<br />

convinzione: forse i tratti imitano modelli viventi. Ma l’umanità ebraica è il prodotto del sangue ebraico tout<br />

court? I grandi capitalisti, la letteratura saccente, le menti irrequiete che hanno ricoperto ruoli di primo piano<br />

nei movimenti rivoluzionari degli ultimi decenni sono gli unici o anche soltanto i più autentici rappresentanti<br />

dell’ebraismo? In tutti gli starti del popolo tedesco si trovano persone che lo negano”. “Storia di una famiglia<br />

ebrea”, Città Nuova, Roma 1999, pag. 23.<br />

85 Cfr. “Storia di una famiglia ebrea”, cit., pag. 200, dove è riportata una strofa composta dagli studenti di<br />

Breslavia che canzonavano la sua infatuazione filosofica per Husserl.<br />

86 Cfr. <strong>“La</strong> ricerca <strong>della</strong> verità”, op. cit., pag. 60. Cornelio Fabro, che ha esaminato scrupolosamente tutti gli<br />

scritti di Edith Stein sostiene che il cogito cartesiano e kantiano non ifluenzò mai il suo pensiero. Cfr.: “Linee<br />

dell’attività filosofico-teologica <strong>della</strong> Beata Edith Stein”, op. cit..<br />

87 Ibidem..<br />

88 Cfr. Edith Stein, “Introduzione alla <strong>filosofia</strong>”, prefazione di Angela Ales Bello, Città Nuova, Roma2001, pag.<br />

9.<br />

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