Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio
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Quando si considera il mostruoso e furente schema teologico dell’opera di Bloy,<br />
che moltiplica e ingigantisce gli errori del millenarismo di Gioacchino da Fiore,<br />
identificando la redenzione cristiana con la rivoluzione libertaria intesa ad abolire il<br />
peso <strong>della</strong> legge, i sospetti sulla verità <strong>della</strong> conversione di Jacques e Raïssa<br />
Maritain si rafforzano.<br />
Nelle fantasticherie letterarie dello spiritato Bloy, il figlio prodigo è trasformato<br />
nell’emblema dello spirito rivoluzionario: non è più il peccatore redento dalla<br />
misericordia infinita del Padre celeste, ma la rappresentazione deformata di uno<br />
Spirito Santo, che soffia in direzione dell’anarchia 252 .<br />
Il regno del disordine, secondo l’allucinata profezia di Bloy, sarà instaurata dagli<br />
ebrei apostati e dediti al malaffare. Bloy ritiene che questo sia il significato<br />
recondito – propriamente mistico - del detto evangelico “dagli ebrei la salvezza”:<br />
l’escatologia <strong>della</strong> trasgressione totalitaria 253 .<br />
L’attesa escatologica del divino disordine è la cometa che accompagna l’intero<br />
cammino intellettuale di Maritain. Nel 1964, l’ottantenne Maritain scrive a Julien<br />
Green per segnalare il pericolo del nuovo modernismo, “lo spettacolo spassoso di<br />
quei vescovi del Concilio, la Chiesa docente, affiancati ciascuno da esperti,<br />
professori eruditi e pedanti <strong>della</strong> Chiesa istruita, di cui un buon numero vaneggia<br />
intellettualmente e di cui quasi nessuno è saggio” 254 . Non stupisce l’ilarità<br />
manifestata da Maritain nel descrivere gli umilianti vaneggiamenti conciliari, che<br />
Paolo VI attribuirà al fumo di Satana. Maritain sapeva pesare le parole. Il fatto è che,<br />
nella devastata teologia del suo maestro Bloy, lo Spirito Santo è un genio bizzarro, e<br />
non lo spirito dei sette doni adorato dalla Chiesa. E il genio bizzarro, conclude<br />
Maritain, “compie la sua opera in mezzo a questa baraonda”. Chi si illude che, nella<br />
vecchiaia, Maritain abbia ritrattato gli errori di “Umanesimo integrale”, assumendo<br />
una saggia difesa <strong>della</strong> tradizione, ebbe immediatamente l’occasione di ricredersi.<br />
Secondo le paysan de la Garonne, infatti, la via <strong>della</strong> saggezza cattolica non era<br />
segnata dalla tradizione ma dall’intemperanza dei progressisti: “L’atteggiamento del<br />
giovane clero si capisce molto bene, perché siamo di fronte a una mentalità<br />
generale che è certamente avanzata rispetto a quella del Medioevo e dell’epoca<br />
barocca, ma che è del tutto informe e selvaggia, violentemente sfrenata come un<br />
maremoto, e che invece di aver raggiunto le sue forme normali di espressione<br />
intellettuale si scontra con una miserabile barriera elevata da una teologia fedele<br />
ma che non ha saputo rinnovarsi (l’intelligenza è sempre in ritardo) 255 .<br />
252 Evidente reminiscenza gnostica (marcionita), l’idea di un regno cristiano, instaurato nel segno del<br />
disordine morale era diffusa negli ambienti esoterici frequentati da Tardif de Moidrey, la fonte<br />
teologica di Bloy.<br />
253 L’influenza di Bloy spiega le amicizie coltivate da Maritain nel campo <strong>della</strong> letteratura trasgressiva:<br />
Jean Cocteau, François Mauriac, Georges Bernanos, Julien Green ecc.<br />
254 Jean-Luc Barré, op. cit., pah. 500.<br />
255 Ibidem. Nel 1968, quando apparve “Il contadino <strong>della</strong> Garonna”, Claudio Leonardi pubblicò nella<br />
pagine <strong>della</strong> rivista del card. Siri, “Renovatio”, un ampio saggio, nel quale dimostrava che Maritain<br />
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