Postscriptum Introduzione al postmoderno 143
Lo storico che volesse datare l’inizio dell’età postmoderna non potrebbe tenersi lontano da quel rovente 1943, che fu teatro <strong>della</strong> polemica tra Jean Paul Sartre e Georges Bataille intorno al predominio, nelle numerose correnti dell’ateismo contemporaneo, <strong>della</strong> speranza umanistica o degli incentivi al pessimismo oltreumano 214 . Nelle pagine <strong>della</strong> rivista “Cahiers du Midi”, Bataille, sulla traccia dei surrealisti 215 , di Léon Šestov 216 e di Alexandre Kojève 217 , aveva beffeggiato i santoni <strong>della</strong> sinistra umanitaria indicando la fatale convergenza dei princìpi <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> hegeliana (ancora considerata “vertice speculativo <strong>della</strong> modernità”) con le ebbre e disperate suggestioni di Nietzsche (allora giudicato alla stregua d’ispiratore dionisiaco del nazismo). L’annessione e la riforma <strong>della</strong> mentalità politeista 218 di Nietzsche e di Weber da parte di un esponente <strong>della</strong> sinistra estrema, quale Taubes, erede delle suggestioni magicoqabbalistiche, che circolavano tra i precursori dell’espressionismo e del surrealismo 219 , costituisce, appunto, l’inizio del “postmoderno”, l’età nella quale Michele Federico Sciacca vide l’assalto laico alla ragione 220 , Giovanni Paolo II l’insorgere <strong>della</strong> cultura di morte, 214 Su Georges Bataille cfr. la ponderosa raccolta di saggi di Pietro Palumbo, “Tra Hegel e Nietzsche Georges Bataille e l’eccesso dell’essere”, Annali <strong>della</strong> Facoltà di Lettere e <strong>filosofia</strong> dell’Università di Palermo, Palermo 2001. In questo eccellente lavoro di ricerca, l’autore analizza impietosamente l’amalgama di filosofemi tracotanti e mistici furori, che rappresenta l’ammodernamento e la propalazione degli incubi gnostici, usati per attirare la ragione nella pazza rivolta contro se stessa. 215 Jacob Taubes ha dimostrato l’analogia dell’anarchismo surrealista e <strong>della</strong> “mancanza nichilista di mondo <strong>della</strong> gnosi tardoantica”. La dimostrazione taubesiana, pertanto, è svolta a partire dall’esperienza gnostica del mondo: nel linguaggio gnostico, cosmo vuol dire anche ordine e legge, “ma il segno che questi vocaboli possiedono in greco viene invertito. L’ordine diventa l’ordinamento rigido e ostile, la legge diventa la legislazione tirannica e malvagia. ... Il limite che nello schema cosmologico antico era garante dell’ordine armonico, nell’esperienza gnostica diventa la barriera esteriore che bisogna superare. Il concetto di Aldilà, dunque, nel linguaggio gnostico possiede un significato evidente. L’Aldilà è il luogo del Dio oltremondano, che è concepito come un contro-principio rispetto al mondo. I predicati gnostici di Dio – inconoscibile, innominabile, indicibile, illimitato, non esistente ecc. – sono predicati negativi. Devono essere intesi come negazione del mondo e determinano polemicamente l’opposizione del Dio oltremondano nei confronti del mondo”. Cfr.: Jacob Taubes, “Messianismo e cultura Saggi di politica teologia e storia”, Garzanti, Milano 2001, pag. 227. 216 Léon Šestov (1866-1938) fu autore di un saggio (“L’idea del bene in Tolstoj e Nietzsche”) che, secondo Pietro Palumbo, influenzò profondamente Bataille. Nel saggio in questione Šestov, che professa un dualismo teologico d’impronta marcionita, riabilita l’irrazionalismo immoralistico e fa di Nietzsche un paladino <strong>della</strong> vera fede (concepita come antitesi all’imperio <strong>della</strong> ragione e <strong>della</strong> morale). 217 Nelle lezioni tenute alla Sorbona tra il 1933 e il 1938, Alexandre Kojève ha dimostrato che “l’antropologia di Hegel è una <strong>filosofia</strong> <strong>della</strong> morte ... sapere assoluto hegeliano e accettazione cosciente <strong>della</strong> morte concepita come annichilimento completo e definitivo, fanno tutt’uno”. 218 Gli dèi, nella teoria weberiana, sono le potenze impersonali e metaumane, il perenne conflitto delle quali domina la scena del mondo. Nell’opera di Weber come in quella di Nietzsche l’orizzonte è completamente invaso e dominato dal pregiudizio deterministico. 219 Sulle influenze esoteriche nella critica <strong>della</strong> civilizzazione occidentale cfr. l’ampia nota introduttiva di Elettra Stimilli a Jacob Taubes, “Messianismo e cultura”, op. cit., pag. 15 e seg. 220 Prima che la bizzarria francofortese dilagasse in Occidente, Sciacca formulò un’impietosa diagnosi sulla salute <strong>della</strong> ragione laica: “Un nuovo messianismo laicista iconoclasta ha invaso e corrotto ... la cultura europea. La fiducia che tutto sarebbe stato meglio fondato se fondato soltanto sull’ordine naturale ed umano, storico, senza Dio o attraverso la riduzione o trascrizione al secolo di Dio e di tutte le verità teologiche, la sicurezza che perduto Dio, nulla sarebbe perduto – lo stesso Cristianesimo sarebbe stato riconquistato come dottrina morale e sociale, una volta «purificato» dai suoi «mitici» elementi soprannaturali anch’essi razionalizzabili – si sono rivelati fallaci: i valori privati del loro fondamento assoluto, si sono eclissati; l’ordine dell’uomo e <strong>della</strong> natura è rimasto sospeso nel vuoto. Invano, per circa due secoli, la ragione divinizzata si è affaticata a salvarsi inventando imiti <strong>della</strong> sua assolutezza – dell’assoluto <strong>della</strong> scienza, <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> e dell’arte, dell’assoluto <strong>della</strong> morale, <strong>della</strong> società e dell’umanità ecc. – invano il mito e ogni mito si è rivelato 144
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