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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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Nella teologia marcionita il Dio dell’Antico Testamento è contemplato quale principio (o<br />

demiurgo) malvagio, opposto per diametrum a un “dio straniero” dai tratti femminili e<br />

buonisti.<br />

In seno al mito <strong>della</strong> doppia divinità, prese forma l’antitesi, costitutiva dell’odio contro gli<br />

ebrei: gli adoratori del Dio di Abramo sono malvagi per essenza, buoni sono soltanto i fedeli<br />

del “dio straniero”.<br />

Il discredito del Dio dell’Antico Testamento implica un odio cieco contro il popolo che<br />

gli rende culto. Ma questo popolo, oltre che dagli ebrei, è costituito dai cristiani, che<br />

adorano Gesù Cristo, figlio di Dio. L’origine pagana dell’antisemitismo d’ogni tempo è<br />

dunque incontestabile: per essere coerenti all’antisemitismo di Marcione occorre rinnegare e<br />

odiare Gesù Cristo 212 .<br />

Il documento vaticano sulla Shoah dichiara conseguentemente che “a livello teologico<br />

non posiamo ignorare il fatto che non pochi aderenti al partito nazista ... diedero prova di<br />

un preciso odio nei confronti di Dio stesso”.<br />

A malgrado delle incontrollate esternazioni dei laicisti, che vogliono ad ogni costo<br />

infamare la memoria di Pio XII, attribuendogli debolezze e complicità con gli sterminatori<br />

nazisti, l’antisemitismo è estraneo e antitetico alla fede cristiana. Infatti, continua il<br />

documento, “la Shoah fu opera di un tipico regime moderno neopagano. Il suo<br />

antisemitismo aveva le proprie radici fuori del Cristianesimo”.<br />

L’affermazione contraria si regge solo in un diluvio di paradossi, che iniziano dalle accuse<br />

rivolte al presunto antisemitismo cristiano e mettono capo ad una teologia stralunata,<br />

incompatibile con l’Antico e il Nuovo Testamento.<br />

L’esito del nazismo fu un paganesimo diffuso. Un esito che si ripete (forse<br />

inconsciamente) nell’età postmoderna. Valga ad esempio la paradossale dottrina<br />

neoreligiosa e universalistica di <strong>Piero</strong> Citati.<br />

Nella Repubblica (18 marzo 1998), Citati attribuisce l’origine dell’antisemitismo alle<br />

Lettere di san Paolo (dimenticando che, nella Lettera ai Romani, san Paolo, dopo aver<br />

vantato la sua origine israelita, <strong>della</strong> stirpe di Abramo, <strong>della</strong> tribù di Beniamino, definisce i<br />

cristiani parte eletta [d’Israele], e rami d’olivastro, innestati sulla radice santa).<br />

Posta l’irriducibilità del Nuovo all’Antico Testamento, Citati non può far altro che cercare<br />

la pacificazione lungo la strada dell’eresia pagano-marcionita.<br />

Prende così forma il disegno d’un paradiso dualistico “nel quale si esprime l’indivisa<br />

essenza di Dio e il volto indiviso del bene: se la religione cristiana vede il corpo incarnato e<br />

doloroso del Cristo presente in tutte le cose, la mistica ebraica contempla la Schechinà, il<br />

volto femminile di Dio” 213 .<br />

L’inconsistenza e la contraddittorietà del processo al Cristianesimo istruito dal punto di<br />

vista dell’antisemitismo originario non è dimostrabile con maggior vantaggio per la verità<br />

di fede e di ragione.<br />

212 L’esposizione esauriente del pensiero marcionita si trova nel “Contra haereses” di sant’Ireneo da Lione.<br />

213 Ibidem.<br />

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