Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio
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Jacques Maritain nacque a Parigi nel 1882, da Paul Maritain, avvocato senza<br />
ambizioni e pornografo a tempo perso, e da Geneviève Favre, donna irrequieta,<br />
vanesia e totalmente disinibita 236 .<br />
Geneviève era figlia illegittima di Jules Favre, un notabile, che, prima di<br />
concludere il suo cursus honorum nella parte effimera di ministro del governo<br />
costituito dopo il disastro di Sedan, si era segnalato come autorevole esponente <strong>della</strong><br />
massoneria e come difensore, contro la Chiesa, del cattolico liberale Lamennais 237 .<br />
Legata a quella oligarchia massonica, che Charles Maurras 238 , aveva dipinto con<br />
colori implacabili 239 , rigorosamente laica e superiore alla morale, la famiglia di<br />
Geneviève si gloriava, tuttavia, <strong>della</strong> parentela con Pierre Favre, uno dei primi<br />
compagni di sant’Ignazio di Loyola 240 .<br />
Nel 1884 i genitori di Jacques, approfittando <strong>della</strong> legge divorzista introdotta dai<br />
parlamentari <strong>della</strong> III Repubblica, si separano mettendo fine alla loro unione<br />
disordinata e burrascosa. I figli (Jacques e la sorella) sono affidati alla madre, che<br />
sceglie quale istitutore Jean Réville, teologo protestante e banditore di un pio<br />
immanentismo.<br />
La dottrina di Réville, che impronta l’infanzia di Jacques e ne scolpisce<br />
l’adolescenza, consiste in una paradossale confusione di sacro e profano, che, per<br />
disciplina da darsi alle comunità, specialmente alle comunità di lavoro” cfr. <strong>“La</strong> Piura: schizofrenia o<br />
autocritica?”, in “Instaurare omnia in Christo”, gennaio-aoprile 2002.<br />
236 Geneviève Favre morì a Parigi il 17 febbraio 1947, dopo una vecchiaia trascorsa a coniugare la<br />
spiritualità dell’India con l’ideologia comunista.<br />
237 Le notizie qui riferite sul giovane Maritain e sul suo ambiente familiare sono tratte dalla<br />
monumentale opera di Jean-Luc Barré, “Jacques e Raïssa Maritain Da intellettuali anarchici e testimoni<br />
di Dio”, Paoline, Milano 2000.<br />
238 Charles Maurras (Martigues 1868 – Tours 1952). Indirizzato al classicismo dal suo maestro, il poeta<br />
Mistral, concepì quell disprezzo per il romanticismo e per la cultura tedesca, che lo avrebbe qualificato<br />
tutta la sua opera a cominciare da “Le chemin de Paradis” del 1895. Nel 1898, dopo essersi opposto ai<br />
dreyfusardi, pur non essendo credente, si schierò con i cattolici tradizionalisti che avevano fondato la<br />
rivista l’Action française. Nel 1908, l’Action française diventata organo quotidiano dell’organizzazione<br />
monarchica dei “Camelots du Roi”, intraprese una dura campagna i difesa delle Congregazioni<br />
religiose, perseguitate dalla III Repubblica. Maurras non seppe trasformare in consenso politico la<br />
enorme popolarità del suo movimento, che in tal modo si espose all’usura dell’attesa indefinita. Nel<br />
1927 l’Action française, sconfessata da Pio XI, declinò rapidamente. Nel 1936, Maurras, nel frattempo<br />
accolto nell’Académie française, prese posizioni a favore dell’Italia e, pur mantenendo ferme le<br />
obiezioni antitedesche, sostenne le tesi dei neutralisti. Nel 1940 aderì al movimento di Philippe Pétain<br />
e, pur avendo sempre confermato la sua allergia ai tedeschi, nel 1945 fu condannato all’ergastolo per<br />
collaborazionismo. Per una esauriente biografia di Maurras, cfr. Franco Pintore, “Maurras”, Volpe,<br />
Roma 1965 e Maurizio Serra, Una cultura dell’autorità, La Terza, Bari 1980..<br />
239 <strong>“La</strong> massoneria si appoggia per prima cosa su un gruppo semi-etnico, composto da più di mezzo<br />
milione di uomini, i protestanti: vecchio di tre secoli, impegnato nel più vivo <strong>della</strong> carne e dell’anima,<br />
rappresentante dei più vividi rancori storici”. Cfr. <strong>“La</strong> monarchia, Giovanni Volpe editore, Roma<br />
1970, p. 111<br />
240 Il salotto <strong>della</strong> famiglia Favre-Maritain era frequentato, fra gli altri, da Roman Rolland e Charles<br />
Peguy.<br />
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