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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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La violenza delle argomentazioni, il tono acceso e lo stile roboante scuotono la<br />

coscienza dei cattolici francesi e conferiscono a Maritain attendibilità e prestigio<br />

superiori ai suoi meriti effettivi.<br />

Il contributo di Maritain allo sviluppo del tomismo, peraltro, è modestissimo. Gli<br />

autentici studiosi dell’Aquinate, come padre Réginald Garrigou-Lagrange e Cornelio<br />

Fabro, non sono minimamente influenzati dai saggi maritainiani, nei quali il card.<br />

Siri vedeva la vernice letteraria piuttosto che la solida impronta <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong>.<br />

Gli scritti filosofici e gli articolo politici del Maritain prima maniera<br />

(“Antimoderno”, “Tre riformatori” ecc.) hanno, in compenso, i crismi <strong>della</strong> destra<br />

cattolica più rigorosa e perciò conquistano anche lettori come don Giuseppe Siri e<br />

don Giovanni Battista Montini (che tradusse e diffuse in Italia “Tre riformatori”) 260 .<br />

Alla fine 1926 (anno nel quale l’Action française è sconfessata dal Sant’Uffizio<br />

con decisione improvvisa e per molti versi discutibile) 261 , Maritain compie una<br />

svolta a tutto giro.<br />

Il card. Giuseppe Siri, ha sostenuto che il primo segno del cambiamento avvenuto<br />

in Maritain si nota nel saggio “Primato dello spirituale”, pubblicato nel 1927, dove<br />

fa apparizione per la prima volta la tortuosa dottrina dei due assoluti, l’assoluto di<br />

quaggiù, ove l’uomo è dio senza Dio, e l’assoluto dell’alto, dove è Dio in Dio, che<br />

sono il prisma attraverso cui Maritain vede tutte le cose 262 .<br />

Certo è che, proprio nell’anno <strong>della</strong> condanna, che diede inizio al declino <strong>della</strong><br />

destra cattolica europea 263 , Henri Massis pubblica un libro, “Défense de<br />

260 Giovanni Battista Montini subì a lungo la deleteria influenza di Maritain ma, diventato Paolo VI,<br />

cambiò avviso: nel 1965, quando furono evidenti i danni causati dalla teologia progressista, lasciò<br />

cadere l’ipotesi di un’associazione di Maritain ai lavori del Concilio Vaticano II. Sulla decisione di<br />

Paolo VI e sulla delusione manifestata da Maritain, cfr. Jean-Luc Barré, op. cit., pag. 496.<br />

261 Il 29 dicembre del 1926 un decreto del Sant’Uffizio, al quale si giunse senza seguire le procedure<br />

canoniche, metteva all’indice il giornale dell’Action française. L’8 marzo 1927 un decreto <strong>della</strong><br />

Penitenzieria comminava gravi sanzioni contro i lettori del giornale maurassiano. Secondo lo storico<br />

Philippe Prévert il provvedimento contro l’Action française era dettato dall’aspirazione a raggiungere<br />

di un ralliement con il governo francese presieduto da Aristide Briand che promuoveva (ecco il punto)<br />

una politica filotedesca antitetica a quella dettata da Maurras, Daudet e Massis ma (incautamente)<br />

condivisa da Pio XI. La condanna dell’Action française è strettamente legata alla fase filotedesca (e<br />

filorepubblicana) del pontificato di Pio XI, il quale cominciò a ricredersi e a pensare alla riabilitazione<br />

dell’Action française solo dopo che l’assassinio del cancelliere austriaco Dollfuss fece capire da che<br />

parte proveniva l’insidia contro la pace europea. A conferma <strong>della</strong> tesi sulla motivazione politica (e non<br />

dottrinale) <strong>della</strong> condanna dell’Action française, Philippe Prévert ricorda che nel febbraio del 1939,<br />

quando fu tolto l’interdetto, ai militanti dell’Action française non fu richiesta la ritrattazione degli<br />

errori imputati. Cfr.: Michel Fromentoux, <strong>“La</strong> condamnation de l’Action française”, in”Certitudes”, n.<br />

XXV, giugno 1997.<br />

262 Cfr.: “Getsemani”, Fraternità <strong>della</strong> SS Vergine Maria, Roma 1980, pag. 88.<br />

263 Sulla storia (censurata e rimossa) delle iniziative politiche messe in atto dai cattolici di destra per<br />

fronteggiare il nazionalismo germanico cfr. Davide Sabatini, “L’internazionale di Mussolini”,<br />

Tusculum, Roma 1999.<br />

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