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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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sognatore romantico (coloro che lo conobbero in quel periodo, lo descrivono, infatti,<br />

come “un giovane alto, dallo sguardo molto dolce e con i capelli folti, che sembra<br />

uno slavo”) 245 , conosce il nipote di Ernest Renan, Ernest Psichari 246 , con il quale<br />

stabilisce immediatamente un intenso rapporto, “un’amicizia per lui senza<br />

precedenti: la passione, così vicina al sentimento amoroso e non meno<br />

febbrile, esclusiva, possessiva e ardente” 247 .<br />

Dopo gli studi liceali, ovviamente brillanti, Jacques Maritain s’inscrive alla<br />

Sorbona, dove seguendo l’inclinazione dell’epoca positiva, frequenta i corsi di<br />

scienze. Alla Sorbona, verso la fine del 1900 conosce la sua futura moglie,<br />

l’imperiosa Raïssa Umanshoff 248 , una giovane russa di famiglia ebraica, e di ardente<br />

fede anarchica. Raïssa è l’animatrice di un circolo fanatico di rifugiati politici e di<br />

studenti russi, che si riuniscono in casa dei suoi genitori, infervorandosi fino a notte<br />

fonda a processare Dio e il mondo 249 .<br />

Alla fine dello stesso anno, Maritain inizia a frequentare assiduamente il poeta<br />

socialista Charles Péguy, che pubblica una rivista social-spiritualistica ispirata da<br />

idee vagamente massoniche e finanziata da Geneviève Favre.<br />

Péguy dà luogo ad una svolta importante nell’evoluzione di Jacques e Raïssa,<br />

indirizzandoli alle lezioni, che il filosofo evoluzionista Henri Bergson teneva al<br />

Collège de France. In breve, la mente dei due giovani, privi di difese immunitarie, è<br />

letteralmente soggiogata dalla <strong>filosofia</strong> bergsoniana, che diventa il tema<br />

d’accompagnamento alla nascita del loro intellettualistico e astratto amore.<br />

Nel 1904 Jacques e Raïssa si sposano, dopo aver superato gli ostacoli posti dalla<br />

puntigliosa Geneviève.<br />

Due anni dopo, ultimati con fatica gli studi universitari, Jacques e Raïssa<br />

Maritain, si convertono al cattolicesimo per influsso del fanatico libellista Léon<br />

Bloy, diventato da poco loro amico 250 .<br />

245<br />

Jean-Luc Barré, “Jacques e Raïssa Maritain Da intellettuali anarchici e testimoni di Dio”, op. cit.,<br />

pag.74.<br />

246<br />

Ernest Psichari, che si era intanto convertito cadde il 22 agosto 19143, combattendo valorosamente<br />

a Rossignol-Sain-Vicent, (mentre Maritain era rifugiato a Londra).<br />

247<br />

Op. cit., pag. 46.<br />

248<br />

Charles du Bos per rappresentare l’esaltazione di Raïssa, usa queste parole: “Viso magro, minuto,<br />

veramente estatico e come fasciato da una benda di ardore”. Cfr. Jean-Luc Barré, op. cit., pag. 350.<br />

249<br />

Op. cit., pag. 40.<br />

250<br />

In “Quelques pages sur Bloy”, del 1929, Maritain parla dell’influenza di Bloy paragonandola<br />

all’irruzione di “un torrente che strappa le rocce e gli alberi dalle sue sponde”. Il ruolo decisivo di<br />

Bloy è sottolineato anche da Raïssa, in due saggi, uno del 1941 (“Les grandes amitiés”), l’altro del<br />

1944 (“Avventures de la grâce”). Agli occhi dei cattolici francesi, la figura del poligrafo Léon Bloy<br />

(1846-1917) appariva circondata dall’aureola del polemista ardimentoso, che smascherava e<br />

denunciava i poteri forti. Nella stagione dello sconcerto, e del discredito seguito all’affaire Dreyfuss, i<br />

lettori cattolici si riconobbero, infatti, nel linguaggio rovente, con cui Bloy fustigava e ridicolizzava i<br />

tromboni del perbenismo massonico. A nessuno venne in mente che l’affaire era un’occasione propizia<br />

per abbandonare le suggestioni eterodosse a monte dell’antisemitismo. Pochi si avvidero che nello stile<br />

di Bloy, circolava l’ambigua <strong>filosofia</strong> <strong>della</strong> romantik, assimilata attraverso le lezioni di Jules Barbey<br />

d’Aurevilly, un romanziere che mescolava sapientemente misticismo e sensualità, e di Villiers del<br />

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