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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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Zarcone, Giovanni Torti, Giulio Puccioni, Vittorio Vettori, Ulderico Nisticò, Alessandro<br />

Massobrio l’identità cattolica di Vico non è più in discussione, mentre sono definitivamente<br />

archiviate le avventurose interpretazioni dei neohegeliani e dei tardomarxiani 168 .<br />

Voegelin, nel saggio <strong>“La</strong> Scienza Nuova nella storia del pensiero politico” 169 , scritto<br />

all’inizio degli anni cinquanta e rimasta a lungo inedita sostiene coraggiosamente che “Gli<br />

elementi italiani e cattolici non sono separabili nel pathos di Vico. E’ avvenuto qualcosa in<br />

Italia che va oltre i risultati scientifici d’oltralpe, e questo qualcosa è animato dallo spirito<br />

cattolico di Vico” 170 .<br />

Voegelin, ha compilato una speciale genealogia <strong>della</strong> catastrofe filosofica, che contempla<br />

“la psicologia sensista sulla scia di Locke, l’oscurantismo spirituale di Voltaire, l’etica<br />

utilitaristica, la <strong>filosofia</strong> progressista, il crollo <strong>della</strong> ragione seguito al romanticismo, la<br />

nuova gnosi, la <strong>filosofia</strong> dell’esistenza tragica e il materialismo economico” 171 . Ora<br />

l’estraneità di Vico al pensiero che ha allestito il dramma moderno, dipende<br />

dall’avvistamento tempestivo <strong>della</strong> gnosi nichilista, albeggiante nell’irrealismo di Cartesio e<br />

nella politologia materialistica di Hobbes.<br />

Opponendo la morale tradizionale alle suggestioni cartesiane e hobbesiane, Vico ha<br />

scoperto la legge luminosa, che scongiura gli stati d’animo prodotti dagli errori (sensismo,<br />

utilitarismo, materialismo) che saranno elencati da Voegelin. Questa legge afferma il ruolo<br />

insostituibile <strong>della</strong> continenza nella formazione degli ordini civili e nel loro autentico<br />

progresso: “Gli uomini che non intendono altro che le cose necessarie alla vita, sono per un<br />

certo senso o natura filosofi” 172 .<br />

La virtus romana era pertanto considerata come fondamento <strong>della</strong> sapienza civile e come<br />

antidoto alla corruzione materialistica e utilitaristica. In ragione di tale premessa, Vico<br />

poteva aggredire il razionalismo senza nulla concedere alla fantasticheria e alla sensualità.<br />

che costituivano l’altra faccia- il regressismo furente - <strong>della</strong> moneta in corso nel XVIII<br />

secolo. Il titolo di pensatore moderno e sempre attuale, pertanto, si adatta più a Vico che ai<br />

fondatori o prepadri <strong>della</strong> sciagura moderna (Machiavelli, Bodin, Cartesio, Hobbes,<br />

Spinoza, Grozio, Bayle) che, peraltro, Vico ha magistralmente confutato fin dal 1725.<br />

168<br />

Giorgio Del Vecchio ha dimostrato l’inconsistenza degli opinionisti che hanno tentato di trovare, nella<br />

Scienza Nuova, le fonti <strong>della</strong> dottrina nietzschiana dell’eterno ritorno. Nicola Petruzellis ha confutato le<br />

interpretazioni neoidfealistiche di Vico. Francisco Elias de Tejada ha ridicolizzato le tesi di Nicola Badaloni<br />

sull’indirizzo sperimentalistico del pensiero vichiano. Un’accorata rivendicazione dello storicismo cristiano di<br />

Vico si trova nell’Introduzione alla “Storia del potere temporale dei Papi”, di don Ennio Innocenti, edito dalla<br />

Sacra Frasternitas Aurigarum in Urbe, Roma 1992: <strong>“La</strong> crisi dello storicismo di marca illuminista che aveva<br />

concepito il progresso come negazione del passato doveva aprire le porte ad un nuovo storicismo, che,<br />

ricollegandosi a cristiani come S. Agostino, Bossuet e Vico, concepisse il progresso come rischiosa, sì, ma<br />

anche provvidenziale costruzione di un Regno dei Fini; traguardo questo non solo raggiungibile, ma da<br />

Qualcuno già raggiunto, e al cui servizio già da tempo la Bibbia ha posto ogni creatura”. Di notevole spessore<br />

sono anche i saggi vichiani di Tommaso Romano, che tracciano la storia degli studi cattolici su Vico:<br />

l’intervento al citato Convegno romano del Sindacato scrittori (Roma 1985, gli atti furono pubblicati lo stesso<br />

anno dalle edizioni Thule di Palermo), “Il Vico di Francisco Elias de Tejada”, Thule, Palermo 1988, l’ampia<br />

nota di presentazione del saggio di <strong>Piero</strong> <strong>Vassallo</strong>, “Intorduzione allo studio di Vico”, Thule, Palermo 1992,<br />

oltre al saggio su Francesco Perez, citato più avanti.<br />

169<br />

Eric Voegelin, <strong>“La</strong> Scienza Nuova nella storia del pensiero politico”, Alfredo Guida editore, Napoli, 1997<br />

170<br />

Op. cit., pag. 41.<br />

171<br />

Ibidem.<br />

172<br />

“Scienza Nuova” prima [1725], l. II. c. XVIII. Rosmini, a sostegno di questa legge, cita le sentenze degli<br />

autori latini, che predicavano la temperanza e l’amore <strong>della</strong> fatica, con particolare riferimento a quella<br />

dell’agricoltore, prossima e quasi consanguinea <strong>della</strong> sapienza”, cfr. “Filosofia <strong>della</strong> politica “ l. III, c. III:<br />

126

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