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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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Il fatto è che il travisamento del tomismo da parte di Suárez, prefigura in qualche<br />

modo la pretesa cartesiana di anteporre il pensiero all’essere 63 , cioè quell’oblio<br />

dell’essere che sta a capo del soggettivismo e del nichilismo moderni. Dalledonne lo<br />

dimostra con esemplare chiarezza: “Non si può sfuggire al bivio: o il nesso<br />

pensiero-essere è veramente intrascendibile; e allora vien meno la trascendenza<br />

dell’essere sul pensiero, cosicché la dimostrazione <strong>della</strong> realtà di Dio diventa<br />

impossibile in sede filosofica, o l’essere come atto trascende il pensiero – verità<br />

intravista da Parmenide e sempre asserita da san Tommaso – e solo per questa via<br />

si può raggiungere la conoscenza di Dio” 64 .<br />

Nell’evo moderno, la decadenza <strong>della</strong> Cristianità non ha lo sfondo drammatico del<br />

“complotto” ma la figura irrazionale e deprimente del suicidio scolastico, e d’un<br />

suicidio provocato dalla irresponsabile leggerezza, che ha dissipato scioccamente<br />

l’eredità di san Tommaso.<br />

<br />

Attraverso quella più attenta lettura <strong>della</strong> storia <strong>della</strong> scolastica, che è stata<br />

autorevolmente raccomandata dai saggi storici di Cornelio Fabro, svanisce la<br />

patetica leggenda del complotto, ordito dai nemici esterni <strong>della</strong> Chiesa cattolica, e<br />

s’impone finalmente una disincantata e realistica spiegazione, che addebita<br />

all’avversione al tomismo nutrita dalle accademie clericali in cipria e parrucca (e in<br />

modo speciale all’influsso dell’occamismo nelle università di Oxford e di Padova, e<br />

del suarezismo nelle scuole di Alcalà e Coimbra) la principale causa<br />

dell’irrazionalismo rivoluzionario dilagante nella storia moderna 65 .<br />

Certo è che, alla vigilia del dramma del 1789, la cultura cattolica, fiaccata e<br />

intorbidita dal formalismo scolastico, è mollemente abbandonata ora all’influsso<br />

dell’idealismo di Cartesio 66 (allievo dei gesuiti e precursore di Spinoza) ora<br />

63<br />

Al riguardo cfr. l’intervista di Alessandro Massobrio a Rosa Goglia, nel “Secolo d’Italia”, 27<br />

Settembre 1997.<br />

64<br />

Op. cit., pag. 36.<br />

65<br />

Diversa è l’opinione di Gianni Baget Bozzo, che attribuisce ad Augusto Del Noce il merito di aver<br />

intuito “come la linea aperta da Cartesio fosse un’alternativa alla linea uscita da Occam, cioè<br />

dall’esito deteriore e distruttivo <strong>della</strong> scolastica, il cui ultimo effetto teologico era poi il luteranesimo”.<br />

In questa prospettiva “la concezione neotomistica del moderno come una storia di deviazioni non è<br />

esatta, perché in realtà il moderno era meglio <strong>della</strong> decadente scolastica. Cartesio era meglio di<br />

Occam”. Cfr.: Del Noce e Rodano”, in Aa. Vv., Augusto Del Noce. Essenze filosofiche e attualità<br />

storica”, Edizioni Spes – Fondazione Del Noce, Roma 2000, pag. 44.<br />

66<br />

Cartesio è il nome italianizzato di René Descartes (Le Haye 1596 – Stoccolma 1650) il filosofo che<br />

si è formato nel collegio gesuitico di La Flèche. Non è certo per caso che Augusto del Noce ha<br />

sostenuto la dipendenza di Cartesio dal molinismo. Dopo una parentesi di vita militare, nel 1620,<br />

durante una vera e propria allucinazione notturna, Cartesio “vede” la via <strong>della</strong> nuova logica. Non è da<br />

escludere che il “sogno illuminante” sia una metafora dell’iniziazione rosacruciana, ipotesi che Ennio<br />

Innocenti non esclude: cfr. “Influssi gnostici nella Chiesa d’oggi”, Sacra Fraternitas Aurigarum in<br />

Urbe, Rona2000, pag. 110-111.. Incoraggiato dal card. Bérulle e dal Mersenne (frate salottiero, amico<br />

di Hobbes, ed editore delle opere cartesiano) si consacra alla <strong>filosofia</strong>. Dal 1629 al 1649 soggiorna in<br />

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