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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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Nella santità di Edith Stein, invece, la fede cattolica è considerata e accolta come<br />

espressione matura <strong>della</strong> confidenza e dell’abbandono alla misericordia divina, alla quale si<br />

rivolgeva continuamente l’anima profonda del resto di Israele. Di conseguenza la virtù<br />

cattolica, che più di ogni altra attrasse Edith Stein, è stata la forza sprigionata dalla preghiera<br />

solitaria e irrituale rivolta dal singolo a Dio. Rievocando una visita al duomo di Francoforte<br />

ella confessa, infatti l’ammirazione per la confidenza che si abbandona a Dio: “Entrammo<br />

per qualche minuto nel duomo e mentre eravamo lì in rispettoso silenzio, entrò una donna<br />

con il suo cesto <strong>della</strong> spesa e si inginocchiò in un banco per una breve preghiera. Per me<br />

era una cosa del tutto nuova. Nelle sinagoghe e nelle chiese protestanti che avevo visitato ci<br />

si recava solo per le funzioni religiose. Qui invece qualcuno era entrato nella chiesa vuota<br />

nel mezzo delle sue occupazioni, come per andare a un colloquio confidenziale. Non ho<br />

potuto dimenticarlo” 114 .<br />

La meraviglia davanti all’abbandono cristiano in Dio, la colse quando Anna Reinach,<br />

correva l’anno 1917, le chiese di riordinare gli scritti del marito Adfolf, morto eroicamente<br />

nel corso <strong>della</strong> Grande Guerra. <strong>“La</strong> Stein credeva di trovare una donna completamente<br />

distrutta e trovò invece una forte cristiana che portava la più grande sofferenza <strong>della</strong> sua<br />

giovane vita con la forza <strong>della</strong> fede cristiana. Più tardi essa confidò ad un sacerdote: «E’<br />

stato questo il mio primo incontro con la Croce e con la forza divina ch’essa comunica a<br />

coloro che la portano. Ho visto per la prima volta la Chiesa, nata dalla Passione del<br />

Salvatore, nella sua vittoria sul pungolo <strong>della</strong> morte a portata di mano davanti a me. Fu il<br />

momento in cui la mia incredulità si spezzò, il giudaismo si dileguò e Cristo mi apparve nel<br />

suo splendore: Cristo nel mistero <strong>della</strong> Croce». E divenuta carmelitana prese il nome di Sr<br />

Theresia Benedicta a Cruce” 115 .<br />

La preghiera divenne il fuoco <strong>della</strong> sua anima cherubica: la superiora delle domenicane di<br />

Colonia (nella scuola delle quali Edith Stein insegnò prima <strong>della</strong> consacrazione carmelitana)<br />

ricorda che “ella studiava e pregava nella sua cameretta fino a notte alta ed era la prima,<br />

prima anche delle suore, a comparire in cappella la mattina, rimanendo anche per tre<br />

Messe consecutive immobile e raccolta nell’inginocchiatoio 116 .<br />

Hanna-Barbara Gerl, intervenendo nella discussione sull’identità <strong>della</strong> carmelitana<br />

martire, afferma molto opportunamente che non ha alcun senso il dilemma martire cristiana<br />

o vittima ebrea: “è stata uccisa come ebrea, ma appartiene all’onestà biografica nei suoi<br />

confronti comprendere che essa si è assunta questo destino da cristiana. ... Dopo la<br />

beatificazione del 1 maggio 1987, Giovanni Paolo II è riuscito a raccogliere in un’unica<br />

formula come Edith Stein avrebbe inteso se stessa. Egli ha parlato sin dall’inizio <strong>della</strong><br />

grande figlia d’Israele e del Carmelo, dove Israele è inteso in senso etnico ma ancor più<br />

religioso... E qui il significato diventa comprensivo, poiché di Israele fanno parte l’Antica<br />

Alleanza e, secondo la convinzione di Edith Stein, la Nuova Alleanza” 117 .<br />

Non senza ragione Emanuel Levinas riconobbe nell’opera <strong>della</strong> Weil l’odio spiritato per la Bibbia e il disprezzo<br />

per il popolo ebraico.<br />

114 Cfr. “Storia di una famiglia ebrea”, op. cit., pag. 363.<br />

115 Cfr.: Cornelio Fabro, “Edith Stein, Husserl e Martin Heidegger”, op. cit..<br />

116 Cornelio Fabro, “Edith Stein dalla <strong>filosofia</strong> al supplizio”, op. cit.<br />

117 Cfr. “Edith Stein Vita-Filosofia-Mistica”, op. cit., pag. 37. Nella prospettiva indicata dalla Gerl, Edith Stein<br />

appare come la rappresentazione eroica <strong>della</strong> risposta cattolica alla sfida lanciata dai fondatori di quel<br />

“cristianesimo germanico” che (riprendendo il tema dell’antica eresia antisemita di Marcione) affermava la<br />

discendenza di Gesù da un dio diverso e diametralmente opposto al Dio dell’Antico Testamento.<br />

115

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