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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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Jean-Luc Barré ha mostrato il lato sfuggente <strong>della</strong> conversione dei Maritain,<br />

attribuendone l’origine al carisma rivoluzionario e alla personalità magnetica di<br />

Bloy: “Cresciuti nell’esecrazione dei preti e confondendo nella stessa avversione<br />

borghesi e cattolici, Raïssa e Jacques non possono essere scossi che da una<br />

personalità altrettanto sovversiva e distinta dal resto <strong>della</strong> truppa” 251 .<br />

Niente autorizza a dubitare <strong>della</strong> sincerità di Jacques e Raïssa; peraltro, in quella<br />

fase dell’esistenza, la temperatura del loro idealismo utopico era talmente alta da<br />

chiudere ogni accesso alla fredda simulazione.<br />

Il giudizio abbozzato da Barré induce, tuttavia, a ritenere che la conversione dello<br />

sfuggente Maritain (“mago delle verità inespresse”) non sia stata né vera né<br />

profonda, e che i due sposi abbiano aderito alla stravagante teologia simbolista di<br />

Léon Bloy piuttosto che all’autentica dottrina del cattolicesimo.<br />

Nel saggio eterodosso “Dagli ebrei la salvezza” (dal quale i giovani coniugi<br />

Maritain furono conquistati, al punto di deciderne la pubblicazione a loro spese)<br />

Bloy, infatti, stravolge completamente l’idea di redenzione, adattandola alle<br />

esigenze dell’ideologia libertaria e immoralistica, egemone in Europa nei primi anni<br />

del XX secolo, ed egemone per influsso dell’alta massoneria.<br />

l’Isle-Adam, occultista e omosessuale dichiarato, il quale sosteneva che la salvezza eterna s’ottiene<br />

dando pieno sfogo alle passioni carnali. Bloy era anche seguace del teologo simbolista Tardif de<br />

Moidrey, un impostore pseudo carismatico, al quale si devono le deplorevoli manfrine inscenate<br />

intorno al santuario <strong>della</strong> Salette. All’oscuro dei tenebrosi retroscena, i cattolici francesi ammiravano il<br />

profeta capace di rovesciare la depressione degli animi: l’intrepidezza del polemista nascondeva il<br />

pensatore eterodosso. La definizione “cristiano diabolico”, che gli fu scioccamente applicata, non<br />

intese significare gli errori del pensiero, ma la deliziosa mostruosità dello stile. E’ rilevante il fatto che,<br />

nella presentazione dell’ultima edizione cattolica di Bloy, datata 1961 e curata dai padri paolini, il<br />

prefatore dica la fascinosa stranezza ma non la blasfemia dell’opera. La questione Bloy è<br />

improvvisamente riemersa negli ultimi tempi, per effetto <strong>della</strong> pubblicazione, nella collana <strong>della</strong> casa<br />

editrice Adelphi, <strong>della</strong> sua opera capitale, “Dagli ebrei la salvezza”. La scelta editoriale di Roberto<br />

Calasso è avveduta, poiché la dottrina di Bloy s’inserisce perfettamente nel disegno strategico degli<br />

iniziati. Bloy è un fomite di stati d’animo utili a coloro che intendono trasferire la sovversione dal<br />

Gulag alle comunelle libertarie, dove i figli dei fiori rossi, associati ai profeti del Buon Selvaggio,<br />

testimoniano il declino <strong>della</strong> morale. L’interesse degli adelphiani per Bloy ha profonde motivazioni.<br />

Calasso, che ha più volte confessato che il suo pensiero si riassume nel sistema <strong>della</strong> falsificazione e<br />

dello stupro metafisico (“la vera conoscenza è la perfezione dell’inganno”) non può non riconoscersi<br />

nel verboso delirio di Bloy, sequela cinese, che scorre senza tregua da una mistificazione a<br />

un’impostura. Il dogma fondamentale del neocristianesimo è così formulato: “Andate un po' a dire ai<br />

cattolici moderni che il Padre di cui si parla nella narrazione di Luca, colui che divide la sostanza fra i<br />

suoi due figli, è Geova medesimo, se è lecito chiamarlo col suo terribile nome, che il primogenito<br />

rimasto savio e che è sempre con lui, simboleggia indubbiamente il suo Verbo Gesù, paziente e fedele,<br />

e che il figlio minore, infine, quello che ha viaggiato in una regione lontana, dove ha divorato la sua<br />

sostanza con le prostitute, rappresenta certissimamente l’Amore Creatore, il cui soffio è vagabondo”.<br />

Curiosamente, fra le tante opere di Bloy, quella che affascina Jacques e Raïssa Maritain è “Dagli ebrei<br />

la salvezza”, ed affascina a tal punto che, nel 1906, i due coniugi decidono di ripubblicarla a loro spese.<br />

251 Jean-Luc Barré, “Jacques e Raïssa Maritain Da intellettuali anarchici e testimoni di Dio”, op. cit.,<br />

pag. 86.<br />

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