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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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VIII - Santa Edith Stein<br />

Per uscire dalla cultura di morte<br />

Un illustre studioso dell’ordine carmelitano, padre Waltraud Herbstrith, narrando il<br />

diverso destino delle due personalità, che rappresentano gli opposti esiti dell’avanguardia<br />

filosofica costituitasi in Germania alla scuola di Edmund Husserl, ossia Edith Stein 67 e<br />

Martin Heidegger 68 , ne ha fatto l’allegoria del conflitto tra l’immanentismo postmoderno,<br />

(da Giovanni Paolo II icasticamente definito cultura di morte) e la metafisica d’ispirazione<br />

cristiana: “Quali destini opposti! Edith Stein ha raggiunto presto un’alta considerazione in<br />

campo filosofico, ma divenne piccola e umile e cattolica e scomparve nel lavoro silenzioso.<br />

... Heidegger incominciò come filosofo cattolico, ma divenne non credente, si allontanò<br />

dalla Chiesa e divenne famoso, il centro corteggiato degli attuali filosofi di professione” 69 .<br />

67 Edith Stein (Breslavia 1891 – Auschwitz 1942) ultima di sette fratelli, nasce da una famiglia ebraica<br />

appartenente al ceto medio integrato, che conserva la fede nel Dio di Abramo insieme con un forte sentimento di<br />

solidarietà. Il padre Siegfried Stein, commerciante di legname muore nel 1893. La madre Auguste Courant, si<br />

dedica allora alla conduzione dell’azienda familiare, attribuendo i suoi successi negli affari al soccorso <strong>della</strong><br />

Provvidenza. Nel 1911, Edith inizia gli studi di psicologia e <strong>filosofia</strong> a Breslavia, ma dopo aver letto le<br />

husserliane ricerche logiche ed essersene affascinata si trasferisce prima a Gottinga, in seguito a Friburgo in<br />

Brisgovia, per seguire le lezioni del maestro, con il quale si laurea (nel 1916) e del quale diventa assistente. In<br />

questa fase subisce l’influenza di Romano Guardini ed elabora una pedagogia antitetica all’enciclopedismo<br />

illuministico. Nel 1914, Edith, che ha sempre dichiarato l’amore per la patria tedesca, interrompe gli studi<br />

prediletti per prestare servizio come infermiera volontaria nell’ospedale militare di Mährisch-Weisskirchen.<br />

L’amore per la patria tedesca è un sentimento dichiarato più volte e apertamente: in una lettera a Roman<br />

Ingarden (datata 9 febbraio 1917) ella dichiara, ad esempio, di essere parte <strong>della</strong> Germania e critica duramente la<br />

politica estera del presidente americano Wilson. Cfr. “Lettere a Roman Ingarden”, Libreria editrice vaticana,<br />

Roma 2001, pp. 37-39. Nel 1921 si converte al cattolicesimo, l’anno successivo ricevette il battesimo, (sua<br />

madrina fu la filosofa Hedwig Conrad-Martius). In quello stesso anno, dietro suggerimento del vicario del<br />

Duomo di Breslavia, Günther Shulemann, inizia lo studio sistematico <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> tomistica. Nel 1925, dietro<br />

suggerimento del gesuita Erich Przywara si dedica alla traduzione del De veritate, dimostrando un’eccezionale<br />

competenza e penetrazione del testo. Nel 1932 è docente di pedagogia a Münster, in un istituto delle suore<br />

domenicane. Nel 1933 entra nel Carmelo di Colonia, dove lavora assiduamente alla stesura <strong>della</strong> sua opera<br />

principale, “Essere finito e Essere eterno”, completata nel 1936 ed edita postuma. Nel 1938, per sfuggire alla<br />

persecuzione nazista, si rifugia nel Carmelo di Echt. In Olanda, dove è arrestata, per essere deportata ad<br />

Auschwits, dove muore il 9 agosto del 1942. E’ stata canonizzata da Giovanni Paolo II e proclamata patrona<br />

d’Europa. La liturgia cattolica celebra la sua santità il 9 di agosto.<br />

68 Martin Heidegger (Messkirch 1889 – 1976) nato da famiglia cattolica, dopo aver frequentato il liceo e<br />

(secondo una fonte accreditata da Cornelio Fabro) anche il noviziato dei gesuiti, nel 1909 si iscrisse al corso di<br />

teologia cattolica nell’università di Friburgo. Nel 1911 abbandonò gli studi teologici per seguirsi il corso i<br />

<strong>filosofia</strong> di Heinrich Rickert. Laureato nel 1913 ebbe il suo primo incarico nel 1916, come assistente di Husserl.<br />

Nel 1928 pubblicò “Essere e tempo”, l’opera che segna il suo distacco da Husserl. Nel 1933 fu nominato rettore<br />

dell’università di Friburgo e aderì al partito nazista. Nel 1946 respinse l’interpretazione religiosa e umanistica<br />

<strong>della</strong> sua <strong>filosofia</strong>. Ingente la sua produzione, pubblicata in Italia da Mursia, la Nuova Italia, Adelphi e Il<br />

melangolo.<br />

69 Citato da Hanna-Barbara Gerl, in “Edith Stein Vita – Filosofia – Mistica”, Morcelliana, Brescia 1998, pag.<br />

141. Un analogo ma impietoso paragone è tracciato opportunamente da Cornelio Fabro: “Edith Stein, respinta<br />

dagli ambienti universitari ufficiali, vede nel nazismo in ascesa la minaccia dell’Anticristo, deve – umile, inerme<br />

carmelitana, abbandonare la Germania per cercare di mettersi al sicuro dall’odio antiebraico di Hitler, ma è<br />

strappata dal suo rifugio e muore, con la sorella Rosa che l’aveva seguita nella fede al Carmelo, nella camera a<br />

gas del campo di sterminio di Auschwitz tra il 9 e il 10 agosto 1942. Heidegger succede nella cattedra ad<br />

Husserl e gode dei favori del nazismo: fatto Rettore dell’Università di Freiburg esalta nel discorso rettorale il<br />

nuovo orizzonte dell’essere del regime ed, a guerra finita, sfugge ad ogni discriminazione e passa, nel benessere<br />

e nell’ammirazione universale, una vita giunta quasi alla soglia del secolo”. Cfr. “Edith Stein, Husserl e Martin<br />

Heidegger”, in “Humanitas”, a. XXXIII, n. 4, agosto 1978.<br />

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