Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio
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pensiero è veramente singolare! L’abuso dell’astrazione non si può portare più<br />
avanti” 184 .<br />
Senza dare ascolto alle ragioni del rispetto umano, Rosmini dichiara che la<br />
pretesa di dedurre le norme del diritto naturale al modo di Rousseau è “vana e pazza<br />
... è un ricorrere ad una condizione tale di cose, dove manca fino il più tenue<br />
vestigio di diritto naturale” 185 .<br />
Ora i capitali errori dell’antropologia illuministica indirizzano, quasi per viam<br />
negationis, alla scoperta dei princìpi necessari ad una <strong>restaurazione</strong> politica, in grado<br />
di evitare le situazioni del passato (come l’assolutismo e il giuseppinismo) nelle<br />
quali la cultura dei lumi aveva trovato un felice habitat.<br />
Il fondamentale principio elencato da Rosmini, in conformità all’orientamento<br />
innatista, dichiarato nei saggi sulle origini delle idee, afferma “la ragione dotata<br />
dalla scienza o dalla cognizione dell’ente per sé, a guida sicura e fedele, che<br />
conduce a debito fine quanto si è intrapreso ... all’incontro la ragione illusa dalla<br />
sofistica guida fallacemente” 186 .<br />
Di conseguenza l’educazione intellettuale e morale deve costituire la prima cura<br />
dell’uomo politico: la base ideologica dello stato consiste nel primato dell’intelletto.<br />
Rosmini aveva sotto gli occhi le sciagure causate dalla sette intitolate al<br />
materialismo etico, delle quali denunciava continuamente l’indole perversa e<br />
disgregatrice: “E’ parola non contenuta nel dizionario ... pur manifesto che la loro<br />
fonte è ugualmente ignobile e tenebrosa”. Contro il potere delle sette non proponeva<br />
tuttavia quei marchingegni costituzionali, che deliziano i convegni dei conservatori<br />
imparruccati: “Ad impedire che nascano i partiti politici e al tenerli il più possibile<br />
moderati, non vi è altra via se non quella di spargere per tempo negli animi i semi<br />
<strong>della</strong> giustizia e delle morali e religiose virtù” 187 .<br />
Sulla traccia di Agostino e Vico 188 , Rosmini indica nella temperanza <strong>della</strong> Roma<br />
repubblicana il più saldo fondamento dell’ordine civile: “Il segno dell’integrità<br />
sociale rispetto alla potenza consiste nell’amar meno la potenza e la gloria, che la<br />
giustizia, l’equità e la beneficenza verso di tutti. Questi segni e note d’integrità si<br />
trovano in tutte le società, quando si risale alla più vetusta e primitiva loro età. La<br />
Grecia e Roma ce ne forniscono le prove” 189 .<br />
Per chiarire e rafforzare la sua tesi, Rosmini cita un classico detto di Appio: <strong>“La</strong><br />
fatica e il piacere. cose di loro natura dissimilissime, per una cotale natural società<br />
stanno fra loro congiunte, e perché la vita agricola rimuove le occasioni di<br />
184<br />
“Filosofia <strong>della</strong> politica”, l. I, c. IV.<br />
185<br />
Ibidem.<br />
186<br />
Id., “Della sommaria ragione per la quale stanno o rovinano le umane società”, c. II.<br />
187<br />
Id., l. II, c. XV.<br />
188<br />
“Il Vico fa una sottile distinzione, cioè che presso i Greci prevalse la Sapienza, presso i Romani la<br />
Giurisprudenza. Il che viene a dire, che presso i Greci si studiarono e scrissero i princìpi delle leggi<br />
(leges legum); presso i Romani furono questi princìpi lungamente supposti e conservati tacitamente<br />
nell’animo”. Prefazione alle opere politiche.<br />
189<br />
Id., l. III, c. III.<br />
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