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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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sono versati per raccontare la storia <strong>della</strong> destra e <strong>della</strong> sinistra hegeliana. Nessuna<br />

o pochissime, imbarazzate e frettolose righe per ricordare Adolf Trendelenburg, che<br />

fu il più brillante e il più acuto fra gli allievi di Hegel (e come tale riconosciuto dallo<br />

stesso maestro) ma ebbe il torto (ecco la spiegazione del silenziotore che gli è<br />

applicato) di confutare il “sistema”, opponendogli gli argomenti sempre attuali <strong>della</strong><br />

metafisica di Aristotele 29 .<br />

Il più singolare e impressionante modello <strong>della</strong> storiografia discriminatoria,<br />

rimane però il monumentale volume di storia <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> moderna, scritto da<br />

Nicola Abbagnano e pubblicato nel 1966 dalla Utet, forse con l’intento di offrire un<br />

luminoso paradigma agli incombenti Camera e Fabietti.<br />

Nell’opera di Nicola Abbagnano, livida e grottesca, chi è capace di trattenere le<br />

risa, legge che il movimento neotomistico non inizia dopo la metà del Settecento<br />

(come hanno stabilito concordemente gli storici seri) ma dall’Enciclica “Aeterni<br />

Patris”, promulgata da Leone XIII nel 1879 per approvare ed incoraggiare un<br />

movimento attivo da quasi un secolo. Quando il solenne Abbagnano si fosse dato la<br />

pena di consultare l’enciclica inutilmente citata, vi avrebbe letto il riconoscimento<br />

aperto e l’elogio di Leone XIII ai cultori <strong>della</strong> disciplina filosofica che si<br />

adoperarono, diversi decenni prima <strong>della</strong> “Aeterni Patris” all’approfondimento e alla<br />

diffusione dell’opera di san Tommaso: “Optime itaque consilio cultores<br />

disciplinarum philosophicarum non pauci, cum ad instaurandam utiliter<br />

philosophiam novissime animum adiecerint, praeclaram Thomae Aquinatis<br />

doctrinam restituere, atque in pristinum decus vindicare studerunt et student”.<br />

Non pago <strong>della</strong> grave inesattezza, Abbagnano si abbandonava all’estro<br />

mistificatorio, affermando che il neotomismo si esprime attraverso due filosofi,<br />

Jacques Maritain ed Etienne Gilson, nell’opera dei quali gli autentici pensatori<br />

cattolici (<strong>Antonio</strong> Messineo, Julio Meinvielle, Cornelio Fabro, Gianni Baget Bozzo,<br />

Ennio Innocenti e Andrea Dalledonne ecc.) hanno visto l’esposizione di princìpi<br />

quasi sempre divergenti e talora opposti a quelli sostenuti da san Tommaso.<br />

Abbagnano, e dietro di lui un’assordante banda di mistificatori, ha ritenuto lecito<br />

obliterare bestialmente la memoria dei numerosi e illustri studiosi (Vincenzo<br />

Buzzetti, Angelo Testa, Serafino e Domenico Sordi, Gaetano Sanseverino, Carlo<br />

Maria Curci, Matteo Liberatore, Luigi Taparelli d’Azeglio, Salvatore Magnasco<br />

ecc., ecc.) che si consacrarono e con eccellenti risultati all’approfondimento e alla<br />

religione vincitrice”) nel quale si dimostra l’inconsistenza <strong>della</strong> critica formulate dal seguace<br />

dell’Holbach, il libertino Nicolas Fréret.<br />

29 Al riguardo di Trendelenburg ha scritto Sofia Vanni Rovighi: “L’esclusione del metodo dialettico,<br />

operata in virtù di una compiuta critica alla logica hegeliana, rimane uno degli aspetti più interessanti<br />

e fecondi del pensiero di Trendelenburg, la cui critica avrà un peso notevole nella formazione<br />

dell’atteggiamento antihegeliano di Kierkegaard, Feuerbach e Marx, determinando inoltre quella<br />

riforma <strong>della</strong> dialettica che, operata da Karl Fischer sarà ripresa in Italia da Bertrando Spaventa e<br />

Giovanni Gentile”. Cfr.: “Storia <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> contemporanea”, La Scuola, Brescia 1980, vol. II, pag.<br />

275.<br />

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