Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio
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provengono dall’unica identica fonte dell’immutabile eterna verità, Dio Ottimo<br />
Massimo, e si aiutano reciprocamente, tanto è vero che la retta ragione rivela,<br />
protegge e difende le verità <strong>della</strong> fede, e la fede libera la ragione da ogni errore, la<br />
illumina di fulgida luce con la conoscenza delle cose divine, la rinsalda e la<br />
perfeziona” 219 .<br />
Date tali premesse, il Concilio Vaticano I si svolgerà nel segno <strong>della</strong> dottrina di<br />
san Tommaso, che afferma solennemente il consenso di fede e ragione, in quanto<br />
unica è la fonte <strong>della</strong> rivelazione e del lume razionale: “Verum etsi fides sit super<br />
rationem, nulla tamen umquam inter fidem et rationem vera dissensio esse potest:<br />
cum idem Deus, qui mysteria revelat et fidem infundit, animo humano rationis<br />
lumen indiderit” 220 .<br />
Finalmente l’opinione di coloro che fanno risalire all’enciclica “Aeterni Patris” la<br />
rinascita del tomismo, è smentita anche da Leone XIII, il quale, proprio nella<br />
“Aeterni Patris”, include il Vaticano I tra i concili ecumenici che hanno onorato<br />
l’Angelico: “Ipsa quoque Concilia Oecumenica, in quibus eminet electus ex toto<br />
orbe terrarum flos sapientiae, singularem Thomae Aquinatis honorem habere<br />
perpetuum studerunt. In Concilis Lugdunensi, Viennensi, Florentino, Vaticano,<br />
deliberationibus et decretis Patrum interfuisse Thomam et presse prefuisse dixeris”.<br />
A proposito <strong>della</strong> dottrina esposta nella prima enciclica di Pio IX, <strong>Antonio</strong><br />
Piolanti può scrivere senza tema di smentita che <strong>“La</strong> limpida dottrina tomista <strong>della</strong><br />
concordia e mutuo aiuto <strong>della</strong> ragione e <strong>della</strong> fede diventa il leitmotiv di tutto il<br />
magistero di Pio IX. Il vasto arco dei suoi 32 anni di pontificato è tempestato da<br />
importanti documenti, nei quali ritorna, come alla matrice prima del suo<br />
insegnamento, alle fondamentali asserzioni dell’Enciclica Qui pluribus “ 221 .<br />
L’incalzare inesauribile di filosofie di nome razionalistico e di fatto barbaramente<br />
ostili alla ragione, costringe ultimamente al sempre nuovo aggiornamento <strong>della</strong><br />
riflessione cattolica sulla concordia di fede e ragione.<br />
In particolare la presenza <strong>della</strong> sofistica heideggeriana, guénoniana e<br />
francofortese, che vorrebbe risalire al frammento magico (cioè all’antiquissima<br />
sapientia veterum), dimostra che il nodo da sciogliere è nuovamente la valutazione<br />
dell’apporto <strong>della</strong> fede alla ricerca filosofica.<br />
Ora la ricerca filosofica fu inaugurata dalla cultura greca quando Senofane iniziò<br />
la demistificazione del paganesimo. Cercare le fonti <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> classica in una<br />
219<br />
Cfr. “Qui pluribus”, in “Tutte le encicliche dei Sommi Pontefici”, raccolte da Eucardio Momigliano,<br />
Dall’Oglio, Milano 1964, pag. 218-219.<br />
220<br />
Documenti del Vaticano I, IV De fide et ratione, 3.<br />
221<br />
“Pio IX e la rinascita del tomismo”, op. cit., pag. 346. A sostegno <strong>della</strong> tesi sull’ispirazione<br />
tomistica del magistero di Pio IX, <strong>Antonio</strong> Piolanti cita anche due significativi documenti: la<br />
ritrattazione richiesta e sottoscritta nel 1855 dal tradizionalista Bonnetty, autore di un’indebita<br />
svalutazione <strong>della</strong> ragione naturale, e la lettera “Gravissimas inter”, inviata nel 1862 al vescovo di<br />
Monaco, per condannare gli errori (opposti) del razionalista Giacomo Frohschammer, un autore che<br />
aveva attribuito poteri esorbitanti alla ragione naturale (“tales humanae rationi tribuat vires, quae<br />
rationi ipsi minime competunt”) ossia la facoltà di elevarsi ai misteri <strong>della</strong> fede cristiana.<br />
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