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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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dai progressisti: “Il vero bene umano infatti non consiste né nei beni, né nei piaceri,<br />

ma nell’appagamento”, definito “un bene reale indipendente dalla libera volontà<br />

dell’uomo e da un atto <strong>della</strong> libera volontà col quale l’uomo si chiami appagato del<br />

bene che possiede” 181 .<br />

Dopo che gli errori snocciolati dalla politologia moderna hanno assaggiato il<br />

bastone <strong>della</strong> storia, si può apprezzare la lucidità con la quale Rosmini li aveva<br />

classificati e confutato.<br />

In primo luogo sono citate da Rosmini le dottrine bandite dagli agenti<br />

dell’imperialismo del denaro, che ossessi dall’avarizia, ripongono il fine <strong>della</strong><br />

società nell’abbondanza dei beni esterni.<br />

Sono poi elencate le dottrine che promuovono l’accrescimento dei comuni piaceri,<br />

secondo un indirizzo di pensiero, segnato dell’effeminatezza.<br />

Secondo l’accusa rosminiana, le dottrine più dannose sono però le mistificazioni<br />

intorno al comunismo, che suscitano passioni elementari contrabbandando per<br />

pacifico l’animo stordito e neghittoso del selvaggio 182 .<br />

In testa al torbido corteo, sventola la bandiera del falso progresso, un mito che<br />

Rosmini definisce magistralmente: “Aggiungendo astrazioni ad astrazioni,<br />

confondono di più l’idea di progresso con l’idea di movimento; e dal vedere che in<br />

ogni progresso vi ha movimento, essi conchiudono che dunque ogni movimento è<br />

progresso. Con questo sofisma fabbricano la loro teoria del movimento sociale. La<br />

qual veduta a questo passo, in cui la parola generalissima movimento prese luogo<br />

<strong>della</strong> parola progresso, perdendosi di vista la differenza dell’andare avanti e non<br />

indietro ... ella si sarebbe riconosciuta da tutti per manifestamente assurda, se non<br />

si avesse avuto cura di sostenerla con qualche altra invenzione. ... L’umanità di<br />

natura sua va sempre avanti e non mai indietro” 183 .Di qui la confutazione di<br />

Rousseau, progenitore dei comunisti, ed emblema del movimento regressivo.<br />

La critica rosminiana a Rousseau rappresenta l’attualità delle intuizioni<br />

anticipatrici di Vico, il quale morì un anno prima che il sognatore ginevrino<br />

pubblicasse le sue opere, ma non senza aver dimostrato – a futura memoria - che,<br />

nella <strong>filosofia</strong> egemone tra la fine del XVII e l’inizio del XVII secolo, era già<br />

inscritta l’infatuazione per il buon selvaggio.<br />

Rosmini va al cuore del problema comunista, che è lo svilimento <strong>della</strong> natura<br />

razionale, e contesta agli utopisti l’intenzione di “prescindere al tutto<br />

dall’intelligenza”. Rousseau, escludeva, infatti, che l’uomo traesse “il diritto proprio<br />

<strong>della</strong> sua specie dall’elemento costituente la differenza specifica tra lui e il bruto,<br />

dalla ragione” e pretendeva, al contrario, di far scaturire il diritto “dall’elemento<br />

inferiore dell’umana natura, da ciò che l’uomo ha di comune colle bestie! Il<br />

181 “Filosofia <strong>della</strong> politica” Id., l. II, c. IV.<br />

182 Id., l. II, c, III.<br />

183 Id. l. IV, c. XVIII<br />

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