Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio
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immaginare qualcosa di più odioso, e il fatto che una cosa del genere mi fosse attribuita mi<br />
ferì talmente che mi venne da piangere” 100 . Senza dubbio la benevolenza di Edith Stein<br />
nasceva dalla radice più profonda e verace <strong>della</strong> tradizione ebraica, da lei rivendicata, con<br />
geloso e giustificato orgoglio, anche dopo la conversione al Cattolicesimo 101 , quando<br />
procedeva alla fondazione di una teoria <strong>della</strong> politica sul principio di solidarietà 102 .<br />
Certo è che le furono sempre estranee le utopie cosmopolite elucubrate dalla contorta<br />
politologia liberale e socialista e pullulanti nella Germania d’inizio secolo.<br />
La tentazione di trasformare la santa carmelitana in una buonista ante litteram si dissolve<br />
penosamente dinanzi ad un’inequivocabile dichiarazione del 1939: “Tanto mi ripugnava un<br />
nazionalismo di tipo darwiniano, quanto fermamente ero convinta dell’idea e <strong>della</strong><br />
necessità naturale e storica di Stati singoli e di popoli e nazioni di indole diversa. Perciò,<br />
concezioni socialiste e altre aspirazioni internazionali non fecero mai presa su di me.<br />
Sempre più mi liberavo anche dalle idee liberali nelle quali ero cresciuta, per arrivare ad<br />
una positiva concezione dello Stato, vicina a quella conservatrice, pur rimanendo sempre<br />
estranea all’impronta particolare del conservatorismo prussiano” 103 .<br />
Alla luce di queste franche dichiarazioni, la persecuzione antisemita si rivela, se possibile,<br />
ancor più odiosa e inescusabile: la sua cieca follia colpiva, infatti, persone del tutto estranee<br />
e contrarie a quell’idea sovversiva, che la propaganda nazista attribuiva agli ebrei.<br />
Ancora meno ha senso il tentativo di attribuire ad Edith Stein le intemperanze di una<br />
femminista in rivolta. Nelle opere <strong>della</strong> santa carmelitana, invece degli indizi di cedimenti<br />
alla cultura dell’emancipazione femminile, che Hanna-Barbara Gerl ha cercato inutilmente,<br />
si trova una mirabile e luminosa rivendicazione <strong>della</strong> spiritualità materna: <strong>“La</strong> vocazione<br />
primaria <strong>della</strong> donna è la generazione e l’educazione dei figli e l’uomo le è dato a questo<br />
fine come protettore. ... Nella donna si rilevano le capacità di conservare e custodire ciò<br />
che nasce e cresce e di sollecitarlo allo sviluppo; donde il dono di vivere corporalmente<br />
strettamente raccolta quanto al corpo, di unire le forze nella quiete e, d’altro, di sopportare<br />
i dolori, di essere capace di rinuncia, di adattamento; dal punto di vista spirituale,<br />
l’attitudine al concreto, all’individuale e al personale, la capacità di coglierlo nella sua<br />
specificità e di adattarsi ad essa, l’aspirazione ad aiutarlo a svilupparsi. ... Ho sottolineato<br />
la maternità come forma femminile dell’anima. Essa non è legata alla maternità carnale.<br />
Non dobbiamo liberarci da questa maternità, nella quale siamo sempre. La malattia del<br />
tempo è riconducibile al fatto che non esiste più maternità” 104 .<br />
<br />
100 Cfr. “Storia di una famiglia ebrea”, op. cit., pag. 151-152.<br />
101 Id., id., pag. 24: nelle famiglie ebraiche i tedeschi “hanno trovato bontà d’animo, comprensione calorosa<br />
partecipazione e solidarietà, e il senso di giustizia presente in loro è indignato che queste persone vengano ora<br />
condannate a un’esistenza da paria”.<br />
102 Al riguardo cfr. il saggio di Angela Ales Bello, “Coscienza e solidarietà in Edith Stein”, in “Etica e società<br />
contemporanea”, vol. I, Atti del III Convegno Int. Della SITA, Editrice Vaticana 1992, pp. 137-144.<br />
103 Id., id., pag. 173.<br />
104 Hanna-Barbara Gerl, “Edith Stein Vita – Filosofia – Mistica”, op. cit. 92. Cornelio Fabro osa citare un brano<br />
ancora più forte e – per la mentalità d’oggi - imbarazzante: <strong>“La</strong> partecipazione <strong>della</strong> donna alla vita dell’uomo<br />
condiziona naturalmente la subordinazione nell’obbedienza, com’essa è ordinata dalla parola di Dio”. Cfr.:<br />
“Linee dell’attività filosofico-teologiva <strong>della</strong> Beata Edith Stein”, op. cit..<br />
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