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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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Questa importante ammissione significa che, grazie alla <strong>filosofia</strong> di Gentile, il problema<br />

<strong>della</strong> <strong>restaurazione</strong> cattolica è separato dalla suggestione reazionaria, distinto dalle<br />

rivendicazioni dell’assolutismo monarchico, reso estraneo alla fatuità del Settecento<br />

parruccone e opposto agli errori del tradizionalismo spurio alla De Bonald e De Maistre.<br />

L’innesto del problema <strong>della</strong> <strong>restaurazione</strong> religiosa sul corpo di una tradizione aliena<br />

come quella germanica non poté evitare a Gentile di imbattersi nelle aporie<br />

dell’immanentismo religioso, aporie che Del Noce ha elencato nella più spigolosa fra le sue<br />

opere polemiche, “Il suicidio <strong>della</strong> rivoluzione”. Ma quell’innesto fu sufficiente a provocare<br />

lo stato di fibrillazione indomabile che ha fatto di Gentile un testimone dell’aspirazione<br />

religiosa sopravvissuta ai flagelli totalitari del Novecento.<br />

Del Noce ha approfondito il significato <strong>della</strong> riscoperta gentiliana di Vico, sottolineando,<br />

all’inizio di una stagione segnata dall’irenismo etico, la dipendenza dell’ordine civile dalla<br />

pietà religiosa.<br />

A conclusione <strong>della</strong> “Scienza Nuova”, Giambattista Vico aveva esposto una legge<br />

rigorosa, che dimostra, attraverso l’esame <strong>della</strong> mitologia e <strong>della</strong> storia antica, la<br />

conciliabilità <strong>della</strong> provvidenza divina con la libertà umana, “i due grandi princìpi del vero:<br />

uno che vi sia provvidenza divina che governi le cose umane, l’altro che vi sia negli uomini<br />

la libertà di arbitrio”.<br />

La storia “fu fato perché il fecero gli uomini con elezione, non fu caso, perché con<br />

perpetuità sempre così facendo, escono nelle medesime cose”.<br />

Il compianto Rocco Montano, uno fra i più acuti (e perciò silenziati) esegeti <strong>della</strong><br />

“Scienza Nuova”, sosteneva, a proposito di Vico, che “non c’è nulla di più lontano da<br />

questa concezione <strong>della</strong> concezione dell’immanentismo moderno, per la quale la Ragione,<br />

lo Spirito universale, la Storia si sostituiscono all’uomo e rendono tutto razionale,<br />

necessario. Quando Vico ripete che la Provvidenza permette, regola, ordina, governa, pone<br />

in atto, egli traduce indubbiamente nel linguaggio comune i concetti <strong>della</strong> teologia<br />

cattolica” 184 . Da parte sua, Luigi Bellofiore, sviluppando le intuizioni del suo grande<br />

maestro, Giorgio Del Vecchio, aveva scritto: <strong>“La</strong> storia vichiana non è non fa la morale, ma<br />

tende ad esprimerla, in una sintesi forse unica di concretezza storica ed implicito<br />

trascendente valore ontologico: sintesi di storia, di teologia e di ragione, per una<br />

consapevole, libera ed autonoma umana e divina conformità” 185 .<br />

Vico confuta il pregiudizio di Hobbes, che postula un determinismo meccanicistico, e il<br />

fatalismo di Spinoza, che escludendo la responsabilità umana negli accadimenti necessari,<br />

ripristina l’irenismo etico dell’Ellade arcaica.<br />

Ora dichiarare l’avversione a Spinoza e a Hobbes significava (e tuttora significa) tagliare le<br />

radici del determinismo moderno, vale a dire abrogare la condanna luterana delle opere e<br />

liquidare la soggiacente logica permissiva. In ultima analisi la <strong>filosofia</strong> vichiana afferma, in<br />

184 Cfr.: “Letture e questioni vichiane”, in Aa. Vv., “Augusto Del Noce. Essenze filosofiche e attualità storica”,<br />

a cura di F. Mercadante e V. Lattanzi, Edizioni Spes, Fondazione del Noce, Roma 2000.<br />

185 Per la valutazione del contributo di Bellofiore agli studi vichiani cfr.: <strong>Piero</strong> <strong>Vassallo</strong>, “Introduzione allo<br />

studio di Vico”, Thule, Palermo 1992.<br />

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