Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio
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pluribus” del 9 novembre 1846, fu conforme alla limpida dottrina dell’Angelico e<br />
indirizzato all’aperta sconfessione del razionalismo.<br />
Roger Aubert vuole che il redattore <strong>della</strong> prima enciclica di Pio IX sia stato<br />
l’intransigente cardinale Luigi Lambruschini, che vi avrebbe profuso le idee di<br />
Gregorio XVI 215 . Ma l’analisi del documento, autorevolmente proposta da <strong>Antonio</strong><br />
Piolanti, induce a vedere in esso se non la mano certo l’ispirazione di un tomista<br />
illustre, il canonico Giuseppe Graziosi: “Da una lettura attenta di tutto<br />
l’insegnamento di Gregorio XVI confrontato con il primo documento di Pio IX,<br />
risulta che i motivi gregoriani sono certo ripresi ma presentati in una luce nuova, in<br />
forma più ampia e con un tono più disteso” 216 .<br />
Ora la luce nuova, cui accennava <strong>Antonio</strong> Piolanti, era la <strong>filosofia</strong> di san Tommaso<br />
d’Aquino, la cui magnifica eredità Pio IX restituì alla Chiesa cattolica 217 ,<br />
chiudendo in tal modo la lunga e infelice parentesi storica, che era iniziata con la<br />
decadenza <strong>della</strong> scolastica nel XIV secolo, proseguita nell’età di Cartesio e giunta a<br />
compiuta espressione con l’egemonia <strong>della</strong> cultura illuministica e giansenistica 218 .<br />
Con una lucida determinazione che discende senza dubbio dallo stile<br />
dell’Angelico, il testo, infatti, rivendica i princìpi <strong>della</strong> razionalità e si oppone<br />
risolutamente all’errore dei settari, che “inventano di conoscere loro soli le vie <strong>della</strong><br />
prosperità e non esitano ad arrogarsi il titolo di filosofi, come se la <strong>filosofia</strong>, che<br />
non consiste in altro che nell’investigare la verità <strong>della</strong> natura, dovesse respingere<br />
proprio quelle cose che Iddio sommo e misericordioso, creatore di tutta la natura, si<br />
degnò, per singolare benefica clemenza, di palesare agli uomini, perché<br />
conseguissero vera fede e salvezza”.<br />
Pio IX dichiara di fare proprio il convincimento che sta alla base <strong>della</strong> vera<br />
<strong>filosofia</strong>: “Sebbene, infatti, la fede sia superiore alla ragione, tuttavia non si può<br />
mai riscontrare tra esse nessun dissenso e nessun disaccordo, perché tutte e due<br />
ammirabile di ogni vero sapere, e quindi capace esso solo di formar il vero dotto in ogni genere di<br />
dottrina, dico la Somma del gran S. Tommaso, doppiamente Angelico e per la purezza del suo animo e<br />
per la elevatezza e la forza <strong>della</strong> sua intelligenza”. Cfr. “Pio IX e la rinascita del tomismo”, op. cit.<br />
Pag. 341.<br />
215 “Storia <strong>della</strong> Chiesa”, op. cit., pag. 37.<br />
216 Cfr.: “Pio IX e la rinascita del tomismo”, op. cit., pag. 345.<br />
217 Oltre ai numerosi documenti a sostegno <strong>della</strong> diffusione del tomismo, Pio IX contribuì alla rinascita<br />
del tomismo orientando e incoraggiando gli studi dei collaboratori di “Civiltà Cattolica”, la rivista<br />
fondata dai gesuiti nel 1850. Durante il pontificato di Pio IX, gli scrittori <strong>della</strong> rivista e in particolar<br />
modo i padri Lugi Tapparelli d’Azeglio, Carlo Curci, Matteo Liberatore e Giovanni Cornoldi diedero<br />
uno straordinario impulso allo studio e alla divulgazione dell’opera di san Tommaso.<br />
218 Al riguardo cfr. la “Auctorem fidei” scritta da Pio VI per sconfessare il Sinodo giansenista di<br />
Pistoia, che aveva attaccato il metodo scolastico. Purtroppo la scelta dei giansenisti a favore <strong>della</strong><br />
rivoluzione francese (che, non a caso, li protesse generosamente) rese vana la reazione del magistero. Il<br />
gesuita Giacomo Martina al riguardo osserva acutamente: “Il giansenismo, che sembrerebbe<br />
riallacciarsi alla concezione medievale, pessimistica e piuttosto ostile al mondo, aveva mostrato invece<br />
una singolare disponibilità per le correnti che favorivano l’autonomia dell’uomo, preparando un<br />
ambiente favorevole a varie istanze del pensiero moderno”, cfr. Aa. Vv., “Storia <strong>della</strong> Chiesa”,<br />
appendice III, S.I.A.E., Torino 1969, vol. XXI/2, pag. 813.<br />
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