Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio
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IX - Da Gentile a Vico,<br />
per superare il moderno<br />
Un protagonista <strong>della</strong> riconquista cattolica di Vico, Eric Voegelin, ha sostenuto<br />
polemicamente che niente giustifica la sonnolenza <strong>della</strong> cultura moderna, che ha dovuto<br />
contemplare l’intero corso delle rivoluzioni sanguinarie, prima di accorgersi che, nella<br />
dialettica dell’illuminismo, c’era qualcosa che non andava 158 . Gli orrori del XX secolo,<br />
infatti, erano chiaramente visibili nelle premesse illuministiche: vero è che, fin dal primo<br />
insorgere dell’errore moderno, il genio cattolico di Vico, “grande energia inascoltata o<br />
adulterata dell’Occidente”, come lo definì Michele Federico Sciacca 159 , comprese che<br />
qualcosa non andava, cioè che la nascente <strong>filosofia</strong> dei lumi portava in grembo la più feroce<br />
barbarie. Vico fu però silenziato o frainteso dalla pletora ottusa degli accademici, “che non<br />
hanno mai considerato la possibilità che Vico abbia una sua propria grandezza, con la<br />
quale i filosofi tedeschi non possono competere” 160 .<br />
Nell’arco dei due secoli desolati dall’influsso dell’apostasia illuministica, la lucida<br />
confutazione vichiana dei preamboli rivoluzionari, è rimasta lettera morta, isola deserta<br />
nelle sabbie mobili, dove le vecchie idee <strong>della</strong> modernità sono affondate miseramente<br />
161 .<br />
Il secolo XVIII, seminario delle sciagure ultime, e i due secoli successivi, che ne subirono<br />
l’impronta, non fecero vedere quasi altro che la grottesca e rovinosa guerra tra illuministi in<br />
grembiule e abbagliati con la parrucca, gli uni intenti a diffondere le devastanti chimere<br />
neopagane, gli altri ad emulare l’errore e ad intralciare l’azione del Magistero romano.<br />
<strong>Antonio</strong> Rosmini tentò invano di riabilitare la <strong>filosofia</strong> vichiana, mostrando<br />
l’antagonismo tra la “Scienza Nuova” e le vecchie idee dei moderni e dei loro sprovveduti<br />
imitatori cattolici: “Questo grande uomo avrebbe salvata l’Italia da molti traviamenti, se<br />
non vi si fosse messo in lei l’amore non tanto per il nuovo quanto dello straniero” 162 . Ma il<br />
158<br />
La storia delle mistificazioni bizzarre e degli luminosi fraintendimenti intorno all’opera di Vico è consegnata<br />
nei monumentali volumi <strong>della</strong> bibliografia aggiornata ogni cinque anni dal Consiglio nazionale delle ricerche e<br />
pubblicata dall’editore Guida di Napoli. Senza dubbio, la più grottesca lettura di Vico è quella dell’adelphiano<br />
James Hillman, il quale, capovolgendo l’indirizzo delle critiche vichiane alla mitologia platonica, definisce Vico<br />
precursore <strong>della</strong> psicologia archetipica di Carl Jung. Cfr. “L’anima del mondo e il pensiero del cuore”, Adelphi,<br />
Milano 2002, pag. 35.<br />
159<br />
Cfr. “L’oscuramento dell’intelligenza”, Marzorati, Milano 1971, pag. 110.<br />
160<br />
Al giudizio di Voegelin si era associata (implicitamente) Maria Adelaide Raschini, quando affermava,<br />
sviluppando la tesi sciacchiana intorno a Vico interprete <strong>della</strong> reazione umanistica contro scientismo e<br />
filosofismo, che “le ricchezze del pensiero di Vico costituivano per se stesse un valido antidoto nei confronti<br />
<strong>della</strong> mentalità illuministica”, cfr. “Gentile e il neoidealismo”, Marsilio, Venezia 2001, pag. 83. L’importanza<br />
delle intuizioni anticipatrici <strong>della</strong> critica all’illuminismo, contenute nell’opera vichiana, si rileva facilmente dal<br />
confronto di due date storiche: 1725, anno <strong>della</strong> pubblicazione <strong>della</strong> “Scienza Nuova” prima, dove si dimostra<br />
l’abbaglio filologico che indusse Platone ad identificare l’età dell’oro con l’età dell’Adamo caduto; 1749, anno<br />
dell’illuminazione di Rousseau a Vincennes (“Ad un tratto mi sento la mente abbagliata da mille luci, mille idee<br />
vive si affollano insieme con una forza e una confusione che mi gettano in uno sconvolgimento indescrivibile”) e<br />
<strong>della</strong> formulazione <strong>della</strong> teoria del buon selvaggio. Teoria la cui infondatezza era stata appunto dimostrata da<br />
Vico, con venticinque anni d'anticipo su Rousseau.<br />
161<br />
Il più radicale principio <strong>della</strong> modernità si trova (forse) nell’antropocentrismo di Grozio, sterile contestazione<br />
del predestinazionismo calvinista<br />
162<br />
“Nuovo saggio sull’origine delle idee”, op. cit., n. 221.<br />
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