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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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Kierkegaard, che aveva ricevuto dal padre (rigoroso seguace <strong>della</strong> spiritualità<br />

pietista) una severa educazione religiosa, oltre che una forte inclinazione allo<br />

scrupolo, pur non sottraendosi alla diffusa suggestione hegeliana, conservò<br />

l’indipendenza di giudizio e comunque non si lasciò mai coinvolgere nel disprezzo<br />

per la plebe, al contrario, sostenne la necessità che i veri testimoni <strong>della</strong> fede<br />

cristiana si sacrificassero per il suo bene 131 .<br />

Della disposizione d’animo nei confronti degli umili fanno testo le numerose<br />

pagine del Diario e dell’epistolario, nelle quali, pur assumendo senza riserve il<br />

punto di vista <strong>della</strong> destra conservatrice e ragionevolmente antimoderna 132 (o forse<br />

proprio per questo) Kierkegaard critica il fatuo elitarismo dei progressisti e<br />

manifesta il suo apprezzamento per i semplici, specialmente per i contadini.<br />

In particolare lo stato d’animo di Kierkegaard è rivelato dalla tagliente pagina del<br />

Diario <strong>della</strong> maturità, in cui si dichiara scandalizzato dall’albagia intellettuale di<br />

certo clero luterano hegelianizzante, che disprezzava la plebe: “Dio mio! Come può<br />

un pastore dire: «E’ la di sotto <strong>della</strong> mia dignità il mettermi in rapporto con la<br />

plebe»? Disgraziato, non sai che dici una bestemmia? Che tu bestemmi Gesù Cristo,<br />

il quale introdusse un nuovo concetto <strong>della</strong> dignità, quello che consiste proprio<br />

nell’esistere per la plebe, nel sopportarne l’incomprensione, forse la persecuzione,<br />

ma tutto per sostenerla onde farla avanzare» 133 .<br />

Cornelio Fabro ha peraltro dimostrato esaurientemente che l’infatuazione<br />

giovanile per Hegel fu breve e molto superficiale, tanto da autorizzare la revoca in<br />

dubbio delle tesi sull’adesione kierkegaardiana alla <strong>filosofia</strong> hegeliana: “Molti critici<br />

tedeschi (sui quali si appoggia il Wahl) sono persuasi non solo che Kierkegaard ha<br />

avuto un periodo hegeliano, ma che, nonostante le sue più sincere e ripetute<br />

affermazioni contrarie, egli, nel fondo è sempre rimasto fedele al linguaggio ed alla<br />

dialettica di Hegel. ... Se non che bisogna osservare che la vita di Kierkegaard<br />

divarica ben presto da Hegel e dai suoi epigoni e proprio nei punti più vitali. ... Un<br />

attento lettore del Diario prova spesso il dubbio se Kierkegaard sia mai stato<br />

veramente hegeliano, se quel suo primo linguaggio non fosse che un abito scolastico<br />

azione, essi immettono le immondezze di giorno, o, per essere ancor più precisi, riversano sugli uomini<br />

la notte, le tenebre, la confusione: in breve sono i notturni”. Cfr. Diario, op. cit., II vol., pag. 553.<br />

131 Nel Diario scriveva, infatti: “Il popolo rappresenta sempre quella sanità da cui può nascere<br />

qualcosa di buono. .. Per predicare la parola di Dio occorrono alcuni uomini, essi sono il medio a<br />

traverso il quale la parola si Dio suona al popolo: questo medio è il Clero. Ora è facile vedere che se<br />

questo medio fosse completamente esente da egoismo la cosa sarebbe perfetta. ... Il cattolicesimo vide<br />

giustamente che conveniva che il clero appartenesse il meno possibile a questo mondo. Per questo<br />

favorì il celibato, la povertà, l’ascesi”. Cfr. Diario, op. cit., vol. II, pag. 597.<br />

132 Nell’opera di Kierkegaard l’opposizione alla tirannia del numero democratico non è associata<br />

all’idea <strong>della</strong> superiorità oligarchica, ma ad una concezione eminentemente spirituale del rapporto tra<br />

l’uomo e Dio: “L’eternità non numera, è qualità, e così non è il numero benché numero” Cfr. Diario,<br />

op. cit., vol. II, pag. 599.<br />

133 Diario, op. cit., vol. II, pag. 106. Kierkegaard affermava l’eguaglianza degli uomini ma inorridiva<br />

“del programma comunista di sostituire a Dio il timore <strong>della</strong> massa, <strong>della</strong> maggioranza, del popolo,<br />

del pubblico”. Cfr. Diario, op. cit. vol. I, pag. 648.<br />

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