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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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Nel 1925, Edith Stein scrisse un saggio di <strong>filosofia</strong> politica 105 , che dimostra, un autentico<br />

senso dello Stato 106 , uno straordinario attaccamento alla cultura tedesca, l’intenzione di<br />

risalire senza incertezze alle fonti filosofiche del sano conservatorismo, il pieno<br />

riconoscimento del principio di solidarietà (davanti alla cultura tedesca, infatuata dalla<br />

suggestione hobbesiana emanata da Carl Schmitt, ella dichiarava “Artistotele – Etica<br />

Nicomachea VIII - dice che la filia più che la giustizia tiene uniti gli Stati e che la sola<br />

giustizia – senza la filia – non riuscirebbe in quello scopo” 107 ), il rifiuto del vuoto<br />

dogmatismo intorno alle forme (“Muovendo dall’idea di Stato nessuna delle forme citate –<br />

monarchia, aristocrazia, democrazia – si lascia determinare come la migliore” 108 ), la<br />

contestazione delle teorie contrattualistiche 109 , e infine quella risoluta affermazione del<br />

primato <strong>della</strong> sfera morale e religiosa sulla politica –una sfida eroica all’ideologia totalitaria,<br />

che stava prevalendo in Germania - destò l’ammirazione di Cornelio Fabro 110 .<br />

Se il radicamento nella tradizione classica garantì l’immunità dall’effervescenza<br />

rivoluzionaria dei moderni, la consapevolezza dell’origine ebraica del Cristianesimo diede<br />

ad Edith Stein i mezzi per sottrarsi alla suggestione neopagana e alla falsa mistica (di<br />

stampo marcionita) dei postmoderni.<br />

Si può addirittura affermare che l’ascesa di Edith Stein alla santità inizia dalla scoperta e<br />

dalla valorizzazione del fondamento ebraico, nascosto e soffocato dalle incrostazioni<br />

depositate dall’antico formalismo e dalla recente tendenza all’integrazione nella società<br />

luterana in via di secolarizzazione.<br />

Edith Stein chiarisce puntualmente questi due aspetti poco conosciuti o rimossi cultura<br />

ebraica <strong>della</strong> diaspora, ora rievocando la passione patriottica dei suoi familiari (ad esempio<br />

quelli che abbandonarono i loro beni in Polonia, per conservare l’identità prussiana) 111 , ora<br />

dichiarando polemicamente la propria insofferenza per le cavillosità talmudiche 112 .<br />

La sua vita spirituale procedette attraverso la scoperta, nella fede cattolica, dei princìpi<br />

costituitivi dell’ebraismo autentico. Questo significa che il cammino <strong>della</strong> santa carmelitana<br />

è diametralmente opposto a quello di un’altra scrittrice di origine ebraica, Simone Weil, che<br />

per avvicinarsi al cristianesimo cataro portò alle estreme conclusioni il disprezzo <strong>della</strong><br />

diaspora secolarizzata (e paganizzata) nei confronti dell’Antico Testamento 113 .<br />

105 Edith Stein, “Una ricerca sullo Stato”, Città Nuova, Roma 1993.<br />

106 Cfr. “Una ricerca sullo Stato”, op. cit. pag. 83, dove si dichiara che Albrecht “concepisce lo Stato –proprio<br />

nel senso da noi espresso – come non come un’associazione di uomini riuniti per fini individuali, ma come<br />

un’istituzione che ponendosi al di là dei singoli, in primo luogo persegue scopi che non costituiscono in alcun<br />

modo la mera somma degli interessi individuali di chi comanda e di chi è soggetto, ma un interesse collettivo<br />

comune più alto, muovendo dal quale solo in modo mediato ciascuno riceve la possibilità di nutrirsi, di andare<br />

avanti e di orientarsi”.<br />

107 Id., id., pag. 32.<br />

108 Id., id., pag. 45.<br />

109 Id., id. Pag. 23.<br />

110 Cfr.: Cornelio Fabro, “Linee dell’attività filosofico-teologica <strong>della</strong> Beata Edith Stein”, op. cit..<br />

111 “Storia di una famiglia ebrea”, op. cit. pag. 32.<br />

112 Id., id., pag. 194.<br />

113 Simone Weil ha dichiarato: “Non mi considero ebrea, non sono mai entrata in una sinagoga, sono stata<br />

allevata senza alcuna pratica religiosa. Non ho alcuna attrazione per quella religione, nessun legame con la<br />

tradizione ebraica. Sono stata nutrita fin dalla prima infanzia nella tradizione ellenica”, citato da Jean Marie<br />

Muller, “Simone Weil”, Torino 1994. Questo spiga la sua passione per l’eresia catara, passione che la avvicinava<br />

curiosamente alle correnti esoteriche del nazismo, dove la storia catara e miti intorno al cristianesimo germanico<br />

e alle saghe ghibelline erano usati per giustificare il rifiuto dell’Antico Testamento e l’avversione all’ebraismo<br />

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