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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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d’intraprendere il percorso <strong>della</strong> ragione. La scelta tejadiana non rappresenta la<br />

soluzione fideistica <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong>, ma l’inizio <strong>della</strong> ricerca filosofica (e <strong>della</strong> ricerca<br />

che procede in modo autonomo) dalla fede. In questo senso si può affermare che de<br />

Tejada è penetrato nel cuore segreto <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> tomistica.<br />

III - Kierkegaard<br />

Dopo la falsificazione razionalistica<br />

Simile ad un oracolo a lingua bifida, la caparbia fede nei poteri <strong>della</strong> ragione rivelò a<br />

Giörgy Lukács la trama infausta e rovinosa dell’insorgenza romantica contro la<br />

modernità, ma gli nascose la struggente vena moderna, segnatamente hegeliana, che<br />

alimentava (e segretamente alimenta tuttora) la torbida fantasticheria dei pensatori<br />

replicanti. Nel famoso saggio sui distruttori <strong>della</strong> ragione, infatti, Lukács descrisse<br />

puntualmente la passione lunatica e febbrile, che istigava l’estremismo antimoderno<br />

<strong>della</strong> destra romantica ad inscenare il combattimento contro il razionalismo<br />

illuministico e contro Hegel, ma fu incapace di trarre profitto dalla rivoluzionaria<br />

lezione di Alexandre Kojève, dei francofortesi e di Georges Bataille, intorno alla<br />

discendenza del nichilismo romantico dall’enciclopedia e dalla logica hegeliana.<br />

Non a caso, la sua (per altri versi convincente) requisitoria contro i distruttori <strong>della</strong><br />

ragione, accomuna (e confonde) l’ambigua e irrazionale rivolta <strong>della</strong> romantik e la<br />

lucida ironia, con la quale Soeren Kierkegaard 122 (facendo proprie e sviluppando le<br />

geniali intuizioni di Friedrich Trendelenburg) 123 , confutava la logica hegeliana e<br />

mostrava la presenza in essa del germe nichilistico 124 .<br />

122 Soren Aabye Kierkegaard, nasce a Copenhagen il 5 maggio 1813 da Michael Petersen e Ane<br />

Sorensdatter. Fu educato con eccessiva severità dall’anziano padre, pietista tormentato dall’incubo<br />

<strong>della</strong> maledizione divina. Fanciullo cade da un albero e subisce una deformazione <strong>della</strong> spina dorsale.<br />

Nel 1830 si iscrive all’università di Copenhagen, iniziando un lungo e accidentato curriculum di studi,<br />

che terminerà solo nel 1840, con il conseguimento <strong>della</strong> licenza in teologia. Nel 1838 iniziato la<br />

carriera di scrittore pubblicando un saggio critico sulla narrativa di Andersen. Di quel periodo è il breve<br />

e drammatico fidanzamento con Regina Olsen. Rotto il fidanzamento, si consacra interamente ad una<br />

frenetica attività di scrittore, che si conclude solo quando cade a terra, stremato dalla fatica. Muore<br />

nell’ospedale di Copenhagen l’11 novembre del 1855. Oltre al monumentale Diario, le sue opere<br />

principali sono: Sul concetto d’ironia (1840), Aut-aut e Tre discorsi edificanti (1843), Il concetto di<br />

angoscia e Briciole di <strong>filosofia</strong> (1844), Postilla conclusiva non scientifica (1846), Discorsi cristiani<br />

(1847), Tre discorsi devoti (1849).<br />

123 Friedrich Adolf Trendelenburg (Eutin 1802 – Berlino 1871), formatosi alla scuola di Karl Reinhold,<br />

Friedrich Schleiermacher e Georg Wilhelm Hegel, fin dalla tesi dottorale si orientò allo studio del<br />

pensiero classico, di cui (secondo l’autorevole giudizio di Cornelio Fabro) fu il più valido assertore<br />

nell’epoca moderna. Confutò il sistema di Hegel (causandone il rapido declino nelle università<br />

tedesche) ed elaborò la sua organische weltanshauung, una <strong>filosofia</strong> organicistica e finalistica<br />

d’impronta aristotelica. Trendelenburg sosteneva che la considerazione organica coglie il mondo dal<br />

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