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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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Alla critica severa <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> heideggeriana, Edith Stein non fu mossa da ostilità<br />

personale né da vuote rivalità accademiche. La santa carmelitana, infatti, nutriva stima nei<br />

confronti del suo avversario e, quasi anticipando l’interpretazione di Cornelio Fabro, che si<br />

è imposta solo negli ultimi anni 118 , considerava cruciale il problema sollevato da Heidegger<br />

intorno all’oblio dell’essere causato dall’indirizzo essenzialista <strong>della</strong> <strong>filosofia</strong> occidentale<br />

119 .Scrive Cornelio Fabro: “Heidegger resta sempre lo stimolo più efficace alla ripresa <strong>della</strong><br />

metafisica, nonostante tutto: egli è, e non può non essere per noi, come l’Ebreo errante –<br />

nel simbolo caro a Kierkegaard – che accompagna i pellegrini fino alle soglie <strong>della</strong> Terra<br />

Santa, ma senza entrarvi mai” 120 .<br />

Edith Stein, in qualche modo, anticipa la magistrale interpretazione di Cornelio Fabro.<br />

In una lettera a Roman Ingarden, scritta nel 1927, quando già lavorava alla critica<br />

dell’opera heideggeriana, non esitò a riconoscere le straordinarie doti dell’autore: “Che<br />

Heidegger sia bravo e che ci possa mettere tutti in tasca, lo credo anche in base al suo libro<br />

[«Essere e tempo»]” 121 . Nel 1939, pur sapendo dell’adesione di Heidegger al nazismo e<br />

delle sue reiterate e gravi scorrettezze nei confronti di Husserl 122 , Edith Stein, lo descrisse<br />

in modo obiettivo e lo giudicò con umana simpatia.<br />

Nella rievocazione dell’incontro con l’autore di “Essere e tempo” non c’è traccia di astio,<br />

benché il risentimento sarebbe stato legittimo, data l’aperta adesione di Heidegger al<br />

movimento che perseguitava gli ebrei e i cattolici: “Heidegger aveva preso l’abilitazione<br />

con Rickert, Husserl lo aveva assunto, prendendolo dal suo predecessore. Tenne la sua<br />

prolusione quando Husserl si trovava già a Friburgo. Essa conteneva evidenti frecciate<br />

rivolte alla fenomenologia. ... Quella sera Heidegger mi piacque molto. Era silenzioso e<br />

chiuso in se stesso per tutto il tempo in cui si parlava di <strong>filosofia</strong>. Ma appena emergeva un<br />

argomento filosofico si mostrava pieno di vita” 123 .<br />

Nel saggio critico del 1936, dedicato a “Essere e tempo” 124 , Edith Stein, peraltro, non<br />

esita a riconoscere che l’analisi heideggeriana dell’essere umano, nei due modi differenti<br />

dell’essere quotidiano e dell’essere autentico è veramente magistrale anche se incompleta.<br />

Non stupisce, pertanto, che, nell’appendice di “Essere finito e Essere eterno” Edith Stein<br />

118<br />

Padre Tito Centi o.p. ha rievocato le aspre polemiche sorte, in campo cattolico a causa <strong>della</strong> cabarbia<br />

opposizione dei gesuiti, intorno alla XXIV tesi tomiste (in special modo contro la terza tesi, che afferma la<br />

distinzione di essenza ed esistenza in tutte le creature) promulgate da s. Pio X e confermate (contro le attese<br />

degli avversari) da Benedetto XV. Cfr.: <strong>“La</strong> Somma Teologica”, Salani, Roma 12972, vol. I, Introduzione<br />

generale, pp. 268-274.<br />

119<br />

All’oblio dell’essere, conseguente all’essenzialismo occidentale, allude Giovanni Paolo II al paragrafo 5 <strong>della</strong><br />

“Fides et ratio”: <strong>“La</strong> <strong>filosofia</strong> moderna, dimenticando di orientare la sua indagine sull’essere, ha concentrato la<br />

propria ricerca sulla conoscenza umana”. Padre Cornelio Fabro, pur addebitando ad Heidegger di aver<br />

inventato la formula teoretica dell’insormontabilità del finito (cioè l’identità di essenza ed esistenza) e di essere<br />

passato dalla formula l’essenza dell’uomo come esistente consiste nella sua esistenza alla formula più precisa il<br />

nulla è il non dell’essente, gli ha riconosciuto equanimemente il merito di aver denunciato l’oblio (o<br />

nascondimento) dell’essere che si è compiuto nella <strong>filosofia</strong> quando il fondamento non è stato più riferito<br />

all’essere. Cfr. “Introduzione a san Tommaso”, op. cit., pag. 12.<br />

120<br />

Cfr. “San Tommaso davanti al pensiero moderno”, in: Aa. Vv., “Le ragioni del tomismo”, Ares, Milano 1979,<br />

pag. 71.<br />

121<br />

Cfr. “Lettere a Roman Ingarden”, op. cit., pag. 252 (lettera del 2 ottobre 1927).<br />

122<br />

Le scorrettezze di Heidegger nei confronti di Husserl furono documentate da Karl Löwith. Al riguardo cfr.:<br />

Annamaria Tripodi, “Löwith e l’Occidente”, Marsilio, Padova 1997.<br />

123<br />

Cfr. “Storia di una famiglia ebrea”, op. cit., pag. 370.<br />

124<br />

Cfr. <strong>“La</strong> <strong>filosofia</strong> esistenziale di Martin Heidegger”, in <strong>“La</strong> ricerca <strong>della</strong> verità”, op. cit., pag. 180, in cui è<br />

pubblicata l’appendice al grande saggio “Essere finito e Essere eterno”.<br />

116

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