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Piero Vassallo “La restaurazione della filosofia ... - Maconi, Antonio

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originari del loro credo, aggiungendovene dei nuovi, dedotti dalla storia moderna, e<br />

trascurando il fatto che la storia si svolge a partire (come riconosceva perfino il<br />

Maritain seconda maniera, pur in mezzo a snervanti capriole e fumose distinzioni)<br />

dall’aperta dissidenza dalla fede.<br />

La confutazione di <strong>Antonio</strong> Messineo, oltre che sulle tesi esposte in “Umanesimo<br />

integrale”, gettava il discredito sull’ideologia del compromesso posta alla base <strong>della</strong><br />

politica democristiana, che da quelle tesi traeva ispirazione. Di conseguenza la<br />

pubblicazione <strong>della</strong> critico suscitò la reazione <strong>della</strong> Dc e degli ambienti curiali che la<br />

sostenevano: il lavoro di padre Messineo fu pertanto interrotto con la scusa di non<br />

favorire le sinistre.<br />

Ma le conclusioni <strong>della</strong> sua puntuale analisi sono sufficienti a stabilire, in via<br />

definitiva, un nesso tra la <strong>filosofia</strong> di Maritain, che contemplava il paradosso <strong>della</strong><br />

cristianità profana, e la profezia di Bloy, che attribuiva allo Spirito Santo l’origine<br />

del vento rivoluzionario imperversante sulla Cristianità.<br />

Non a caso, Gianni Baget Bozzo ha sostenuto che la teologia <strong>della</strong> storia<br />

maritainiana mette a capo a quella suggestione millenarista derivata da Gioacchino<br />

da Fiore, che sta alla base <strong>della</strong> tesi di Bloy sull’età dello Spirito Santo: “L’ideale<br />

maritainiano <strong>della</strong> nuova cristianità si può definire una nuova edizione del<br />

millenarismo, cioè come la speranza di una società che presupponga il Vangelo<br />

quale norma propria dell’agire umano” 302 . Infine è opportuno ricordare, che<br />

Cornelio Fabro, pur senza riferimento esplicito a Maritain, ha mostrato verso quale<br />

scenario di teologici paradossi è indirizzato lo storicismo che vede i valori cristiani<br />

realizzati dall’apostasia moderna: “Il progetto <strong>della</strong> Death-of.God Theology di<br />

ritrovare Dio accettando dal pensiero e dal mondo contemporaneo la piattaforma<br />

<strong>della</strong> negazione di Dio, è illusorio e impossibile, è un progetto di disperazione<br />

fondato sulla pretesa di poter risuscitare tornando al veleno che ha dato la morte”<br />

303 . Senza dubbio, l’immagine grottesca del cadavere che vuol risuscitare assumendo<br />

nuovi dosi del veleno che lo ha fatto morire, è la più adatta a rappresentare le<br />

illusioni filosofiche e politiche di Maritain e dei suoi discepoli democristiani.<br />

302 “Il Cristianesimo ecc.”, Edizioni dell’Albero, Torino 1963, pag. 36.<br />

303 Cfr.: “L’avventura <strong>della</strong> teologia progressista”, Rusconi, Milano, 1974, pag. 77. Fabro ha esternato i<br />

suoi dubbi sul tomismo di Maritain in altre opere. Cfr., ad esempio, “Introduzione a san Tommaso”,<br />

Ares, Milano 1996, pag. 278, dove è criticata la concezione dilagante nella neoscolastica e nel<br />

neotomismo (Maritain, Gilson) di riferire l’apprensione dell’essere all’atto del giudizio<br />

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