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LA ZIA FRANCESCA

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<strong>LA</strong> <strong>ZIA</strong> <strong>FRANCESCA</strong><br />

In provincia, sono segretario di amministrazione in una casa penale, a Fezzano.<br />

- È un buon impiego, sicuro – disse la donna. Io come vede ho questo negozietto modesto, ma ho<br />

anche alcune migliaia di lire alla banca, ed ho la casa completamente arredata. Non mi manca niente.<br />

E lo fissava eloquentemente negli occhi. Monga cominciava a sentirsi a disagio. Non capiva dove<br />

volessero andare a parare quegli strani discorsi… Soprattutto gli occhi di quella donna gli mettevano<br />

in corpo una specie di terrore.<br />

- Scusi signora, - disse seccato, io sono venuto per comprare delle cravatte, vuole farmene vedere<br />

qualcuna?<br />

La donna aggrottò le ciglia un po’ delusa, ma poi riprese il suo atteggiamento mellifluo: - Ma scusi<br />

disse… lei non viene fa parte del Nudar?<br />

Va bene – rispose Monga impacciato – ma vorrei comprare delle cravatte.<br />

Adesso gliene faccio vedere – disse la donna quasi mortificata. Si avviò ad uno scaffale, prese una<br />

grossa scatola e la depose sul divano accanto alla poltroncina dov’era seduto Monga. La scoperchiò e<br />

sciorinò cravatte di seta.<br />

Non erano brutte, ma neppure eccessivamente belle. In ogni modo, Monga, tanto per tagliar corto, e<br />

mandando una dozzina di accidenti a quel diavolo di Segre, ne prese una e disse: - Quanto costa?<br />

Le piace? – fece la donna tutta accesa nel suo faccione rosso, - mi permetta di regalargliela; e,<br />

allungando una mano fece l’atto d’accarezzarlo.<br />

Monga ebbe l’impressione come se un elefante lo avesse accarezzato con la sua proboscide. Fece un<br />

salto indietro, e si buttò verso il corridoio. La donna gli corse dietro ansando: - Scusi, signore, senta…<br />

lei non viene da parte del Nudar?<br />

E raggiuntolo al principio del corridoio lo afferrò per un lembo della giacca.<br />

Ma che Nudar d’Egitto! – borbottava Monga spaventato, mentre a tentoni cercava la via. Quando<br />

giunse alla tenda l’aprì, cacciò fuori la testa spiritata, e superato il banco d’un salto, fu nella strada.<br />

Mentre usciva a precipizio udì la commessa domandare smarrita alla padrona:<br />

- Dio mio, signora, cos’è successo? Chi era?… E la donna apoplettica rispondere: Ma!… uno stupido.<br />

Mi è impossibile descrivervi la faccia di Monga quando ritornò la sera da noi. Era verde e rimuginava<br />

contro il piccolo terribile Segre i più radicali propositi di vendetta. Voleva ucciderlo, sfidarlo a duello<br />

e tante altre cose ancora. Il maggiore rideva fino alle lacrime, io ero scivolato sotto il tavolo, Segre<br />

taceva.<br />

A duello sono pronto a battermi, disse questi infine con una mimica irresistibile, - ma l’arma la scelgo<br />

io. Ebbene, ci battiamo con una mascella d’asino: così l’ammazzerò con l’osso di un suo antenato.<br />

<strong>LA</strong> SIGNORINA PANEL<strong>LA</strong><br />

Molti anni fa, ahimè! più di trenta, in una mattina dei primi di luglio, col mio vocabolario sotto il<br />

braccio, pochi fogli di protocollo ed una asticciola col pennino nuovo, mi presentavo all’esame di<br />

licenza ginnasiale.<br />

file:///C|/WINDOWS/Desktop/STORIE HTML colorato 418.htm (107 di 114) [03/09/2002 19.26.03]

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