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<strong>LA</strong> <strong>ZIA</strong> <strong>FRANCESCA</strong><br />
Perché Nino Martino non commetteva mai un’ingiustizia, non agiva mai per suo personale interesse, o<br />
per volgare malvagità, ma sempre per riparare dei torti, e per deprimere l’arroganza dei signorotti, che<br />
angariavano i poveri, ed opprimevano i deboli e i diseredati.<br />
Tutto il denaro che egli portava via ai ricchi lo distribuiva ai poverelli, alle vedove e agli ordini,<br />
cosicché il brigantaggio con lui diventava una specie di cavalleria a vantaggio degli umili. Ma era<br />
sempre brigantaggio, e il cuore generoso di Nino Martino ne soffriva.<br />
Un giorno Nino Martino, che era abituato a beffarsi dei gendarmi e ad affrontare i pericoli, scese in<br />
città da solo vestito da montanaro, e poiché era di quaresima, entrò in una chiesa per ascoltare la<br />
predica di un monaco che, durante quel periodo di penitenza, aveva convertiti parecchi peccatori.<br />
La chiesa rigurgitava di gente, di ogni condizione e di ogni età, e l’organo in fondo al coro, rombava<br />
come una foresta al vento, mentre delle voci bianche di chierici cantavano il Benedictus. Ad un tratto<br />
la musica si tacque, i canonici occuparono gli stalli, e sul pergamo, nella penombra austera della<br />
chiesa, apparve una figura maestosa di francescano, con una bella barba fluente sul petto, ed una<br />
faccia serafica. Con voce tonante il frate si mise a predicare, tra il religioso silenzio dell’auditorio. Il<br />
tema trattato era quello della morte.<br />
- "Io verrò come un ladro – tuonava il frate, ricordando le parole di Gesù – e voi non saprete della mia<br />
venuta".<br />
Il pubblico dei fedeli ascoltava in silenzio e per la vasta chiesa la voce del frate passava come un<br />
vento in tempesta.<br />
Nino Martino, passò in rapida rassegna le sue terribili colpe, e pensò che per lui, più che per gli altri,<br />
la morte poteva arrivare come un ladro notturno. Il suo cuore intimamente buono e generoso, si<br />
ribellava a quella vita di lotte e di agguato, di vendette furibonde e di tempestose libertà.<br />
Gli venne alla mente sua madre, la sua vecchia madre, che lo ammoniva sempre, e girando gli occhi<br />
intorno, la vide inginocchiata vicino ad una colonna che pregava per lui, col volto inondato di lacrime.<br />
Lasciò sconvolto la chiesa e si diresse verso la montagna.<br />
Appena uscito fuori dal paese, vide venirgli incontro un povero cencioso, emaciato, che basiva per il<br />
freddo, perché non aveva che una povera camicia sulle spalle e quella era anche tutta a brandelli.<br />
- Mi dai qualche cosa per l’amore di Dio? – disse il povero a Martino; e batteva i denti che era una<br />
pietà.<br />
Il brigante mise la mano nella cintura di cuoio e trasse fuori una manata di monete che porse al<br />
poverello; poi pensando allo stato miserando del vestito che lo ricopriva, si levò dalle spalle il suo<br />
ampio mantello di panno, e sfilato un coltellaccio dalla cintola, lo tagliò in due: una metà la diede al<br />
poverello, con l’altra metà si ravvolse le spalle alla meglio, e proseguì verso la montagna.<br />
Quando entrò nella caverna dove i suoi compagni erano raccolti, davanti alla mensa imbandita, tutti<br />
s’accorsero, dall’espressione del suo volto, che egli era agitato da tempestosi pensieri. Vedendo poi<br />
che non aveva se non la metà del mantello, cedettero senz’altro che fosse stato vittima di una qualche<br />
aggressione. Gli furono tutti intorno ansiosi, tempestandolo di domande. Nino Martino li calmò: -<br />
Nessuno mi ha aggredito – rispose – ma io ho combattuto un’aspra lotta con la mia coscienza e questa<br />
mi ha vinto. Ecco che io gitto ai vostri piedi le mie armi, i miei vestiti e i miei denari, lascio il<br />
comando della banda, e con questo mezzo mantello mi ritiro in solitudine a pregare Iddio per il<br />
perdono dei miei peccati.<br />
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