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<strong>LA</strong> <strong>ZIA</strong> <strong>FRANCESCA</strong><br />
Il signor Molari si strinse nelle spalle:<br />
- Facciamola sorvegliare da un’agenzia – disse.<br />
- Io propongo un’altra cosa – disse la signora. – Domenica ventura andiamo anche noi in macchina a<br />
Sesto. Con l’aria di fare una passeggiata, vedremo dove va a finire.<br />
Difatti la domenica i signori Molari, dopo che la ragazza fu uscita di casa si portarono a Sesto, ed<br />
attesero l’arrivo del tranvai. Qualche minuto dopo le due questo giunse. La servetta scese da uno<br />
scompartimento di terza classe e, tutta premurosa, senza guardarsi intorno, prese la via della<br />
campagna. I signori Molari la lasciarono allontanare di qualche centinaio di metri, per poterla<br />
sorvegliare senza essere eventualmente riconosciuti, e si misero a seguirla. La ragazza filava con<br />
passo svelto e con aria allegra, tenendo il margine sinistro della strada. La giornata di giugno era<br />
luminosa e un po’ fresca, perché durante la settimana, tutti i pomeriggi era piovuto qualche ora, e le<br />
biade abbiosciate al suolo dall’impeto del vento e degli acquazzoni, formavano delle ampie zone<br />
cinerine nel verde lucido e rigoglioso della campagna.<br />
La servetta avanzò sullo stradone provinciale per un buon chilometro, poi imboccò un viottolo e si<br />
avviò verso una casa di campagna, di cui si vedeva chiara l’aia, dietro una siepe di biancospino e di<br />
sambuco. Sull’uscio di quella casa stava una donna alta e forte, ancor giovane, con un lattante in<br />
braccio. Quando vide la ragazza, la indicò con la mano al piccino, e le mosse incontro. La servetta si<br />
mise a correre e, quando la raggiunse, si lanciò sul bimbo, se lo prese in braccio e cominciò a<br />
tempestarlo di baci, con gridi di gioia.<br />
I signori Molari, che si erano fermati sullo stradone, dietro una specie di stecconato, si guardarono<br />
interdetti.<br />
- Hai visto, - chiese la signora al marito, - di chi è quel bambino?<br />
- E che cosa vuoi che ne sappia io? – fece il signor Molari.<br />
- Sarebbe un bel caso che fosse della ragazza.<br />
- E perché un bel caso? Sarebbe normalissimo invece.<br />
- Io la credevo una santarellina.<br />
- Oh! sì, - disse il signor Molari – di santi al giorno d’oggi ce n’è pochi anche in paradiso.<br />
- Andiamo fino alla casa – disse la signora Molari, in cui la curiosità diventava un po’ dispettosa –<br />
faremo finta di cercare delle uova fresche. Il signor Molari la seguì.<br />
La corte era deserta. In un angolo un gruppo di galline razzolavano sopra un truogolo intriso di un<br />
pastone di crusca.<br />
Le voci delle donne ora si udivano più chiare e comprensibili.<br />
Questa settimana aveva un po’ di tosse – diceva la contadina – e non teneva il latte. Gli ho dato da<br />
mangiare polenta e fagioli: sta benissimo.<br />
- Non sapete – diceva la ragazza – che è più grosso di quello della mia padrona che ha dieci mesi?<br />
Guardate, questa cuffia non gli va…<br />
Ma i passi dei sopravvenienti e lo scoccolare corale delle galline allarmate interruppero la<br />
conversazione, e il viso della contadina, rubicondo come fosse dipinto, si affacciò sull’uscio mentre la<br />
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