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<strong>LA</strong> <strong>ZIA</strong> <strong>FRANCESCA</strong><br />
di un muezzino misterioso, il muezzino dell’azzurro.<br />
Il mio amico Palumbo si premette una mano sul cuore, sospirò, si scompigliò i capelli, e come l’eroe<br />
di un antico poema d’amore s’avviò anelante verso il desiderato convegno.<br />
La via era deserta. Là dove essa sboccava in corso Garibaldi due uomini stavano ritti e fumavano,<br />
rivolgendo la schiena alla marina.<br />
Qualche carrozzella lontana rotolava pel lastricato con un rombo che pareva venisse da sotto terra.<br />
Il mio amico Palumbo col cuore in gola, leggero come un gatto, felice come un Dio, entrò nel cortile<br />
al N… diede una occhiata intorno, e poi fissò il balcone della signorina Panella.<br />
Santa Vergine!… Il balcone era socchiuso. Una pianta di cedronella entro un gran vaso a coppa,<br />
sembrava una piccola graziosa vedetta davanti all’uscio del paradiso.<br />
Forse Nerina era dietro le lastre che attendeva, palpitante anche lei come un uccellino.<br />
Con le mani tremanti afferrò la scala che stava addossata ad un angolo del cortile, la sollevò e, con<br />
precauzione, l’appoggiò al poggiolo. Origliò, si guardò intorno, nessun rumore! La notte era<br />
melodiosa come una musica. Posò il piede sul primo scalino, esitando tanto era l’orgasmo, e si accinse<br />
a salire.<br />
Aveva già raggiunta la ringhiera del balcone, ed un’onda di profumo gli era venuta dalla cedronella,<br />
come una prima carezza, quando udì nel cortile un doppio passo affrettato, e subito dopo una voce:<br />
- Ohè! Voi… dove andate?…<br />
Si voltò spaventato. Due uomini erano ai piedi della scala.<br />
- Dove andate, voi?… gl’intimò ancora uno di essi.<br />
Il mio amico Palumbo ebbe un impeto di collera terribile.<br />
- Ma lei cosa vuole, chi è lei?…<br />
- Te lo do io chi sono, pezzo di ladruncolo, - fece l’uomo più risoluto che mai, scendi giù…<br />
Palumbo, a sentirsi dare del ladro, si rinfrancò alquanto.<br />
Meno male!, disse fra sé, non hanno capito la ragione della mia scalata notturna.<br />
- Prego… prego, disse, moderate le parole. Io non sono un ladro. Ma voi chi siete?<br />
- Agenti della forza pubblica.<br />
- Ah! Scusate… vi siete sbagliati… io non sono un ladro: sono uno studente. Qua ci sono i documenti.<br />
E si mise, con una certa spavalderia, a cercare nelle tasche, dove non aveva che qualche lettera dello<br />
zio col proprio indirizzo.<br />
- Storie – disse il questurino dopo avere preso in mano distrattamente le lettere di Palumbo – ditemi<br />
piuttosto cosa andavate a fare a quest’ora su per quella scala?<br />
- Ma veramente… andavo… andavo a trovare un amico.<br />
- Mi avete preso per un imbecille?, urlò il questurino afferrandolo per il braccio e scuotendolo con<br />
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