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LA ZIA FRANCESCA

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<strong>LA</strong> <strong>ZIA</strong> <strong>FRANCESCA</strong><br />

nude fino al gomito ed un paio di baffi neri da adolescente. Aveva in mano un bicchiere con del<br />

marsala. Quando vide che Angelica aveva aperti gli occhi le si precipitò addosso e le accostò il<br />

bicchiere alle labbra.<br />

- Neh, sora sposina, che cosa è stato? Bevete un sorso.<br />

Angelica, disfatta, respinse il bicchiere, si ravviò i capelli sulla fronte madida e gelida e si guardò<br />

intorno.<br />

Si trovava in un salotto ben messo, ordinato, con quadri, fotografie stampe e ninnoli di un gusto<br />

piuttosto dubbio. Sopra un mobile, in una cornice d’argento, vide una fotografia di lui vestito da<br />

ufficiale.<br />

Un orribile nodo di pianto le serrò la gola. Si sentiva soffocare. Avrebbe voluto urlare, spaventar tutti,<br />

gettare in allarme la casa intera. Poi i suoi occhi si posarono sulla sua rivale, la giovane sposa.<br />

Spaventata anche lei, inconsapevole, alle soglie della maternità, la spiava smarrita, con qualche<br />

sospetto forse del suo segreto. Allora una sconsolata pietà la vinse. Perché fare dello scandalo, perché<br />

mettere in angoscia quella giovane madre che non aveva alcuna colpa? Ormai lei si trovava davanti<br />

all’irreparabile. Quell’altro era dell’altra di fronte alla legge, ogni reazione non avrebbe approdato a<br />

nulla. Non avrebbe fatto che amareggiare quella donna che preparava nel suo seno, con una divina<br />

serenità, il fiore di una nuova vita, un fratellino della sua creatura diseredata.<br />

La fissò negli occhi con un misto di pietà e di rancore e balzò in piedi.<br />

Scusatemi tanto tutti – disse. Non è colpa mia. Datemi il mio bambino.<br />

- Ma no, signora, dove volete andare? – si oppose la sposa. – Non state ancora bene e potreste cadere.<br />

Attendete un minuto.<br />

- Ma che avete adesso? – strillava la donna grassa coi baffi – che vi piglia, sora sposa?<br />

- Datemi il mio bambino, debbo andar via! – ripeteva Angelica con voce sorda.<br />

La sposa, sempre più smarrita le restituì il piccolo e mentre l’altra stava per uscire l’afferrò per il<br />

braccio: - Ma voi – le chiese risoluta – che cosa volevate da mio marito?…<br />

Angelica la fissò come se volesse fulminarla, soffocò la risposta e si precipitò giù per le scale con gli<br />

occhi accecati dal pianto.<br />

IL CHICHIBIO CA<strong>LA</strong>BRESE<br />

Tutti gli anni per la festa di San Nicola, il notaro Pantaleo mandava al canonico Sansalone un dono:<br />

ora un capretto, ora una mezza dozzina di pernici, ora un tacchino.<br />

Quell’anno gli aveva preparati tre capponi che erano una meraviglia.<br />

Il canonico don Nicola Sansalone e il notaio Pantaleo erano, fra le altre cose, legati da una antica<br />

amicizia letteraria. Il notaro si dilettava anche a scrivere in versi latini, che il canonico gli correggeva,<br />

postillandoli con la citazione delle regole grammaticali del Portoreale.<br />

Prima ognun sia persuaso<br />

file:///C|/WINDOWS/Desktop/STORIE HTML colorato 418.htm (79 di 114) [03/09/2002 19.26.02]

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