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LA ZIA FRANCESCA

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<strong>LA</strong> <strong>ZIA</strong> <strong>FRANCESCA</strong><br />

La straniera assisteva stupita.<br />

La mamma di suo marito era una donnetta secca e bruna come un baccello di veccia, con una testa<br />

piccola e due occhi tristi, sofferenti, che facevano ricordare quelli delle vecchie testuggini. Era scalza<br />

e con quel lume in mano, sembrava una di quelle figure di vecchine che si vedono nei libri delle<br />

favole.<br />

Dopo avere abbracciato il figlio, la vecchia si era rivolta a lei, ma con circospezione, come se avesse<br />

paura di sbagliarsi, le aveva alzato il lume contro il viso e la guardava come incantata. Era quella la<br />

sua nuora, la sconosciuta che suo figlio aveva sposata in quel paese lontano? Le sembrava<br />

impossibile: suo figlio era un contadino e quella era tanto diversa.<br />

Lei non aveva mai visto nulla di simile: alta, coi capelli color dell’oro, un cappellino così curioso sulla<br />

testa, un soprabito color avana e un viso bianco, delicato, come in quei paesi non si vedeva che alle<br />

statue nelle chiese.<br />

La vecchia guardò suo figlio, poi ancora la nuora dalla testa ai piedi. Dio mio! Ai piedi portava un<br />

paio di scarpette lucide e affusolate come la navicella del telaio.<br />

- E questa chi è – domandò esitando.<br />

- Come chi è? È mia moglie… - rispose lui tutto orgoglioso.<br />

- Tua moglie? E dove sei andato a prenderla una giovane così? Sembra la Madonna, salvo peccato. E<br />

ora noi dove la metteremo?<br />

Si avvicinò timida, allungò la mano brulla e nodosa come quella di un uomo e, presa una mano della<br />

straniera, si mise a guardarla come si guarda una cosa di vetro.<br />

- Tò! Caro mio Dio, che mani! Sembrano fatte di sangue e latte.<br />

Tentò di portarsi quella mano alle labbra, ma l’altra la prevenne e le porse il viso, che la vecchia baciò<br />

avidamente.<br />

- Venite, venite, figlia mia, la nostra casa è così povera! E si incamminò protendendo avanti il lume.<br />

Quando furono dentro, i due posavano le valigie, la vecchia si fece sull’uscio e chiamò qualcuno.<br />

Un minuto dopo apparve sulla soglia un contadino magro, brullo anche lui, con una faccia rugosa e<br />

una specie di papalina in testa. Portava i calzoni corti di fustagno casalingo e grossi calzettoni di lana.<br />

In mano teneva un secchiello pieno di latte. Anche lui aveva gli occhi tristi e buoni.<br />

Depose il secchiello sulla tavola, abbracciò il figlio, poi si rivolse alla straniera e cominciò anche lui<br />

ad esaminarla con quella espressione ferma e seria che era una… qualità del suo sguardo.<br />

La vecchia teneva ancora il lume in mano e le stava davanti come si sta davanti ad una culla o a un<br />

nido.<br />

- Non vedete che ci ha portato nostro figlio? – disse lei – ha sposato una signora.<br />

Il vecchio prese una mano della nuora e la strinse con una strana tenerezza.<br />

- Figlia mia, siate la benvenuta. La casa è piccola e povera, ma da mangiare ce n’è e il cuore è grande.<br />

Lei non capiva nulla di quello che dicevano, ma si sentiva palpitare il cuore di una misteriosa<br />

inquietudine.<br />

file:///C|/WINDOWS/Desktop/STORIE HTML colorato 418.htm (29 di 114) [03/09/2002 19.26.01]

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