31.05.2013 Views

LA ZIA FRANCESCA

LA ZIA FRANCESCA

LA ZIA FRANCESCA

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>LA</strong> <strong>ZIA</strong> <strong>FRANCESCA</strong><br />

Dio, come era stanca, come l’abbattevano tutte quelle emozioni! Sentiva una specie di nausea e le<br />

girava un po’ la testa. Tuttavia prese un’altra carrozzella e si fece portare in piazza S. Croce.<br />

La casa era una di quelle costruzioni cooperative, che assomigliano a caserme. Angelica, avute le<br />

necessarie indicazioni dalla portinaia, imboccò una scala al centro del fabbricato.<br />

Il cuore le batteva così violentemente, che dopo la prima rampa, dovette arrestarsi per prendere fiato.<br />

Era in casa di lui ormai, a due passi dal suo appartamento, che era al quinto piano. Con chi abitava?<br />

Con la mamma, con le sorelle o solo? Che cosa avrebbero detto i suoi parenti quando avessero visto<br />

lei col figlio? Lo sapevano già o sarebbe stata una sorpresa?<br />

Tutti questi interrogativi, l’incertezza e le emozioni le avevano fatto perdere il coraggio. Gli occhi le<br />

si annebbiavano, la lingua le era diventata arida e le gambe si rifiutavano di sostenerla. Anche il<br />

bambino in quella casa enorme e sconosciuta sembrava atterrito, e di quando in quando allungava il<br />

labbro nell’atto di piangere.<br />

Angelica se lo strinse al petto, facendosi forza, e si rimise a salire. Giunta sul pianerottolo del quinto<br />

piano vide sopra un uscio una targhetta di ferro smaltato col nome: Camillo Minici. Dall’interno<br />

veniva uno strusciare di scopa, proprio dietro l’uscio, e la voce di una donna che canticchiava.<br />

"Sarà la sorella o la persona di servizio" disse tra sé Angelica e, con una decisione disperata suonò il<br />

campanello.<br />

La voce si spense, seguì un ciabattare di pianelle, un muovere di sedie, poi la porta si aprì e una donna<br />

sui venticinque anni, forte e bianca come il latte, una vera romana, si fece sull’uscio. Dal volume del<br />

seno e dei fianchi, dal viso leggermente appannato sui pomelli e dall’espressione di placida sofferenza<br />

degli occhi, Angelica capì che quella donna era in stato di avanzata gravidanza. Un misterioso brivido<br />

la scosse tutta.<br />

- Buon giorno – disse con la voce alterata – è qui che abita il signor Minici?<br />

- Qui appunto – rispose la donna – è mio marito…<br />

- Vostro marito? Ah!…<br />

Sentendosi mancare, Angelica buttò in braccio alla donna il bambino come se avesse ricevuto una<br />

pugnalata in mezzo alla schiena.<br />

Quando riprese i sensi e mentre ancora teneva gli occhi chiusi, udì un cicaleccio intorno a sé di voci<br />

femminili, e il piagnucolio intermittente del suo bambino.<br />

- Mangia, tesoro, mangia! – diceva amorosamente una voce – la tua mammina si sveglia subito.<br />

- Ma chi è? – chiedeva quasi con ira un’altra voce cauta. – Come diavolo v’è capitata in casa?<br />

- Non lo so, signora mia, non lo so, quanto è vero Gesù. Me la son vista capitare qui così di botto. Ha<br />

domandato di mio marito e paf… è andata giù come un sacco.<br />

- "Ve doveva capità proprio a voi", in quello stato in cui vi trovate. Dio liberi, è un momento.<br />

- Ah, vi dico io! Mi sento la schiena che mi si apre e mi si chiude come una porta.<br />

Angelica aprì gli occhi. La sposa teneva in braccio il suo bambino e lo accarezzava con passione. Il<br />

piccolo sgranocchiava il biscotto e ad ogni minuto allungava il labbro per piangere. Davanti a lei, che<br />

si trovava sdraiata sopra una poltrona di pelle, stava una donna enorme con due braccia poderose,<br />

file:///C|/WINDOWS/Desktop/STORIE HTML colorato 418.htm (78 di 114) [03/09/2002 19.26.02]

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!