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<strong>LA</strong> <strong>ZIA</strong> <strong>FRANCESCA</strong><br />
Quando rimase sola con suo marito la straniera ebbe la impressione che quella per lei fosse qualche<br />
cosa come una prima notte di nozze, come se suo marito l’avesse conosciuto allora per la prima volta<br />
e dovesse, per la prima volta, sottoporsi alla violazione del suo corpo da parte di un estraneo, che<br />
doveva poi confondere la propria vita con quella di lei.<br />
Suo marito l’abbracciò e la baciò avidamente, con un desiderio visibile e quasi impetuoso, ma lei,<br />
prima di andare a letto, sentì il bisogno di ordinare un po’ di tumulto dei suoi nuovi pensieri, di<br />
esaminarsi dopo la rivelazione di quel mondo povero e sacro dove suo marito era nato, e di cui lei fino<br />
allora non aveva neppure sospettata la esistenza.<br />
Sedette davanti a una finestra a petto d’uomo e si mise a guardare la campagna. Era sorta la luna, le<br />
ombre intorno alla casa si allungavano verso occidente, come se si mettessero in cammino. Un assiolo<br />
cantava sotto gli alberi poco discosto, e da lontano veniva il trillo malinconico e musicale dei rospi.<br />
Per la prima volta, davanti a quel paesaggio, le veniva in mente questa inquietante domanda: "Come<br />
mai io ho potuto sposare un uomo così diverso da me?".<br />
Si sentiva a poco a poco invadere da una strana tristezza, e aveva paura della imminente intimità col<br />
marito, perché temeva che anche da quella consuetudine così dolce le venisse qualche allarmante<br />
rivelazione.<br />
A un tratto si udì un bisbiglio fuori dell’aia.<br />
I due vecchi si erano seduti sull’uscio della casa e parlavano tra loro sottovoce. Ma lei non capiva<br />
nulla di quello che dicevano. Poiché pensò che il soggetto di quel colloquio potesse essere lei, chiamò<br />
il marito perché le facesse da interprete.<br />
- Avete visto – diceva la vecchia – avete visto che moglie è andato a prendere il mariolo? È bella più<br />
di una signora, deve essere figlia di qualche medico o avvocato…<br />
- È bella sì, osservò il vecchio ma… sai come dice il proverbio dell’antico: moglie e buoi dei paesi<br />
tuoi. È bella… ma gli vorrà bene? È così diversa da noi…<br />
Il marito spiegò e poi, prendendola fra le braccia, la strinse forte, baciandola sulla bocca: - Piccina, i<br />
miei domandano se tu mi vuoi bene? Me ne vuoi, tesoro, colomba mia, me ne vuoi?<br />
La straniera si arrovesciò inerte ed ebbe l’impressione che un terribile segreto la rivelasse a se stessa,<br />
in quell’istante. Voleva lei bene a suo marito?… Certo glie ne voleva… aveva passato tante ore felici<br />
con lui. Ma dentro, nell’angolo più remoto del cuore, perché sentiva ora un irresistibile bisogno di<br />
piangere?<br />
DONNA MARUZZA<br />
Fra i ricordi preziosi, che stanno all’origine della mia conoscenza, io, accanto al volto di mia madre,<br />
trovo nella memoria quello di un’altra donna, che per me fanciullo fu come una specie di madre<br />
putativa: il volto di Donna Maruzza.<br />
Donna Maruzza era figlia di signori. In paese la chiamavano anche col nome di sua madre, Donna<br />
Loicia (Luigia) un nome che sa di Corte, del tutto insolito da noi fra le donne del popolo. Caduta la<br />
sua famiglia in povertà, molti anni prima della mia nascita, Donna Maruzza si era rifugiata nel nostro<br />
paese, ed era venuta ad abitare in una casupola, proprio sotto casa mia.<br />
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