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LA ZIA FRANCESCA

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<strong>LA</strong> <strong>ZIA</strong> <strong>FRANCESCA</strong><br />

porta che dava nell’orto. Veccia con un ruggito tentò raggiungerla, ma su gli occhi gli calò una nebbia<br />

rossa, e cadde senza conoscenza sul pavimento.<br />

Quando si destò entrava nella stanza il primo chiarore cinereo dell’alba. Il bambino nella culla<br />

piangeva adagio, con un verso uniforme, come un gattino. Veccia si alzò stralunato e intirizzito, si<br />

guardò intorno ed ebbe un subitaneo orrore di quella casa: una ripugnanza invincibile lo spingeva<br />

fuori da quei muri, dove le vestigia di sua moglie lo sconvolgevano come la presenza di una cosa<br />

immonda. Non vi era altro che gli appartenesse al di fuori di quel bambino, che pareva stesse già a<br />

disagio anche lui, e si lagnasse implorando.<br />

Si avvicinò alla culla, col cuore che gli scoppiava, la testa in fiamme, contemplò un istante il bambino<br />

che agitava i piccoli pugni chiusi sul volto contratto, lo sollevò d’impeto, lo avvolse in una pelle di<br />

pecora che copriva il piccolo lettino, e fuggì nella strada come inseguito.<br />

Era l’alba. Il mare di un grigio argenteo accoglieva già i primi chiarori del giorno, muovendosi come<br />

una immensa corrente verso il Sud.<br />

Il suo rombo sonoro riempiva il silenzio mattinale. I lumi si spegnevano ad uno ad uno. Dalla<br />

campagna giungeva un cantare alternato di galli, e su, verso il cimitero, si udivano già tinnire i<br />

campanelli delle capre, che portavano il latte in città.<br />

Il bambino avvolto nella pelle, e sballottato dal ritmo rapido di suo padre, si era taciuto, e Veccia<br />

correva stringendosi al petto, come fuori di sé. Passò davanti l’ospedale, entrò nel greto di un torrente<br />

incassato entro due alti muraglioni, e sbucò sulla via del porto.<br />

Improvvisamente dal campanile del Duomo partì un rombo, il rintocco della campana grande. Passò<br />

rapido nell’aria mossa dal vento, si ripeté due o tre volte come per accordarsi con la voce del mare,<br />

poi ruppe in uno scampanio vasto e gaudioso, lo scampanio dell’alleluja. In breve tutta l’aria vibrò<br />

della sinfonia immensa delle campane pasquali: il Carmine, Santa Lucia, San Filippo, Santa Caterina,<br />

Archi; da ogni angolo del cielo lo scampanio giungeva ad onde col vento saliva, radeva con le raffiche<br />

le case ancora addormentate, annunziando la resurrezione del Signore.<br />

Nelle case i ragazzi si destavano, agguantavano avidamente la sguta con l’uovo e la salsiccia, e<br />

l’addentavano garrendo. Tutto era in festa, anche il cielo che, come spazzato dalle onde dello<br />

scampanare festoso, dietro il forte di Pendimeli, era diventato abbagliante. Il Signore è risorto,<br />

parevano dire le campane, ogni cuore si rallegri, con la quaresima triste dilegua l’inverno, la terra<br />

fiorisce, il mare si fa più bello, i profumi tornano nei campi, i nidi sugli alberi, le rondini ai tetti e ai<br />

campanili, le zagare su gli aranci e i limoni, i tonni e i pesci spada nello stretto.<br />

Al povero Veccia quelle campane tagliavano il cuore a fette. Ansimando, come un uomo rincorso da<br />

una belva, aveva raggiunta la sua barca, e tanto era stanco, che si dovette sedere sopra una duglia per<br />

prendere fiato. Il suo cane gli era corso incontro, ed ora scodinzolando, con gli occhi inquieti, gli<br />

leccava le mani, annusava il piccolo che si era rimesso a piagnucolare; e poi gli girava intorno con un<br />

uggiolio affettuoso.<br />

Il pianto del bambino si faceva sempre più forte. Veccia gli toccò delicatamente i labbruzzi, con le sue<br />

grosse dita, accostò alla sua la faccia tiepida e fine del piccolo, ne ascoltò il respiro, e fu invaso da un<br />

senso terribile di ribellione.<br />

Sì, avrebbe lasciato il bambino nella barca, sotto la guardia del cane, e sarebbe ritornato a casa in<br />

cerca di Nannina. Dovunque l’avesse incontrata l’avrebbe stracciata coi denti. Tentò alzarsi in piedi,<br />

ma la barca gli cominciò a girare di sotto; una nebbia rossa gli appannò la vista, ed una contrazione<br />

file:///C|/WINDOWS/Desktop/STORIE HTML colorato 418.htm (12 di 114) [03/09/2002 19.26.01]

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