31.05.2013 Views

LA ZIA FRANCESCA

LA ZIA FRANCESCA

LA ZIA FRANCESCA

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>LA</strong> <strong>ZIA</strong> <strong>FRANCESCA</strong><br />

agrumi quell’anno erano stati abbondanti e partivano a tonnellate nelle cassette per la Germania.<br />

L’ultimo viaggio lo fece il giovedì santo, e lasciato il carico la sera del venerdì a Messina, volle<br />

partire a tutti i costi, perché voleva fare la Pasqua in casa.<br />

Il mare era tremendo! Lo stretto ribolliva come un’immensa caldaia e le montagne di schiuma,<br />

sfioccandosi fragorosamente nell’aria, la riempivano di una nebbia umida e tagliente.<br />

La barca, trascinata dalle correnti fortissime dovette accostare verso Catona, e a stento, solo verso le<br />

tre del mattino, riuscì ad entrare nel porto. Veccia, mezzo morto, tutto inzuppato d’acqua, intirizzito,<br />

licenziò i tre marinai suoi compagni, e lasciato il cane a guardia della paranza, si diresse verso casa.<br />

I lumi a gas lungo la via di Reggio Campi languivano fiochi, e le case erano ancora tutte sepolte nel<br />

sonno. Nell’aria veniva la voce sonora del mare, che rombava incessantemente rompendo sulla<br />

spiaggia.<br />

Veccia bussò alla porta di casa sua con un senso di conforto. Attese un poco, e sebbene gli fosse parso<br />

di udir del rumore non ebbe alcuna risposta. Bussò ancora chiamando: Nannina.<br />

- Chi è, rispose Nannina da dentro con voce roca.<br />

- Apri, sono io.<br />

Veccia sentiva all’interno uno stropiccio, un bisbiglio, qualche cosa di agitato e di febbrile.<br />

- Che diavolo fai, Nannina, non apri?<br />

- Un momento che mi vesta, rispose irritata la donna.<br />

Era quasi un quarto d’ora che Veccia era davanti alla porta, ed essa non si apriva. Continuavano<br />

invece i rumori all’interno, circospetti, ma inquieti… A un tratto un uscio, l’uscio che dava nell’orto,<br />

scricchiolò un istante, poi s’udì nella calma perfetta della notte come un passo cauto; ancora il rumore<br />

strisciante del cancelletto di legno, e quindi una fuga leggera e precipitosa…<br />

Veccia ebbe la sensazione che il terreno gli mancasse sotto i piedi.<br />

Intanto Nannina venne ad aprirgli stralunata, deglutendo spasmodicamente e con un gran tremito nella<br />

voce e nelle mani. La porta che dava nell’orto era ancora aperta, e sotto una sedia, vicino al letto,<br />

luccicava qualche cosa.<br />

Veccia, stralunato anche lui, fissò un istante la moglie.<br />

- Dormivi con la porta aperta?, le chiese; e intanto si chinò a raccattare quella cosa luccicante sotto la<br />

sedia.<br />

Era un cinturino militare.<br />

Balzò come un lupo verso la donna e l’afferrò per le braccia scuotendola con furore.<br />

- Chi c’era qua dentro con te?<br />

- Nessuno, rispose la donna, svincolandosi con impeto.<br />

- E questa che cosa è?, chiese ancora Veccia con gli occhi sinistri, mostrandole la cintura che aveva<br />

raccattato sotto la sedia.<br />

Nannina si vide perduta: discinta com’era balzò tra il letto e Veccia, e scomparve di corsa dietro la<br />

file:///C|/WINDOWS/Desktop/STORIE HTML colorato 418.htm (11 di 114) [03/09/2002 19.26.01]

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!