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LA ZIA FRANCESCA

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<strong>LA</strong> <strong>ZIA</strong> <strong>FRANCESCA</strong><br />

stanchezza e la malinconia.<br />

- Stati attenta, disse Veccia, interrompendo la meditazione di Nannina, il polipo sale.<br />

- Dov’è, domandò Nannina, avvicinandosi alla sponda della paranza e guardando ansiosa l’acqua.<br />

- Guarda, vedi quell’ombra giallognola laggiù, vicino al molo?<br />

Rasente al muraglione, coperto di alghe e di ricci marini, si scorgeva una macchia giallastra,<br />

fluttuante, che saliva con i movimenti flosci dei tentacoli verso la superficie. Quando fu più vicino<br />

Nannina scorse gli occhi dell’animale spalancati sotto la cortina d’acqua, e diede un grido di<br />

meraviglia e di paura.<br />

Veccia brandì la fiocina, e quando lo credette a tiro, la vibrò con forza, ritraendola rapidamente.<br />

Sulle punte della fiocina si agitavano convulsamente i tentacoli mollicci, grondanti, aggrappandosi e<br />

sgrovigliandosi con una vicenda spasmodica.<br />

- Magnifico! disse Veccia osservandolo.<br />

Nannina rideva e batteva le mani, con gli occhi meravigliati.<br />

- Me lo dai, Veccia, chiese la ragazza; lo mangerò questa sera.<br />

- No, cara; se vuoi, vieni a mangiarlo con me.<br />

- Dove?, chiese la ragazza.<br />

- Qui nella barca.<br />

- Quando?<br />

- Stasera. Cucinerò io, e sentirai che gusto.<br />

Nannina rimase un po’ interdetta. Poi con un gesto rapido si alzò in piedi.<br />

- Va bene, disse, questa sera aspettami. Verrò.<br />

- Verrai davvero?<br />

- Sull’anima mia. Addio Veccia.<br />

Salì sulla tavola e a piccoli passi svelti scomparve sotto gli alberi d’acacia della capitaneria.<br />

Come fu sera, Veccia che aveva preparati i polipi con ogni cura, si sedette in coperta, legò il cane<br />

nella stiva, e stette ad attendere un po’ malinconico.<br />

Già all’estremità del molo brillava la lanterna rossa del faro. Sui fianchi del vapore postale si erano<br />

accese tutte le luci, e qualche lampadina chiara tremolava sul ponte e nelle antenne. Veccia spiava lo<br />

spazio tra il pontile del Ferry-boat e la stazione, per vedere se, nel chiarore che gittavano i lumi degli<br />

uffici, attraverso le porte aperte a due battenti, passasse la figura snella ed elegante di Nannina. Un<br />

impiegato apparve, su uno di quegli usci fumando una sigaretta. Veccia ne fu contrariato. Se Nannina<br />

fosse passata in quel momento; quell’impiegato le avrebbe parlato, forse anche l’avrebbe seguita.<br />

file:///C|/WINDOWS/Desktop/STORIE HTML colorato 418.htm (6 di 114) [03/09/2002 19.26.01]

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