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Ricerca Corso Tecnico dell'Ambiente - Scuola Edile Taranto

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Volendo dare una definizione intuitiva si potrebbe dire che è l’immagine da noi percepita di<br />

un tratto della sua terrestre. E’ chiaro che parlare semplicemente di superficie è fin troppo<br />

riduttivo.<br />

Nel paesaggio è compreso in una dimensione spaziale completa, anche lo sviluppo<br />

verticale delle forme sensibili. Si sottintende quindi un volume, uno spessore, oltre che una<br />

dimensione orizzontale. Viene da sé che, osservando il paesaggio si può risalire ad un<br />

insieme concreto di forme e fenomeni che assumono la configurazione di segni,<br />

richiamando significati e funzioni.<br />

Si può anche parlare di “funzioni-segni, cioè segni di origine utilitaria e funzionale che<br />

diventano segni perché per il solo fatto che c’è società, ogni uso è convertito in segno di<br />

questo uso 3 ”.<br />

Il paesaggio si definisce quindi come “struttura di segni del territorio”. Pertanto non<br />

essendoci segno senza significato, questa affermazione permette l’analisi del paesaggio<br />

nelle sue componenti essenziali, cioè l’individuazione e la scomposizione dei segni e delle<br />

loro varie possibilità di configurazione e la ricerca di quelli ricorrenti.<br />

Il paesaggio dà la misura dell’antropizzazione in quanto riflesso del legame culturale di<br />

quella natura e dei suoi elementi. Diventa perciò un termine necessario per cercare l’uomo<br />

e comprendere la sua azione sul pianeta.<br />

Certamente il paesaggio può essere interpretato come "sistema di ecosistemi", ovvero<br />

come "sistema di unità spaziali ecologicamente diverse, fra loro interrelate”, oppure come<br />

manifestazione sensibile degli ecosistemi, o ancora come panorama, oppure come<br />

porzione di territorio che si abbraccia con lo sguardo; tuttavia il salto dallo sguardo che<br />

osserva le cose a fini utilitaristici al paesaggio avviene solo quando l'ambiente che ci<br />

circonda non rappresenta più solo le rocce e i minerali che si nascondono sotto, la legna e<br />

i frutti dei boschi, le caratteristiche ecosistemiche, le occasioni tattiche in guerra, ma viene<br />

osservato anche in chiave estetica e suscita sentimenti profondi.<br />

Osservare il paesaggio con il sentimento travalica l'osservazione utilitaristica o scientifica,<br />

ma non per questo ha minore dignità.<br />

L'osservazione dell'ambiente che ci circonda, sfrondata dal bisogno di conoscenza, entra<br />

nella sfera dell'estetica; ma proprio quando l'ambiente che ci circonda è osservato alla<br />

ricerca dell'equilibrio e dell'armonia fra le componenti, o dei contrasti cromatici, è allora<br />

che esso diventa paesaggio.<br />

3 R. Barthes, L’impero dei segni, 1970.<br />

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