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Ricerca Corso Tecnico dell'Ambiente - Scuola Edile Taranto

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masseria La Riccia proseguendo, incanalata in tubi di terracotta poggiati sugli archi, fino<br />

all’entrata del rione Tamburi di <strong>Taranto</strong>.<br />

Le colonne in tufo che emergono in corrispondenza della zona sotterranea dell'acquedotto<br />

e che distano circa 30/40 metri l'uno dall'altro, sono pozzetti di areazione impiegati sia per<br />

l'estrazione dei materiali cavati sia per la pulizia di detriti che tendono ad ostruire le<br />

gallerie.<br />

Dai rilievi ed esplorazioni effettuate dal Gruppo Speleo Statte, si stima che la lunghezza<br />

totale dell'acquedotto sotterraneo si aggiri sui 18km. Fin quando a <strong>Taranto</strong> non arrivò<br />

l’acquedotto, la popolazione usava l’acqua di quello romano che arrivava sino a Piazza<br />

Fontana nella Città Vecchia. Il rumore dell’acqua che scorreva sugli archi assomigliava a<br />

quello dei tamburi e proprio per questo motivo la zona veniva chiamata Tamburi. Da qui le<br />

origini del nome dell’omonimo rione.<br />

L’insediamento rupestre più importante è quello dei monaci basiliani risalente al XIII<br />

secolo.<br />

5.2.2.2. Gravina Leucaspide<br />

La Gravina del Leucaspide, con la Gravina Mazzaracchio, è l’ultima di una serie di<br />

spaccature del terreno carsico che, partendo da una quota di 100 metri s.l.m., formano un<br />

anfiteatro che degrada sulla pianura tarantina affacciandosi sul mare. Le gravine sono<br />

state formate da movimenti tettonici ancora non del tutto chiari e da corsi d’acqua<br />

sotterranei. Tali corsi d’acqua vengono alla luce nei tratti in cui la conformazione geologica<br />

del terreno è più resistente alla sua azione. La sezione della gravina in questo tratto è<br />

costituita da calcare d’Altamura sovrastato per dieci metri da uno strato di calcareniti che<br />

più risentono dell’azione erosiva delle acque.<br />

La Gravina del Leucaspide prende vita dall’unione delle gravine dell’Amastuola a nordovest<br />

rispetto al centro urbano di Statte e quella di Triglie a monte dell’abitato. La gravina<br />

è percorsa da un corso d’acqua che ha portata dipendente esclusivamente dagli eventi<br />

meteorici e che a valle darà vita allo Stornara.<br />

Il territorio della gravina è di notevole importanza oltre che per la sua valenza dal punto di<br />

vista naturale anche per le notevoli testimonianze di civiltà che le ha abitate già più di 2000<br />

anni fa. I ritrovamenti archeologici parlano di comunità di uomini preistorici, pastori e<br />

agricoltori che abitavano la zona. In epoca romana, le sorgenti utilizzate già dalle civiltà<br />

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