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Ricerca Corso Tecnico dell'Ambiente - Scuola Edile Taranto

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compresa tra i 0.0625mm fino ad inferiore agli 0.0039mm, ha impedito che, permeando,<br />

l’acqua modificasse la sezione delle conche. La deposizione di particelle di così piccola<br />

granulometria è indice dello scarso idrodinamismo caratterizzante il Mar Piccolo, che<br />

riceve i flussi del Mar Grande solo attraverso il Canale Navigabile e quello di Porta Napoli.<br />

Le coste del bacino sono costituite da depositi argillosi di Argille subappennine pliocalabriane<br />

che, pur essendo presenti già nelle zone interne di Roccaforzata e<br />

Montemesola, caratterizzano le rive del Mar Piccolo nei tratti più elevati e in quelli<br />

retrostanti ai pennelli sabbiosi. La datazione dei depositi è collocabile alla fine del<br />

Cretaceo e a tutto il Plio-Pleistocene, sebbene nella parte meridionale del Secondo Seno<br />

sia presente una successiva stratificazione di Calcarenti Calabriane.<br />

Questa stratificazione si spiega considerando i cicli di emersione dell’intero territorio<br />

tarantino che hanno visto l’innalzamento di Crispiano nel Calabriano e della zona delle<br />

Saline nel Tirreniano: questo processo si è sviluppato per sedimentazione di materiali<br />

clastici mentre il mare si ritirava fino a raggiungere le coste attuali.<br />

Durante i periodi che vanno dal post-calabriano al post-tirreniano la sedimentazione è<br />

stata caratterizzata da una netta variazione negli apporti di materiali argillosi o argillosomarnosi.<br />

Le fasi del processo di sollevamento del nostro territorio possono essere messe in<br />

relazione con gli effetti della tettonica di sollevamento regionale, senza escludere<br />

oscillazioni eustatiche legate a fenomeni glaciali. A questo processo si deve la formazione,<br />

nella roccia più antica di struttura carbonatica, di spaccature che, con la percolazione di<br />

acqua imbrifera, hanno avviato i fenomeni carsici a cui si può ricondurre il fenomeno dei<br />

citri.<br />

Per quel che riguarda la sedimentologia, i materiali che costituiscono i fondali del Mar<br />

Piccolo possono essere, nella loro totalità, classificati come segue:<br />

- Sabbioni a Sabbie grossolane (mm 2-0.6);<br />

- Sabbioni a Sabbia medio-fine (mm 0.6-0.06);<br />

- Silt (mm 0.06-0.006);<br />

- Argille grossolane (mm 0.006-0.0006);<br />

Oltre a questi aspetti generalizzanti, vi sono ristrette aree a ciottoli sparsi, dunque a fondo<br />

duro; in particolare, fondi duri calcarenitici si trovano nelle zone di imbocco del Canale<br />

Navigabile e del Canale di Porta Napoli e nel tratto costiero tra questi compreso; nei<br />

fondali bassi della zona di Punta Penna, nota come “secca di S. Caterina”; in parte<br />

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