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Ricerca Corso Tecnico dell'Ambiente - Scuola Edile Taranto

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La scelta della nazionalizzazione (all'alba della cosiddetta "stagione del centro-sinistra")<br />

sembrava allora essere l'unica possibilità di soddisfare la crescente domanda di energia,<br />

in un contesto di sviluppo uniforme ed armonico dell'intero Paese.<br />

Il nuovo periodo che si stava aprendo per l'ENEL e per il Paese sarebbe stato<br />

caratterizzato da grandi trasformazioni sia per quanto riguarda la rete di trasmissione che<br />

la produzione di energia; basti pensare che negli anni sessanta la produzione di energia<br />

elettrica italiana cresceva a un ritmo di circa l'8% annuo, contro lo scarso 2% attuale.<br />

Questa crescita avvenne in gran parte grazie allo sviluppo della fonte termoelettrica,<br />

facilitato dai bassi prezzi del petrolio tipici di quel decennio.<br />

Tale tendenza venne bruscamente interrotta dalle crisi petrolifere del 1973 e del 1979;<br />

negli anni settanta e ottanta, accanto a una temporanea contrazione della produzione<br />

causata dalla crisi economica conseguente allo "shock petrolifero", si ebbe un primo<br />

tentativo di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico; in tale ambito si<br />

collocano sia una leggera ripresa dell'utilizzo del carbone, sia la crescita dell'acquisto di<br />

energia dall'estero.<br />

Ma negli anni settanta la vera e propria "scommessa" fu quella nei confronti dell'energia<br />

nucleare: è del 1975 il varo del primo piano energetico nazionale che prevedeva, tra l'altro,<br />

un forte sviluppo di tale fonte.<br />

L'Italia aveva cominciato lo sfruttamento della fonte nucleare già dai primi anni '60 (nel<br />

1966 l'Italia figurò addirittura come il terzo produttore al mondo, dopo USA e Regno Unito)<br />

ma fu sul finire degli anni '70 che venne effettuata una decisa svolta in questa direzione:<br />

alle vecchie centrali del Garigliano e Trino Vercellese si affiancarono (o si cominciarono a<br />

costruire) Caorso, Montalto di Castro e la seconda centrale di Trino (per quest'ultima fu<br />

solo individuato e terraformato il sito, poi impiegato per la costruzione di un impianto a<br />

ciclo combinato da 700 MW, entrato in funzione nel 1997).<br />

Tuttavia, nel 1987, dopo la forte impressione creata nell'opinione pubblica dal disastro<br />

nucleare in Unione Sovietica (Disastro di Chernobyl), l'Italia, con votazione tramite<br />

referendum, abbandonava di fatto lo sviluppo della fonte nucleare, chiudendo o<br />

riconvertendo le centrali esistenti.<br />

Il presente<br />

Lo scenario del mercato dell'energia è cambiato nuovamente agli inizi degli anni '90: nel<br />

1992 l'ENEL diventa una società per azioni, anche se con il Ministero del Tesoro come<br />

unico azionista; poi, il 19 febbraio 1999 viene approvato il decreto legislativo di<br />

liberalizzazione del mercato elettrico, anche detto decreto Bersani, che recepisce una<br />

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