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Ricerca Corso Tecnico dell'Ambiente - Scuola Edile Taranto

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cancro nell’uomo. In particolare sono stati svolti studi di epidemiologia descrittiva di tipo<br />

geografico che hanno preso in considerazione la diversa mortalità per tumori in aree<br />

urbane, rurali oppure industrializzate. I confronti tra aree urbane e corrispondenti aree<br />

rurali hanno dimostrato il più delle volte differenze di mortalità per cancro polmonare, il<br />

che ha suggerito l’esistenza di un generico “fattore urbano” responsabile di un maggior<br />

rischio in ambiente urbano. Studi di epidemiologia analitica e soprattutto studi “casocontrollo”<br />

hanno permesso di acquisire informazioni più attendibili sul tipo di esposizione e<br />

sui possibili fattori confondenti, evidenziando un aumento del rischio relativo in soggetti<br />

che vivevano in aree urbane rispetto ad aree rurali.<br />

Non vi è dubbio quindi che l’aria outdoor può contenere numerosi inquinanti primari e<br />

secondari, appartenenti ad una notevole varietà di categorie chimiche, che risultano<br />

mutageni e cancerogeni in modelli sperimentali e che, in alcuni casi, appaiono<br />

cancerogeni anche nell’uomo in seguito ad esposizioni occupazionali. Tuttavia nella<br />

valutazione del rischio entrano in gioco problemi legati alla interazione tra componenti di<br />

miscele complesse e alla tipologia di esposizione (alte e basse dosi). Gli studi<br />

epidemiologici suggeriscono nel loro complesso che vi può essere un aumentato rischio di<br />

tumore per il cancro del polmone in soggetti che vivono in ambienti urbani o perlomeno<br />

vicini ad industrie fortemente inquinanti: la difficoltà è nel discriminare tale esposizione da<br />

fattori confondenti come il fumo di tabacco (attivo e passivo) ed esposizioni occupazionali.<br />

Nei primi anni 90 cominciano a comparire sulla stampa nazionale notizie dell’aumento<br />

della mortalità per patologia neoplastica dell’apparato Respiratorio nella popolazione della<br />

città di <strong>Taranto</strong>. All’origine la Delibera del Ministero dell’Ambiente con cui <strong>Taranto</strong> viene<br />

inserita tra le città ad elevato rischio ambientale (si veda il D.P.R. 23 aprile 1998<br />

"Approvazione del piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia<br />

di <strong>Taranto</strong>").<br />

E’ del 1993, la ricerca “Mortalità per Carcinoma Polmonare a <strong>Taranto</strong>, città sede di polo<br />

siderurgico”, pubblicato su Folia Oncologica,1993,143,143-151. Lo studio retrospettivo<br />

evidenzia come il rischio di ammalare di cancro del polmone per la popolazione della città<br />

risultava elevato nei soggetti fumatori e tale rischio risultava accresciuto nei soggetti<br />

residenti nelle aree urbane poste a ridosso dell’area industriale e occupati nella stessa.<br />

Nel 1995, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel “Rapporto Salute e Ambiente”<br />

redatto per il Ministero dell’Ambiente, include <strong>Taranto</strong> tra le Aree ad elevato Rischio di<br />

crisi ambientale. Nello specifico, l’esame dei dati di mortalità del periodo 1984-1991 rileva<br />

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