Ricerca Corso Tecnico dell'Ambiente - Scuola Edile Taranto

4.3.3. Agricoltura
Anche l’agricoltura ha reso più complessa e problematica la situazione della rete
ecologica.
Come le aree urbane e quelle industriali, anche i sistemi colturali si sono incuneati nella
rete disgregandola. A farne le spese sono state soprattutto le aree gravinali.
La superficie delle aziende agricole a conduzione esclusivamente familiare nell’area delle
gravine è considerevole rispetto alla superficie totale. Il fatto che in questi anni l’attività
agricola sia andata perdendo sempre più il
suolo ruolo cardine nella economia locale, può essere attribuito al fatto che, mancando
delle grosse aziende o delle cooperative forti, i singoli produttori alla lunga non abbiano
retto alla concorrenza del mercato.
Al contrario, il corridoio che collega Statte e Taranto, è stato sottoposto oltre che ad una
frammentazione dalle attività agricole, soprattutto ad una pressione da parte dei centri
urbani e industriali molto maggiori. Paradossalmente appare più semplice un intervento di
riconnessione nell’area di Statte e Taranto rispetto a quella dei comuni
occidentali. I nodi della rete presenti nella parte occidentale sono molto difficili da collegare
proprio perché sarebbe quasi impossibile dare una continuità anche dal punto di vista
delle coltivazioni e creare dei corridoi. La minore superficie agricola utilizzata tra Statte e
Taranto permette di poter meglio riconnettere i consistenti serbatoi di naturalità ancora
esistenti soprattutto attraverso il corridoio che porta dalla gravina Mazzaracchio a Statte.
4.4. Possibili riconnessoni dei sistemi insediativi con la rete
La rete della provincia si divide in tre livelli:
1. la murgia, in cui la continuità ambientale è una cosa ancora tangibile;
2. l’arco delle gravine, di cui sono visibili i nodi a Ginosa, Laterza, Massafra, Statte e
nell’immediato entroterra del Mar Piccolo;
3. le pinete della costa occidentale.
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