ALESSIA NICOTERAme viene definito dal<strong>la</strong> normativa sui trasporti e l’Ente proprietario, a-zionista, control<strong>la</strong>nte ed affidante <strong>del</strong> servizio.Ed è proprio <strong>la</strong> giurisprudenza ad aver e<strong>la</strong>borato i requisiti cheoggi costituiscono <strong>la</strong> base di tutti gli affidamenti “in house”, che sonoquelli <strong>del</strong><strong>la</strong> proprietà, <strong>del</strong> controllo analogo, <strong>del</strong>l’attività prevalente oesclusiva a favore <strong>del</strong>l’Ente affidante o control<strong>la</strong>nte, che veniva citata esollecitata prima.Come vi dicevo, <strong>la</strong> giurisprudenza comunitaria e<strong>la</strong>bora <strong>la</strong> nozionedi “in house” proprio al di fuori <strong>del</strong><strong>la</strong> normativa in materia di appaltie concessioni, partendo dal presupposto che non vi sia un rapportodi terzietà tra il soggetto affidatario “in house” e l’Ente affidante e tuttoquesto a prescindere dal<strong>la</strong> forma giuridica <strong>del</strong> soggetto che risulta poiessere l’affidatario dei servizi, perché, come ammesso dal<strong>la</strong> stessa giurisprudenzacomunitaria, l’affidatario “in house” può essere un soggettocostituito in forma societaria.Prima si citava il Testo Unico sul<strong>la</strong> municipalizzazione.In Italia siamo probabilmente più abituati a fare immediatamenteil paragone tra “in house” e municipalità o azienda speciale, essendoquest’ultima memoria e retaggio <strong>del</strong> nostro ordinamento giuridico.L’evoluzione <strong>del</strong><strong>la</strong> giurisprudenza comunitaria ha portato a ritenere<strong>la</strong> legittimità <strong>del</strong>l’affidamento “in house” a favore di societàpubbliche al 100%, condizione, peraltro, imposta dal<strong>la</strong> normativa italiana,<strong>la</strong> quale non ammette quindi altre forme di soggetti, quali ad e-sempio l’azienda speciale e l’azienda municipalizzata che sono ormaisparite, per effetto di tutte le varie Bassanini citate poc’anzi dal Prof.Busti.L’affidatario, anche se è un soggetto con una sua autonomapersonalità giuridica e appare terzo rispetto all’Ente affidante, in realtànon lo è, per effetto di tutta una serie di controlli, di poteri di indirizzo edi amministrazione che l’Ente va ad esercitare sul soggetto affidatario“in house”.102
L’AFFIDAMENTO IN HOUSE DEL SERVIZIO DI TRASPORTO PUBBLICO LOCALELa nozione comunitaria di affidamento “in house” è stata quindirecepita nel nostro ordinamento nazionale attraverso il decreto <strong>del</strong>2003. Il settore <strong>del</strong> <strong>trasporto</strong> <strong>pubblico</strong> <strong>locale</strong> aveva all’epoca, comepunto di riferimento, il decreto legis<strong>la</strong>tivo n. 422 <strong>del</strong> ’97, il quale prevedevail 31 dicembre <strong>del</strong> 2003 come termine di scadenza perl’effettuazione <strong>del</strong>le gare.Ad ottobre <strong>del</strong> 2003 venne emanato il Decreto Buttiglione, poiconvertito in legge nel novembre <strong>del</strong> 2003, con il quale il Legis<strong>la</strong>toredecise, da quel momento, di consentire l’effettuazione di affidamenti“in house” e di ricorrere anche al<strong>la</strong> c.d. gara a doppio oggetto, anche sequest’ultima consisteva in un partenariato <strong>pubblico</strong>-privato, e non erasenz’altro <strong>la</strong> gara a doppio oggetto di cui all’art. 23-bis attuale.Il Decreto Buttiglione ha trovato applicazione nel settore deitrasporti per un anno, fino al<strong>la</strong> Delega ambientale, <strong>la</strong> quale, nel dicembre<strong>del</strong>l’anno successivo, ha statuito il ritorno all’applicazione, per talesettore, <strong>del</strong> decreto legis<strong>la</strong>tivo n. 422/1997, il quale recava ancoral’avverbio “esclusivamente”, per cui l’unica forma di affidamento previstaera <strong>la</strong> gara.Successivamente c’è stata tutta <strong>la</strong> sequenza <strong>del</strong>le norme di riformadei servizi pubblici locali che si è evoluta nel prosieguo, prevalendosulle norme di settore incompatibili ed ha portato a legittimarel’affidamento “in house” anche in Italia.Paralle<strong>la</strong>mente si è sviluppata anche un’altra forma di affidamento“in house”, cui faceva cenno stamattina, nell’introduzione, ilDottor Andreatta, che è quel<strong>la</strong> <strong>del</strong>le società strumentali previste dal DecretoBersani, <strong>la</strong>ddove si fa riferimento all’oggetto sociale esclusivo.Ma tali società strumentali prestano dei servizi che non sono rivoltial<strong>la</strong> collettività, essendo bensì rivolti direttamente all’Ente affidante.Esse quindi non svolgono servizi pubblici locali, ma solo attivitàstrumentali per conto <strong>del</strong>l’Ente. Si pensi, ad esempio, alle società che103
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